Perché mi viene da piangere senza motivo?

Ti viene da piangere ma non capisce il perché? Spesso le cause di questo comportamento sono nascoste e per risolvere questo problema occorre un’elaborazione profonda. 


7 APR 2021 · Tempo di lettura: min.
Perché mi viene da piangere senza motivo?

Perché si piange

I motivi per cui si piange sono svariati e hanno diversi significati che variano a seconda dell’età. Da bambini, il ruolo del pianto nel neonato è quello di essere un comportamento adattivo di attaccamento che permette di mantenere la vicinanza dei genitori e richiedere cure e attenzioni. Con il tempo il pianto tende ad assumere altri significati, per esempio si scatena nel momento in cui vediamo gli altri soffrire attraverso l’empatia (teoria della mente) o perché hanno subito o fatto del male agli altri.

Alcuni studi sembrano inoltre sottolineare come le lacrime siano un sostituto delle grida e delle vocalizzazione dei bambini, con il vantaggio che possono arrivare in maniera più specifica e intima alle persone a cui sono dirette.

Negli anziani invece sembra che il pianto sia associato sempre più a situazioni positive che innescano ricordi e significati profondi. Ma negli adulti quali sono i significati del pianto?

Il pianto in psicologia

Gli studi sul pianto hanno coinvolto diversi settori scientifici dalle neuroscienze, alla biologia alla psicologica, e il valore del pianto ha assunto connotazioni diverse nel corso degli anni. Il pianto in psicologia negli adulti non avviene solo in presenza di un evento di un certo impatto, ma vi deve essere una predisposizione mentale al pianto. Per esempio non piangiamo se vediamo un film drammatico in sé, ma perché in qualche modo empatizziamo con quello che stiamo vedendo, dal momento che ci può ricordare esperienze o sentimenti vissuti nel passato.

Alcuni studi hanno cercato di evidenziare perché si piange, in quali occasioni e quali sono le caratteristiche individuali che lo influenzano. In particolare Vingerhoets (2013) descrive alcuni motivazioni per cui si piange:

  • Dolore fisico
  • Dolore legato all’attaccamento
  • Lacrime di empatia e compassione
  • Lacrime legate a motivi sociali
  • Lacrime morali o sentimentali

Per quanto riguarda le differenze individuali è stato mostrato come: le donne nei paesi occidentali piangono da 2 a 4 volte più degli uomini.

Le donne piangono normalmente in situazioni di conflitto, mentre gli uomini tendono ad emozionarsi di più in situazioni positive. Non vi sono differenze rilevanti nel pianto tra uomo e donna per quanto riguarda la reazione alla perdita o al rifiuto.  Sulla frequenza del pianto non influisce solo il genere o la personalità, ma anche altri fattori come l’età, la personalità, i traumi del passato, la cultura, l’essere o meno in una relazione romantica, la socializzazione, e alcuni eventi fisici come la mancanza di sonno, l’affaticamento, lo stress, il consumo di alcool .

Queste differenze esistono soprattutto per i seguenti motivi:

  • differenze di esposizione a situazioni emotive. Non solo a livello culturale (normalmente le donne scelgono film sentimentali e drammatici per esempio) ma anche lavorativo  e sociale (per esempio vi sono più donne che lavorano nel settore sociosanitario, mentre il settore tecnico ha ancora una maggioranza maschile) e psicologico (Le donne sono più vulnerabili a traumi interpersonali e ai disturbi emotivi, ivi compresa la depressione)
  • La seconda differenza dipende da come alcuni eventi vengano percepiti in diverse forme emotive: per esempio la rabbia nelle donne viene espressa attraverso il pianto mentre negli uomini assume altre espressioni emotive. 
  • È stata ipotizzata una soglia del pianto che potrebbe essere sotto l’influenza di fattori fisici, psicologici e ormonali.
  • L’accettazione sociale delle lacrime, che ancora influenza negativamente più gli uomini ch le donne.

mi sento triste  e  piango

Quando mi sento triste e piango. Piangere come sfogo ed espressione


Altri studi hanno tentato di evidenziare, al di là delle differenze di genere, quali sono le situazioni in cui ci si sente tristi e si piange e se questo pianto effettivamente aiuta a stare meglio. William H. Frey, biochimico e ricercatore degli anni ’80 ha sottolineato come le lacrime aiuterebbero a ridurre lo stress, eliminare le tossine e abbassare la pressione sanguigna.

