Pensare in una lingua straniera rende più riflessivi

Diversi studi dimostrano che quando utilizzamo una seconda lingua processiamo le informazioni in maniera distinta.

18 NOV 2016 · Tempo di lettura: min.
Pensare in una lingua straniera rende più riflessivi

Sai parlare una seconda lingua? Questa caratteristica non ti permette solamente di poter comunicare con molte altre persone. Secondo le ultime ricerche scientifiche, pensare in una seconda lingua ci fa prendere decisioni diverse rispetto alla lingua materna.

Sempre più studi cercano di mettere in evidenza le differenze esistenti fra l'utilizzo della propria lingua o di un'altra. Fra le ultime ricerche troviamo quello di Albert Costa, esperto in bilinguismo presso l'Università Pompeu Fabra di Barcellona. La sua ricerca si è basata sul famoso "dilemma del tram". È stato chiesto a un campione di persone di rispondere a questa domanda: getteresti una persona sui binari del tram affinché la sua morte possa salvare la vita di altre cinque persone? Quando la domanda è stata sottoposta nella lingua materna dei partecipanti, solo il 20% sceglieva di sacrificare la prima persona per il bene comune. Quando, invece, la domanda è stata sottoposta in una seconda lingua diversa da quella materna, questa percentuale è arrivata a circa il 50%. Questo non è stato l'unico studio a dimostrare che, elaborando le informazioni in una lingua straniera, processiamo le informazioni in maniera distinta. Nonostante siamo in grado di capire perfettamente ciò che ci viene detto o chiesto, infatti, rispondiamo in una maniera più riflessiva, meno emotiva e tendiamo a tendere verso il massimo risultato utile.

Secondo Costa, infatti, una seconda lingua ci fa pensare più a lungo e, per questo, diminuiscono i dilemmi morali, cresce la tolleranza al rischio e si è meno suscettibili agli insulti.

Decisioni meno emotive

All'Università di Trento, Janet Geipel ha messo a confronto altre situazioni simili a quella del tram, proponendo il test sia nella lingua materna che nella seconda lingua e studiando le risposte ottenute. In una delle storie, ad esempio, qualcuno dona una giacca a un mendicante affinché si possa riscaldare ma, alla fine, l'indigente viene picchiato perché la gente crede che l'abbia rubata. Nel secondo caso, una coppia decide di adottare una bambina disabile per poter ricevere gli aiuti statali. Queste vicende venivano valutate diversamente: nella lingua straniera veniva messo in evidenza il risultato, migliore nella seconda storia, piuttosto che l'etica o la morale della vicenda.

Non è stato ancora scoperto esattamente il motivo che ci porta a cambiare il nostro comportamento a seconda della lingua.

Secondo gli studiosi la lingua materna è maggiormente legata alla parte emozionale mentre una lingua che non ci appertiene ci obbliga a pensare con più calma.

Utilizzando la teoria del premio Nobel Daniel Kahneman, infatti, il nostro cervello si divide in due sistemi: il Sistema 1 è quello che dà risposte veloci e intuitive, e il Sistema 2 quello che risponde in maniera molto più riflessiva. Nel caso dell'utilizzo delle lingue, dunque, la nostra lingua materna sarebbe legata al Sistema 1. Nel momento in cui viene utilizzata una lingua straniera, invece, entrerebbe in azione il Sistema 2 che ci permette di prendere decisioni più riflessive.

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