“Non riesco a farmi valere sul lavoro”. Si può migliorare l’assertività?

In che modo ci metti del tuo quando non riesci a farti valere sul lavoro? Qual è il primo passo per potenziare la tua assertività?

23 GEN 2021 · Tempo di lettura: min.
“Non riesco a farmi valere sul lavoro”. Si può migliorare l’assertività?

"Non riesco a farmi valere sul lavoro". Si può migliorare l'assertività?

Questa è una domanda che molte persone mi portano nel percorso di assertività.

Cosa significa, prima di tutto, essere assertivi?

Significa riuscire ad affermare il proprio punto di vista nel rispetto dell'altra persona. Quindi, immaginando un'ipotetica bilancia con me e l'altra persona sui due piatti, l'assertività si ha quando la bilancia è in equilibrio. I miei bisogni sono rispettati, quelli dell'altro sono rispettati.

Spesso però, questa bilancia non è in equilibrio e possono verificarsi squilibri.

  • Sul versante passivo: metto i miei bisogni in secondo piano rispetto a quelli dell'altra persona. Faccio pensieri del tipo: "voglio che pensi bene di me"; "voglio che veda quanto mi impegno"; "voglio evitare il conflitto le cui conseguenze non sarei in grado di gestirle". Così si diventa accondiscendenti e, nel caso del lavoro ci si sovraccarica, si cerca di dare un "colpo al cerchio e un colpo alla botte" per non scontentare nessuno; soffriamo quando qualcuno ci pianta il muso e non sappiamo perché.
  • Sul versante aggressivo: spesso è una conseguenza dei comportamenti passivi portati all'estremo. "Sbrocco"; "dò di balta"; "sclero". Questi sono solo alcuni esempi che alcune clienti mi hanno portato per spiegare che alla lunga gli agiti passivi possono portare a questo, con il risultato che poi sale l'ansia per ciò che gli altri possono aver pensato, si deve chiedere scusa; si deve trovare il modo di "riacquistare punti" etc. I pensieri spesso sono: "ora basta!"; "ma possibile che non veda quanto mi impegno?"; "con quanto sono puntuale e affidabile, come si permette di trattarmi così?". Potrei andare avanti all'infinito…

Quindi, come se ne esce?

Si lo so, molti di voi staranno pensando che non c'è soluzione (ormai lo so…). Ho due notizie: una buona e una che forse non ti farà piacere sentire.

Quella buona: se c'è soluzione o se non c'è dipende da te.

Quella che non ti farà piacere sentire: l'assertività si impara con il tempo e con "allenamento", quindi non si diventa assertivi dall'oggi al domani e le tue relazioni non cambieranno magicamente in un attimo. Anzi, spesso essere assertivi significa iniziare anche a stare antipatici a qualcuno che non a pensa come noi.

Qual è il primo passo per iniziare a cambiare il nostro modo di stare in relazione?

Prima di tutto cerca di capire esattamente cosa ti succede quando non ti fai valere. La parte difficile è eliminare il giudizio (che comunque non ti serve a niente) e osservarti in modo oggettivo.

Cosa significa? Pensa all'ultima volta in cui hai sentito che non riuscivi a farti valere sul lavoro. Cosa è successo? Con chi è successo? Qual è stato il comportamento (osservabile) che hai agito? Come ha reagito l'altra persona al tuo comportamento? Quali sono stati i pensieri che hai fatto? E le emozioni?

Mettere a fuoco il "libretto delle istruzioni" del nostro non farci valere è importantissimo perché ci aiuta a capire in che modo alimentiamo quella dinamica. Questo esercizio, fatto ogni volta che non si riesce a farsi valere, aiuta moltissimo a prendere consapevolezza dei propri funzionamenti e capire quali sono i "pezzi" da modificare del proprio modo di stare in relazione.

Ad esempio, se quando voglio esprimere un'opinione non lo faccio per paura di cosa l'altro potrebbe pensare, quinidi do una risposta che non esprime il mio pensiero ma ciò che penso l'altro vorrebbe sentirsi dire, cosa succede? Come lo dico? Ascoltandomi, qual è il tono in cui mi escono le parole? Come reagisce l'altra persona? Come vivo la sua reazione? Ma soprattutto, ho raggiunto il mio obiettivo?

Riacquistare potere personale è il primo passo per cambiare marcia e iniziare a muovere passi diversi nella danza della relazione.

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Scritto da

Dott.ssa Luisa Fossati

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Bibliografia

  • Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre (oppure muri): introduzione alla comunicazione nonviolenta, Esserci, 2017
  • Marshall B. Rosenberg, Comunicare con empatia, Esserci, 2011
  • Jean-Philippe Faure e Céline Girardet, Empatia. Al cuore della comunicazione non violenta, Terra Nuova, 2017

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