Non ti piaci? Impara a volerti bene!

Concentrarsi su ciò che non va non fa altro che allontanarci da ciò che ci rende felici. Impariamo a volerci bene!

17 MAG 2018 · Tempo di lettura: min.
Non ti piaci? Impara a volerti bene!

«Impara a piacere a te stesso. Quello che pensi tu di te stesso è molto più importante di quello che gli altri pensano di te», Lucio Anneo Seneca.

Quante volte ci siamo sentiti inadeguati per quello che noi consideriamo un difetto fisico o caratteriale? Non piacersi è una situazione piuttosto comune. Quella sensazione costante di non stare bene con sé stessi o di non seguire i canoni previsti dalla società, infatti, è molto diffusa. Secondo un sondaggio, solo il 5% delle persone che hanno partecipato a studi specifici su questo argomento non si sente mai in difetto rispetto ai canoni correnti.

In ordine crescente, inoltre, ci si sente carenti con il partner, con i figli, con gli amici e soprattutto con i genitori. Fra i principali difetti che credono di avere le persone troviamo il sovrappeso, a livello fisico, e ansie e paure, a livello caratteriale.

Sentire di non corrispondere perfettamente ai canoni richiesti dalla società, non è negativo. Da un lato, i nostri difetti ci spingono a migliorarci e, dall'altro, ci permettono di essere unici, diversi e riconoscibili. Inoltre alcuni segnali come l'ansia e il panico, ad esempio, non devono essere visti come difetti ma come veri e propri campanelli d'allarme che ci aiutano a superare situazioni che non ci fanno stare bene.

È possibile imparare a volersi bene? Ovviamente la risposta è sì: ecco alcuni consigli e riflessioni da prendere in considerazione se non ti piaci.

Evita di accusarti

Accusare sé stessi costantemente per un determinato lato del proprio carattere o del proprio corpo non è mai una buona scelta. Rischiamo solamente di stare male e di ingrandire il nostro "difetto", senza avere una percezione reale di quello che siamo. Come reazione, inoltre, tendiamo a cambiare a tutti i costi, cercando di tendere verso un ideale di perfezione che spesso ci allontana dalla nostra unicità. Al contrario, proviamo a fermarci un attimo e a guardarci senza pregiudizi, imparando ad ascoltare le nostre emozioni.

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Cambiare il punto di vista

Spesso, cambiando il nostro punto di vista su quel problema che abbiamo può aiutarci a vedere tutti i vantaggi che può offrire. A volte quelli che consideriamo sbagli in base ai canoni imposti dalla società, infatti, ci permettono di partire verso il nostro stesso cambiamento e nella crescita personale. In quest'ottica può essere utile utilizzare la tecnica giapponese del "kintsugi", ossia l'arte di riparare gli oggetti di ceramica rotti con l'oro.

Questo punto di vista ci fa uscire dalla dinamica e dalla convinzione per cui tutto deve essere perfetto e ci aiuta a ricostruire noi stessi anche se inizialmente pensiamo che non sia possibile recuperare i cocci. Probabilmente, il risultato sarà ancora più bello di quello iniziale!

Non ascoltare gli altri

I consigli di chi ci vuole bene, spesso, possono essere preziosi. Tuttavia, ciò non vuol dire permettere agli altri di minare la nostra autostima. Le critiche e i giudizi, infatti, non sono mai utili per migliorare noi stessi. Concentriamoci sulle loro parole e cerchiamo di capire se si focalizzano anche sui nostri pregi e non solamente sui nostri difetti.

Ricorda che non è necessario uniformarsi alle aspettative degli altri e della società: l'importante è ciò che vogliamo ottenere dalla nostra vita.

Fai quello che ti piace

Concentrarsi su ciò che non va non fa altro che allontanarci da ciò che ci rende felici. Perché pensare costantemente quali sono i lati caratteriali e fisici che non corrispondono a ciò che vuole il mondo esteriore e dimenticare ciò che piace a noi? Ricordare cosa ci fa stare bene aiuta a migliorare noi stessi e a intraprendere il percorso che fa al caso nostro.

Se vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema, puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in psicologia del benessere.

Questo articolo è stato scritto prendendo in considerazione l'esperienza clinica ed una libera interpretazione della tematica trattata, non è basato su evidenze scientifiche.

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Scritto da

Dott. Matteo Agostini

Sono il Dott. Matteo Agostini, laureato in Scienze Psicologiche Applicate e con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Ho acquisito competenze nell’ambito della psicologia clinica, della neuropsicologia clinica, e della psico-sessuologia. Sono Tutor per bambini e ragazzi con ADHD/DSA presso il CCNP San Paolo di Roma e consulente sessuale e nutrizionale.

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Commenti 1
  • Giacinto danesi

    Ottimi suggerimenti, molto bene espressi, non facili da interiorizzare purtroppo. Grazie

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