Parlare ai bambini della propria sofferenza post-traumatica

Un gruppo di esperti della salute mentale del VA South Central (VISN 16) Mental Illness Research, Education and Clinical Center (MIRECC) ha realizzato nel 2015 una guida pratica.

18 DIC 2018 · Tempo di lettura: min.
Parlare ai bambini della propria sofferenza post-traumatica

La guida ha l'intento di favorire il racconto del proprio disturbo post-traumatico da stress (PTSD) ai figli. Se la presenza di un PTSD, ad esempio per i veterani di guerra, può infatti rendere impegnativo il ruolo genitoriale, la comunicazione può mitigarne l'impatto sui bambini.

Ecco alcune delle linee guida

Raccontare ai figli del proprio disturbo PTSD non è una scelta giusta o sbagliata o priori. Anche se non sono in grado di comprendere appieno ciò che sentono, i bambini di solito percepiscono quando qualche familiare sta soffrendo. I bambini temono ciò che non capiscono e arrivano a incolparne se stessi. È perciò importante che i bambini conoscano almeno un po' di quello che sta succedendo.

Puoi parlare con i tuoi figli di PTSD, anche se scegli di non condividere il trauma stesso. La comprensione del trauma dipende da molti fattori: età e sviluppo del bambino, tipo di rapporto genitori-figli, tempi e natura del trauma, ecc. I tuoi bambini potrebbero aver già imparato alcune cose sul PTSD a scuola, su Internet o sui libri; oppure potrebbe non sapere nulla della tua esperienza traumatica. È importante per tuo figlio capire i tuoi sintomi ascoltandoli direttamente da te.

Se anche il solo pensiero di raccontare il PTSD ai tuoi figli ti crea ansia, provare a scrivere un elenco di pro e contro sulle cose da dire riguardo il tuo PTSD, per aiutarti a riordinare pensieri e emozioni. Potrebbe esserti utile dedicare alcuni minuti a scrivere i tuoi pensieri e le tue sensazioni.

Cosa dovrei dire?

Descrivi il disturbo post-traumatico da stress, spiegando che colpisce circa l'8% delle persone (negli Stati Uniti) in seguito ad un evento sconvolgente e che può influenzare il modo di pensare, sentire e di comportarsi.

Quando racconti di aver vissuto un evento sconvolgente non condividerne i dettagli. Potresti dire: "Molto tempo fa, mi è accaduta una cosa davvero spaventosa. Quando ci penso a volte mi sento sconvolto. Sto facendo di tutto per andare avanti, con te e la nostra famiglia. Spero che parlarne possa aiutarti a capire meglio come mi sento".

Descrivi alcuni dei problemi correlati al PTSD: tensione, difficoltà a rilassarsi, rapidi e facili attacchi di rabbia, difficoltà a dormire la notte e stanchezza il giorno; evitamento di alcune cose fastidiose come i rumori forti; sensazione di disagio quando in gruppo come nei centri commerciali, alle riunioni di famiglia o in chiesa.

