Omosessualità, quale terapia?

Dal 1994 non si dovrebbe neanche parlate di malattia riferendosi all'omosessualità eppure, ancor oggi, ci sono colleghi psicologi, troppi, che pretendono di curare l'omosessualità

9 FEB 2015 · Tempo di lettura: min.
Omosessualità, quale terapia?

Quando ho pensato al titolo "omosessualità, quale terapia?", volevo scherzare accostando provocatoriamente alla parola omosessualità quella di terapia. Avevo voglia di raccontare di come le cose siano fortunatamente cambiate negli ultimi 50 anni.

Vengo da un'epoca precedente al '68 ma soprattutto prima del 1994 quando l'OMS decise di togliere definitivamente l'omosessualità dal DSM o, meglio, dall'elenco delle malattie mentali.

Ho ancora nella mente le dichiarazioni del Professor Giorgio Coda, psichiatra di Torino che, durante il processo che lo vedeva accusato di aver trattato con elettroshock pazienti omosessuali ricoverati all'Ospedale Psichiatrico di Collegno, dichiarò: «l'omosessualità è una malattia, bisogna curarla». Eravamo nel 1974.

Per la cronaca il Professore fu condannato ma forse lui esagerò un po'. Venne accertato che durante la sua direzione aveva inflitto oltre 5000 elettroshock. Sadico? Può darsi ma, anch'io, nel mio piccolo, ricordo che quando facevo formazione come psicoterapeuta ipnotista vedevo i professori che proponevano a pazienti omosessuali ore e ore di induzioni ipnotiche allo scopo di farli diventare eterosessuali. Alcuni ordinavano ormoni maschili e chi sa quale altra porcheria o prescrizione comportamentale. Non erano da meno gli psicoanalisti, soprattutto i freudiani. Ho conosciuto un uomo omosessuale che rimase in analisi 11 anni, 3 sedute alla settimana, perché viveva male la sua omosessualità e lo psicoanalista gli aveva promesso di farlo diventare etero. Risultato: un disastro. Non ho mai visto un paziente cambiare orientamento ma quasi tutti, dopo "le cure" erano più depressi di prima. Si sentivano colpevoli di "non essere guariti".

Sembra passato tanto tempo, eppure non più tardi di due settimane fa la Regione Lombardia ha contribuito a un forum dove è stata proposta la Terapia riparativa.

Si, quella che dovrebbe "riparare" la psiche dei Gay per farli diventare eterosessuali. Medioevo? No, purtroppo no. Il giornale "Il messaggero" non più tardi di un anno fa pubblicò un articolo in cui sosteneva che il 20% dei psicologi psicoterapeuti interpellati pensava all'omosessualità come ad una malattia e dichiaravano di poterla curare e ripararne il disagio. Il Messaggero scriveva che, anche in Inghilterra, la rivista Bmc psychiatry aveva pubblicato una ricerca che coinvolgeva 1.400 professionisti della psicologia e ben il 17% aveva dichiarato di poter frenare gli impulsi omosessuali dei loro pazienti: ben il 4% degli intervistati aveva dichiarato di aver utilizzato trattamenti specifici per cambiare l'orientamento sessuale dei pazienti perché ritenevano l'omosessualità uno sbaglio morale.

E in Italia? Un giovane attore e autore di Teatro , Saverio Tommasi, si è sperimentato a verificare il comportamento di un centinaio di psicologi iscritti all'Ordine del Lazio, Toscana e Lombardia, scelti a caso all'elenco degli Psicologi e ne è uscita una a dir poco sconcertante video-testimonianza: "Psicologi e guaritori d'omossessuali".

Può sembrare incredibile ma si evidenzia che circa il 20% degli Psicologi dicono espressamente di poter "togliere la spina", "riparare il disagio" o "curare la ferita". Propongono percorsi di psicoterapia e preghiera, letture bibliche. Non si esimono dall'evocare Satana in persona come causa dell'omosessualità.

A suo tempo mi fece piacere che l'Ordine degli Psicologi del Lazio fosse insorto ribadendo che "le psicoterapie orientate a 'curare' gli omosessuali non hanno alcun fondamento scientifico e anche che le "terapie riparative" e ogni teoria filosofica o religiosa che pretenda di definire l'omosessualità come intrinsecamente disordinata o patologica, non solo incentivano il pregiudizio antiomosessuale, ma screditano le nostre professioni e delegittimano il nostro impegno per l'affermazione di una visione scientifica dell'omosessualità, variante normale dell`orientamento sessuale". Così l'Ordine dell' Emilia-Romagna e altri.

Anche in occasione del recente forum per la famiglia a Milano che, come abbiamo visto, aveva preso una deriva omofoba, l'ordine dei psicologi della Lombardia ha tenuto le distanze. Constato però anche, e con amarezza, che gli Ordini dei Medici che pure hanno in sé l'elenco degli Psicoterapeuti hanno fatto sempre un colpevole silenzio.

Allora vuol dire che gli omosessuali non hanno disagi psicologici? No, ce li hanno gli omosessuali come gli etero. La sessualità è un percorso accidentato per tutti, qualunque sia il nostro orientamento sessuale possiamo avere bisogno di aiuto. Ma oggi dovrebbe essere certo che un buon intervento in ambito di aiuto psicologico non dovrebbe porsi il tema del cambiamento del orientamento sessuale ma cercare una sintonia di tutta la personalità del paziente. La psicoterapia è un percorso che deve mirare a liberare le parti bloccate, le ombre, fino ad arrivare all'accettazione della realtà, compreso il proprio orientamento sessuale.

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Scritto da

Dr. Renzo Zambello

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