Frey infatti scoprì che attraverso le lacrime emotive (rispetto alle lacrimazione fisiologiche, per esempio in seguito al freddo o al taglio di una cipolla) contenevano proteine che aiutavano nel processo di guarigione. Alcuni studi recenti hanno però messo in discussione l’effetto benefico generalizzato del pianto: Sembra infatti che nonostante il 70% degli intervistati in questi studi abbia affermato che il pianto è benefico, solo il 50% ha affermato di aver avuto un impatto positivo a seguito di questa azione.

In ambito terapeutico invece è stato sottolineato l’impatto positivo di questa azione, proprio perché permette alle persone che non riescono ad esprimere i loro sentimenti, di esternarli. Possiamo pertanto dire che:

  • piangere e le lacrime a livello fisiologico servono per proteggere e mantenere puliti gli occhi.
  • A livello biologico piangere permette di rilasciare endorfine attraverso le lacrime e ad avere un effetto benefico sul corpo.
  • Secondo gli studi di Frey, le lacrime emotive aiuterebbero a ridurre i livelli di stress.
  • Le lacrime aiutano ad elaborare certi traumi e ad esprimere un vissuto doloroso che non si riesce ad esprimere in altra forma.

Il pianto pertanto fa bene quando è legato ad alcuni contesti e può essere utile come forme di sfogo ed espressione, mentre in altri casi potrebbe essere legato a risposte a fattori sociali e culturali, e come vedremo, la predisposizione a piangere senza motivo potrebbe essere indice di un disagio emotivo .

Stili di attaccamento e pianto

Secondo la teoria dell’attaccamento redatta da Bowlby esistono diversi stili di attaccamento tra genitori e figli che permettono di sviluppare alcuni comportamenti e atteggiamenti nei confronti della vita rispetto agli altri. Sembra che anche la predisposizione al pianto dipenda in parte dallo stile di attaccamento con i propri genitori. Per esempio chi è cresciuto con uno stile di attaccamento sicuro riesce ad utilizzare il pianto in maniera sano, per elaborare il proprio dolore ed esprimere le proprie emozioni, mentre un attaccamento insicuro-evitante può creare un’incapacità di piangere dovuto alla costante ricerca di reprimere le proprie emozioni, mentre chi cresce con uno stile ansioso-dipendente può dimostrare una propensione alla lacrima facile.

cause piangere senza motivo

Le cause del piangere senza motivo

Alla radice del piangere senza motivo possono esserci nascoste delle problematiche legate a un disagio emotivo o a particolari disturbi. Pertanto non si piange quasi mai senza un motivo, ma semplicemente le cause del pianto sono nascoste poiché legate a qualcosa di molto profondo di cui molto spesso non siamo coscienti a un primo sguardo. È importante per capire cosa ci fa stare male, approfondire quali sono le cause del nostro dolore e da dove arrivano. Vediamone alcuni.

Ansia

L’ansia può essere uno delle cause per cui si piange senza motivo. L’ansia crea un forte stress a livello emotivo e fisico che molto spesso non siamo in grado di gestire e che possono sfociare in diverse espressioni come gli attacchi di ansia o sentimenti di tristezza profonda che esprimiamo attraverso le lacrime.

Depressione

Anche la depressione può essere motivo di attacchi e crisi di pianto, o per meglio dire sentirsi profondamente tristi, svuotati e disperati sono alcuni dei sintomi che possono identificare una qualche forma di depressione e che possono facilmente portare al pianto.

Problemi irrisolti

Tutte le persone hanno avuto nella loro vita esperienze negative e difficile, ma ci sono molte persone che non hanno preferito nascondere la polvere sotto il tappeto e lasciare questi problemi irrisolti sperando scomparissero da soli. Purtroppo ignorare la sofferenza e il dolore non serve per farla scomparire, proprio perché queste emozioni trovano sempre una maniera di emergere, attraverso una forma psicosomatica o magari attraverso delle crisi di pianto, in apparenza senza motivo, ma che appaiono sempre quando la tua mente evoca uno stato d’animo che ha a che veder con questi problemi irrisolti.