  • Chiarisci di conoscere la grande sofferenza causata dal DPTS a tutta la famiglia e in particolare ai bambini: non essere riuscito ad accompagnare tuo figlio alle partite ti fa soffrire, se non vuoi vedere giocare bambini per casa ma ti senti imbarazzato e confuso.
  • Sottolinea che vuoi davvero sostenere i tuoi figli: "Ti amo moltissimo e sto cercando di dimostrarlo in modi diversi. Anche se non ti accompagno alle partite, mi piace molto sentirti parlare dei tuoi giochi e guardare video con te".
  • Sottolinea che state lavorando tutti insieme per gestire questo problema. In famiglia tutti vi consultate e aiutate a vicenda.
  • Sii ottimista e rassicura i tuoi bambini che esistono trattamenti efficaci per il DPTS e che stai già ottenendo un'assistenza professionale. Spiega che ci sono medici e professionisti che possono aiutare la vostra famiglia a gestire questi problemi.
  • Chiarisci che il PTSD si affronta come gli altri problemi di salute (assunzione di farmaci, riabilitazione e terapie). Ci vuole tempo per guarire ma si può migliorare.
  • Spiega ai bambini che non hanno responsabilità per il tuo PTSD. I tuoi figli non hanno la capacità ne la responsabilità di guarirti. Conoscere di più questo disturbo sarà, tuttavia, di aiuto a tutta la famiglia.
  • Incoraggia i tuoi figli a condividere le preoccupazioni e i sentimenti. Chiarisci che farai del tuo meglio per aiutarli e che, se ti troverai a passare un momento difficile, potranno comunque sempre parlare anche con un'altra persona di fiducia.
  • Considera l'età dell'ascoltatore: I bambini piccoli hanno spesso un'attenzione limitata e non possono quindi essere in grado di ascoltare per più di pochi minuti. Gli adolescenti potrebbero invece comportarsi come se non prestassero attenzione. Utilizza la lingua appropriata per l'età. Evita termini medici e usa frasi semplici come "ho difficoltà a dormire" e "mi sento teso e preoccupato" che sono molto più facili da capire da parte dei bambini.

Se vengo sopraffatto dalle emozioni?

  • Nel caso ti sentissi sopraffatto da emozioni forti potresti sospendere la conversazione, isolarti per qualche minuto, fare respiri profondi o parlare con una persona fidata.
  • Potresti chiedere ad un altro adulto di passare un po' di tempo con i tuoi figli, coinvolgendoli in un'attività piacevole, mentre ti calmi.
  • Quando ti sarai calmato emotivamente, dovrai far sapere ai tuoi bambini che stai meglio. Spiegagli che tutti, adulti e bambini, provano a volte emozioni insopportabili. Paragona quanto accaduto con altri episodi in cui un tuo figlio ha avuto una forte reazione emotiva. Descrivigli cosa fai per calmarti e ricordagli che ci sono già persone che ti stanno aiutando.
  • I bambini potrebbero fare domande su cambiamenti nel tuo comportamento o sulla tua esperienza. Puoi chiarirgli che non possiedi tutte le risposte. Puoi evitare di rispondere se non ti senti pronto, se non sai cosa dire, se ti trovi in un momento inappropriato o se non sei sicuro delle reazioni.
  • Se le domande sono basate su cose viste in TV o nei film, puoi tentare di conciliare le informazioni apprese dai media con la tua esperienza personale.
  • I bambini possono voler fare qualcosa per aiutarti. Ricordagli che non rientra tra le loro responsabilità diminuire i tuoi problemi emotivi dovuti al PTSD,ma che piccole cose potrebbero aiutarti: riordinare la stanza, leggerti una storia o abbracciarti, scriverti un messaggio amorevole.

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E se ad essere sconvolto è un bambino?

  • Poiché ciò che condividi potrebbe risultare sconvolgente, chiedi a tuo figlio come si sente se durante la conversazione piange, si isola o è spaventato.
  • Rassicura tuo figlio sull'accettabilità delle emozioni forti; incoraggialo a esprimere pensieri e sentimenti. Conforta il tuo bambino: ai bambini piccoli può far piacere un abbraccio, mentre i più grandi possono preferire un'attività congiunta o un po 'di tempo da soli. Verifica con tuo figlio le reazioni alla conversazione.
  • Chiedi aiuto ad un altro adulto se tuo figlio è angosciato.
  • Nel caso trovassi insopportabile la vista del tuo bambino che piange potrebbe essersi radicata in te una inaccettabilità dell' espressione di emozioni apertamente dolorose. Ci sono strategie per imparare ad essere emotivamente presente e sentirti a tuo agio con i sentimenti, le gioie e le tristezze dei bambini.
  • Alcuni bambini potrebbero rimanere muti durante la tua conversazione. Chiedigli sempre come si sentono ma rispettali se preferiscono non parlare. Riconosci che i bambini potrebbero gestire le loro emozioni attraverso il gioco, l'arte, lo sport o i discorsi tra amici.

