Professionista significa adulto

Ci siamo mai chiesti come costruiamo il nostro ruolo professionale? Da dove scaturisce la soddisfazione al lavoro e cosa ce lo fa amare? Ma, soprattutto, siamo o no dei Professionisti in ciò

8 MAR 2016 · Tempo di lettura: min.

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Professionista significa adulto

La risposta, come sempre, è contenuta dentro di noi. Nel senso che il nostro ruolo professionale si costruisce a partire dalla nostra identità, dai nostri bisogni identitari.

Ciò influenza fortemente il nostro successo o meno, la soddisfazione o insoddisfazione ma, soprattutto, la nostra capacità o incapacità di essere dei professionisti e di gestire efficacemente le criticità connesse con un mondo del lavoro in continua trasformazione.

Professionisti con la P maiuscola

Diventare Professionisti è strettamente legato alla nostra maturità come persone, alla nostra adultità. Non si può prescindere da essa. La maggior parte delle persone diventano vecchie senza mai essere diventate adulte.

Eh già, perché diventare adulti, e quindi, anche dei Professionisti con la P maiuscola non è un'abilità di tutti ma solo di pochi, ovvero, di coloro che riescono a mettere se stessi al centro del proprio processo evolutivo, di coloro che di fronte alle criticità non cercano alibi e giustificazioni ma si chiedono: cosa posso fare IO per gestire questa situazione critica?

Il professionista non cerca colpevoli ma mette in discussione se stesso per definire e ridefinire il proprio operato. Il professionista si mette in gioco, parte da se stesso e fa ciò che dice. Sa che il suo punto di forza è il suo Saper Essere.

Chi ci insegna a saper essere?

La scuola, l'università, i libri ci insegnano tutto, ogni cosa. Con internet poi abbiamo accesso a qualunque informazione di cui abbiamo bisogno. Il sapere è alla portata di tutti e allora basta applicare ciò che sappiamo e abbiamo il saper fare; e anche su quello possiamo apprendere dai libri o dall'esperienza sul campo, ma chi ci insegna a saper essere? Che è poi quella competenza che ci distingue in primis come persone e poi come Professionisti? Ahimè nessuno. Ognuno di noi è un essere unico, autentico, originale e irripetibile. Non c'è un'altra persona uguale a noi e su questa unicità dobbiamo investire costantemente per sentirci gli Autori della nostra vita personale e professionale.

Ma quand'è che veramente viene fuori il nostro saper essere?

Sicuramente di fronte alle difficoltà. Perché diciamocelo: è facile sentirci forti e sicuri di noi stessi quando le cose vanno bene, ma è nei momenti di difficoltà e di stress che viene fuori la nostra parte più autentica. È quando le cose vanno male che possiamo vedere come realmente "funzioniamo".

Facciamo un esempio: la mia azienda sta attraversando un momento difficile, il fatturato è in calo, le vendite sono diminuite, la concorrenza è spietata ecc..Quali sono le modalità di risposta? Sono 4 gli stili di funzionamento principali che posso adottare di fronte agli eventi critici.

  1. Il primo stile è quello della Vittima. Cosa faccio? Attribuisco all'esterno la responsabilità della mia condizione. "Purtroppo sono una delle vittime di questa crisi". "Non posso fare nulla, mi hanno tagliato le gambe. Non mi resta che aspettare momenti migliori". Vi è una proiezione delle difficoltà all'esterno: la soluzione compete agli altri. Non a me.
  2. Posso anche decidere di diventare un Esecutore. "Dimmi quello che devo fare e io lo faccio". In quanto esecutore aspetto che qualcuno mi dica cosa fare, non mi assumo la responsabilità ma la delego agli altri.
  3. Posso adottare anche uno stile tipico dell' Attore. Da attore fondamentalmente cosa faccio? "me la canto e me la suono", recito la parte più conveniente a seconda delle circostanze. "È tutto sotto controllo", "non ho problemi, va tutto bene". Dichiaro una vetrina perfetta ma dentro c'è poco e nulla. Non ho consapevolezza di me stesso. Recito una parte. Faccio finta di assumermi la responsabilità.
  4. Ma qual è lo stile più maturo e professionale? Quello dell'Autore. Perché affronto personalmente il problema. Di fronte alle criticità mi chiedo: quali sono le cause? Bene. Cosa posso fare IO per gestire la criticità?Questa è la posizione professionalmente più matura e adulta. L'Autore è colui che scrive e interpreta la propria storia e si assume la responsabilità in prima persona. Sa che il successo o l'insuccesso della sua azienda dipende principalmente da lui. Ha un progetto.

Ma in base a cosa noi decidiamo di assumere uno stile piuttosto che un altro? (Perché la verità Vera è che noi decidiamo di assumere uno stile o un altro! Non è un processo inconsapevole). Perché abbiamo imparato a funzionare in un certo modo e tendiamo a replicare schemi di pensiero e di comportamento conosciuti, anche se sono disfunzionali al nostro benessere. L'individuo fisiologicamente tende a mantenere l'equilibrio e a resistere al cambiamento perché sconosciuto e quindi temuto.

Se decido di assumermi la responsabilità l'ansia aumenta.

E se non sono capace di stare in una condizione di incertezza e disagio allora sarà più facile fuggire, rimandare, delegare.Se delego agli altri mi deresponsabilizzo e la mia ansia diminuisce.

Dipende dai condizionamenti che abbiamo ricevuto e che riceviamo, da come siamo cresciuti, da ciò che ci hanno trasmesso e ci trasmettono le persone che ci circondano, da ciò che leggiamo, ascoltiamo.È sempre una questione di consapevolezza e di responsabilità, ovvero dell'abilità a rispondere alle richieste che mi vengono fatte, alle criticità che mi si presentano. E sono io che decido che atteggiamento adottare.

Ma come possiamo diventare Autori della nostra vita personale e professionale?

Il percorso non è facile perché diventare Autori è come diventare adulti. Significa abbandonare vecchi modelli di pensiero e costruirne degli altri, ma più adatti e più funzionali al mio benessere personale e professionale. E non è mai troppo tardi per iniziare questo percorso. Si inizia passo dopo passo, giorno dopo giorno, inciampando come inciampa il bambino quando sta imparando a camminare. Dobbiamo essere disposti anche a cadere perché abbiamo fiducia che ci rialzeremo più forti e capaci. Da questo punto di vista il cambiamento è un'opportunità e come tale va colta e preservata.

E allora ricordati:

  1. Decidi che il tuo successo dipende solo da te
  2. Sii più consapevole del tuo stile e quando ti accorgi che ne stai assumendo uno poco funzionale fai uno sforzo e correggiti, cambia prospettiva
  3. Di fronte alle difficoltà ricordati di chiederti: quali sono le cause? Quali le soluzioni che posso implementare IO? C'è sempre qualcosa che posso fare nel mio piccolo per cambiare le cose
  4. Circondati delle persone giuste, che sanno vedere il positivo in ogni cosa
  5. Allontana tutto ciò che ti crea disagio e che ti spegne i neuroni
  6. Ama ciò che fai
  7. Leggi, esplora, sperimenta
  8. Abbi fiducia in te stesso
  9. Cerca un punto di riferimento, un maestro, o chiunque sia più avanti rispetto a te e lasciati guidare e mentre lo fai apprendi
  10. Individua chi sta peggio di te e aiutalo. Aiuterai anche te stesso

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psicologi
Scritto da

Dott.ssa Silvia Annis

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