Non ci ascoltiamo: l'altro ha torto o ragione?

Comprendere l'altro è una risorsa importante per far funzionare le relazioni. Se io sto male o sono in un momento di crisi non sono in grado di ascoltare l'altro.

5 MAR 2020 · Tempo di lettura: min.
Non ci ascoltiamo: l'altro ha torto o ragione?
L'ascolto attivo presuppone sempre una comprensione dell'intenzionalità profonda dell'altro, sintonizzarsi e comprendere l'altro non è automatico ed immediato. I fraintendimenti sono frequenti, quando si è nell'ego non si mette mai in pratica l'ascolto profondo, si vuole avere ragione a tutti i costi.

Occorre leggere cosa l'altro intende dire, le parole sono sempre ambigue. È necessario porsi alcune domande.

  • Di cosa mi vuole informare l'altro?
  • Di cosa mi sta parlando?
  • Quali sono le sue idee in merito a quanto mi sta dicendo?
  • Cosa c'è di essenziale in quello ha detto?
  • Cosa gli sta veramente a cuore all'altro?

È preferibile non discutere quando c'è tensione, è necessario rimandare, per confrontarsi c'è bisogno di pace interiore.

Nella relazione con l'altro si trasmette in modo consapevole e inconsapevole qualcosa di sé, la carenza di autorilevazione causa una comunicazione difficile. Nell'incontro con l'altro si cerca sempre di dimostrare la superiorità, di fare bella figura, di essere considerati o comunque riconosciuti.

Ad esempio un figlio adolescente che gioca il ruolo di ribelle vuole essere riconosciuto come speciale, attiva un comportamento trasgressivo come autopresentazione di sé. Se il genitore entra in ruolo difensivo "io faccio tanti sacrifici per te", "le cose vanno sempre male" incrina il rapporto con l'adolescente.

È opportuno non contrastare l'altro ma cercare insieme una soluzione, non mettersi in una situazione di sfida. Infatti se si agisce il ruolo di vittima, non c'è confronto con i propri limiti, si è apparentemente salvi.

D'altra parte se si è in uno stato di aggressività cronica, non si esce mai dalla maschera egoica, non c'è la messa in discussione della persona. Se si ha una paura assillante del giudizio altrui si rimane bloccati, ipercritici verso gli altri, in realtà si è critici verso se stessi. Non ci si deve mai sforzare di cambiare l'altro, l'altro cambia quando vuole lui. Non è possibile cambiare l'altro, in realtà.

Nella relazione si è consapevoli come adulti responsabili che l'altro può essere in accordo o in disaccordo. In caso di disturbo di personalità, una richiesta diretta dell'altro può far stare male, l'altro percepisce il messaggio come: "non ti vado mai bene", "non sono degno di te".

La richiesta all'altro si effettua con toni affermativi, non offensivi della persona.

Occorre sintonizzarsi con le emozioni, i sentimenti, gli stati d'animo che l'altro esprime al fine di giungere all'ascolto profondo per comprendere veramente chi è accanto.

"La maggior parte delle persone parla senza ascoltare. Ben pochi ascoltano senza parlare. È assai raro trovare qualcuno che sappia parlare e ascoltare. (cit. B.Lee)

 

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Scritto da

Studio Psicologia e Benessere

Psicologa clinica specializzata in counseling, svolge la professione con impegno e serietà mediante continui aggiornamenti e supervisioni da diversi anni. Utilizzando frequentemente la tecnica del counseling, scarica emozioni negative, ridimensiona il problema, individua strategie. Ha inoltre una formazione specifica in psicosessuologia con master in strategica breve.

Bibliografia

  • L'arte di comunicare - Esercizi di autostima, assertività e public speaking di F.Nanetti Ed. Pendragon
  • Diventare pienamente noi stessi di A.Zanuso Ed. Baldini Castoldi Dalai

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