Scrivi una lettera

Se hai difficoltà a esprimere i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti ai bambini più grandi, potresti scrivergli una lettera. La scrittura ti consentirà di gestire le forti emozioni senza preoccuparti della loro influenza sul tuo bambino. I bambini potranno in futuro rileggere la lettera più volte e pensare al tuo messaggio. Ricorda ai tuoi figli che, in qualsiasi momento, potranno porre domande o condividere emozioni. Potresti anche chiedere ad un adulto di fiducia un giudizio preventivo sulla tua lettera. Una lettera dal cuore può essere un vero regalo per i figli, anche negli anni a venire.

Pianifica e allenati per sentirti più sicuro

  • Scrivi alcuni contenuti che vorresti condividere durante la conversazione. Ricorda che probabilmente riprenderai questa conversazione più volte.
  • Incoraggia i bambini a fare domande e a condividere i propri sentimenti.
  • Potresti concordare con un altro adulto un suo aiuto nella conversazione (un partner, un amico o terapeuta) prima di parlarne con i tuoi figli.
  • Esercitati con un amico o un partner fidato. Parla delle tue possibili reazioni con qualcuno di cui ti fidi (un partner, un terapeuta, un familiare o un amico).
  • Registra un audio di ciò che vorresti dire e riproducilo.

Inizia la conversazione nella maniera giusta!

  • Assicurati che tuo figlio non sia particolarmente stanco, affamato, malato, o scontroso. Verifica che non abbia avuto una brutta giornata. Se tuo figlio è adolescente, pianifica la conversazione in anticipo in modo che possa sentirsi preparato. Sii aperto alle domande. Tuo figlio potrebbe sentirsi più a suo agio nel porre domande proprio quando state svolgendo un'altra attività insieme (guidare, cenare insieme o lavorare a un progetto).
  • Inizia con calma. Probabilmente in futuro riparlerai di nuovo di questi problemi molte volte.
  • Potrebbe essere utile iniziare con una frase del tipo "Mi piacerebbe parlare con te di alcune cose difficili con cui ho a che fare in questo momento. Siccome ti chiedo sempre di essere aperto e onesto con me, voglio condividere qualcosa di personale con te".
  • Prova ad ascoltare più che raccontare. Dopo aver fornito qualche informazione concedi al tuo bambino il tempo per porre domande. Seguire il passo dei bambini li aiuta a elaborare i contenuti del racconto e a gestire i sentimenti.
  • Durante la conversazione, chiedi frequentemente ai tuoi figli un feedback su ciò che hanno capito. Chiedi come si sentono riguardo alle informazioni ricevute e se hanno domande.
  • Parla con un tono di voce calmo. Evita di esprimere forti emozioni. Se vieni sopraffatto dalle sensazioni che provi, prenditi una pausa.

Informazioni più dettagliate possono essere ottenute da queste pubblicazioni:

  • Daddy's Home. Carolina Nadel. (picture book to read to small children).
  • Sparrow. Dorinda Silver Williams. (board book for young children).
  • Why is Dad so Mad? Seth Castle. (ages 4-8).
  • Why is Daddy (Mommy) Like He/She Is? A Book for Kids about PTSD. Patience Mason. (ages 4-8).
  • Why Are You So Scared? A Child's Book about Parents with PTSD. Beth Andrews. (ages 6-10).
  • Finding My Way: A Teen's Guide to Living with a Parent Who Has Experienced Trauma. Michelle Sherman & DeAnne Sherman. (ages 12-20).

La guida originale è disponibile sul sito del South Central MIRECC: http://www.mirecc.va.gov/visn16/ClinicalEducationProducts.asp

Nota: se ti sei sentito angosciato o hai riscontrato un aumento dei sintomi del PTSD durante la lettura di questo articolo, potresti rivolgerti a un professionista o a qualcuno nella tua rete interpersonale.

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Scritto da

Anonimo-168949

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