Perchè i bambini mordono?

Il morso è un atto comunicativo con cui il bambino si relaziona al mondo esterno. Riflessioni e indicazioni pratiche.

2 DIC 2015 · Tempo di lettura: min.
Perchè i bambini mordono?

Molti genitori e molti educatori si pongono questa domanda e vanno alla ricerca di risposte chiare e precise, indicazioni e suggerimenti per poter meglio affrontare questi comportamenti e atteggiamenti che spesso destabilizzano e preoccupano gli adulti che si prendono cura dei bambini.

Questo articolo non pretende di essere esaustivo, ma ha l'obiettivo di chiarire alcuni nodi cruciali dello sviluppo del bambino relativi a tale questione, della relazione e interazione tra bambino e adulto di riferimento (genitore e educatore) fornendo anche qualche indicazione pratica.

Le fasi del processo di crescita

E' opportuno innanzitutto chiarire che esiste un processo di crescita entro cui si situa anche il morso, definibile come atto comunicativo con cui il bambino si relazione e interagisce con il mondo esterno.

Tale processo può strutturarsi in tre fasi, all'interno di quello che è lo sviluppo funzionale del bambino dai 6 ai 24 mesi.

1) dai 6 ai 12 mesi: "con la bocca, esploro!"

Il morso è un modo per capire, comprendere, relazionarsi e interagire con il modo esterno.

Il bimbo usa il morso come strumento di conoscenza e apprendimento del mondo.

La bocca consente al bambino di esplorare e scoprire il mondo

È la così detta fase orale dello sviluppo psichico del bambino: fin dall'inizio della propria vita il bambino si relaziona al mondo con la bocca. Dal seno materno, passa al biberon così al ciuccio. Ogni oggetto (gioco etc) viene portato alla bocca: ogni piccola cosa viene scoperta e studiata attraverso la bocca.

La dentizione e i problemi di fastidio legati ad essa, alimentano questa modalità di comunicazione e di relazione con il mondo esterno.

Gli adulti stessi forniscono come gioco al bambino oggetti che prevedono l'atto del morso, per alleviare il fastidio dei dentini e spesso sono divertiti e compiaciuti di questi piccoli gesti che inteneriscono e divertono allo stesso tempo.

2) dai 12 a 24 mesi: "con la bocca, penso!"

il morso è un modo per attirare attenzione, benevolenza e simpatia.

I bambini si divertono in questa piccola attività quotidiana e nel tentativo di attirare attenzione su di sé, non avendo ancora sviluppato un linguaggio comprensibile, agiscono strategie che sanno poter catturare l'attenzione degli adulti.

3) dai 24 mesi: "con la bocca, mi esprimo!"

Il morso diviene un modo di gestione di qualcosa che non si riesce ad esprimere: dissenso, rabbia, recriminazione e frustrazione.

Il bambino diventa sempre più competente a livello relazione e sociale, interagisce con altri bambini e con gli adulti di riferimento, ma spesso ha difficoltà a esprimere rabbia e dissenso, non è in grado di gestire il conflitto. Se il bambino viene frustrato (frustrazione: non riuscire a raggiungere qualcosa che ci si aspettava di raggiungere) e non riesce ad esprimere la propria rabbia, allora regredisce, e dunque morde per esprimersi...

Con l'inserimento in materna, ossia dai 36 mesi, il bambino è consapevole del significato del gesto del morso: può arrivare a usare deliberatamente il morso (non ha ancora imparato una modalità costruttiva del conflitto) e come modalità di gestione non efficace e distruttiva del conflitto intrapsichico e del conflitto con gli altri (compagni, fratelli, adulti) usa il morso.

Cosa fare?

Innanzitutto è importante comprendere e significare il morso come una modalità di comunicazione e relazione del bambino con il mondo esterno, senza giudizi e pregiudizi.

Se intendiamo il morso come una modalità di comunicazione di qualcosa che il bimbo fatica a comunicare (un malessere, un disagio), possiamo così essere di aiuto e di sostegno nel momento in cui si trova giustappunto in difficoltà.

Chiediamoci anche se c'è stato qualche evento esterno, destabilizzante, traumatico e emotivamente importante per il quale il bambino è possibile abbia sentimenti contrastanti e distruttivi; es la nascita di un fratellino, trasloco, un lutto, una separazione, una malattia, il rientro al lavoro della mamma, disoccupazione del padre etc)

Suggerimenti:

È importante usare il rimprovero, un "non si fa!" deciso, chiaro, coerente, ad altezza bambino, ossia guardare negli occhi il bambino alla sua altezza, inginocchiandosi davanti a lui.

Non è auspicabile mordere il bambino, come reazione e come dimostrazione che fa male.

È invece opportuno far osservare la ferita e la cicatrice del proprio morso sulla vittima e se possibile condividerne la cura. Così come non è consigliabile giocare a mordersi: i bambini faticano a differenziare i morsi affettuosi da quelli "che fanno male!" Se abbiamo un bebè appena nato, evitiamo di giocare a mordicchiarlo in presenza del fratellino più grande!

Evitiamo di ridere e deriderlo, ma favoriamo il dialogo e il confronto, chiedendogli direttamente le motivazione del gesto, cercando di capirne le ragioni e il contesto ove tale comportamento si è manifestato.

Condividiamo preoccupazioni e pensieri con i nonni, con altri genitori, con gli educatori e gli insegnanti, con dei professionisti per provare a trovare soluzioni utili e efficaci per noi adulti e i nostri bambini di gestione efficace e costruttiva del conflitto.

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Scritto da

Dott.ssa Cristina Fumi

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