Traumi e separazioni non superate

Reprimere le emozioni davanti a una perdita, un lutto o una separazione può portare a non elaborare ciò che si è vissuto rendendole così costantemente presenti nella nostra vita anche se in maniera inconsapevole. E questo ci può portare a farci sentire tristi e a piangere senza nessun motivo apparente, proprio perché il dolore è ancora lì pulsante, anche se non riusciamo a capire da dove arrivi. Per questo elaborare un trauma o una perdita è fondamentale per il nostro benessere futuro. Se non sappiamo come fare è importante chiedere aiuto ai nostri cari e a uno specialista per imparare a superare questo dolore.

Cause ormonali e legate al ciclo

Il ciclo mestruale e gli ormoni possono causare una predisposizione al pianto e alla tristezza o più in generale la presenza di sbalzi umorali durante tutto il periodo del ciclo. In particolare la sindrome premestruale può essere caratterizzata da una tristezza immotivata e prolungata che può portare a crisi di pianto e negatività (Ma che normalmente dura pochi giorni).

Overthinking e ruminazione

L’overthinking è una forma di pensare troppo e in maniera ossessiva a pensieri ricorrenti. Si presenta inizialmente come la risposta a un problema che ci assilla e che, attraverso il pensiero, si cerca di risolvere. Può capitare però che questo automatismo scateni poi il pensiero ossessivo che a lungo andare può portare alla ruminazione. In questi casi il pianto può essere ricollegato alla presenza ossessiva e alla ruminazioni su pensieri negativi e intrusivi che ci fanno stare male. Anche in questo caso può essere utile chiedere aiuto a un terapista perché ci aiuti a frenare questa catena di pensieri e sentimenti negativi.

Cause Fisiche

Come abbiamo visto alcune cause fisiche possono influire sulla voglia di piangere: per esempio la stanchezza, l’insonnia, mancanza di nutrienti e vitamine, stress e abitudini non salutari potrebbero renderci molto più sensibili al pianto e al malumore in generale. Se dovesse essere questo il caso è giusto fermarsi un attimo, respirare e magari chiedere aiuto a un medico per farci aiutare a mettere ordine nella nostra vita.

come smettere di piangere

Come smettere di piangere

Abbiamo visto che piangere senza motivo può derivare da un disagio emotivo e da alcune patologie che dovrebbero essere prese in causa attraverso un percorso terapeutico e individuale per potere essere superato. In altri casi la difficoltà a piangere o l’avere sempre voglia di piangere potrebbe essere legata a forme comportamentali ed educative apprese nell’infanzia, a fattori socioculturali o contestuali.

Pertanto alcune forme di educazione possono influire sulla regolazione delle nostre emozioni e facendo sì di ritrovarci ad avere sempre voglia di piangere, o al contrario a reprimere le nostre emozioni e non riuscire a piangere anche quando ne avremmo voglia.

Per smettere di piangere e ritornare a vivere il pianto in una maniera contestualizzata correttamente, è importante capire quali sono le cause alla radice di questo comportamento. Se dovessero essere motivi comportamentali o sintomi di un disturbo più profondo è sempre meglio rivolgersi a un terapeuta che ci possa aiutare a trovare schemi comportamentali più adattivi o a superare il disturbo.
Ovviamente ci stiamo riferendo sempre a casi in cui il piangere si presenta senza un motivo. Se ci sentiamo tristi e ci troviamo a pianger a causa di un trauma o di un evento doloroso, è normale che fino al momento del superamento del dolore si esternalizzino le emozioni attraverso il pianto.

Per smettere di piangere quindi non è importante non piangere più, ma elaborare i problemi e le cause che stanno alla base di tale comportamento.

 

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Scritto da

Dott. Matteo Agostini

Sono il Dott. Matteo Agostini, laureato in Scienze Psicologiche Applicate e con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Ho acquisito competenze nell’ambito della psicologia clinica, della neuropsicologia clinica, e della psico-sessuologia. Sono Tutor per bambini e ragazzi con ADHD/DSA presso il CCNP San Paolo di Roma e consulente sessuale e nutrizionale.

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Commenti 1
  • Daniela Ceci

    Facile da dirsi,ma difficile da mettere in pratica

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