Mio figlio è un bullo?
Molti genitori negano che il proprio figlio sia un bullo, arrivando a difenderlo o addirittura ad accusare la vittima.

Come scoprire se tuo figlio è un bullo? Quali sono i rimedi?
Dopo gli ultimi casi di bullismo saltati alle cronache, sempre più genitori si chiedono se il proprio figlio sia vittima di bullying. Eppure, sono pochi i genitori che si fanno la domanda opposta: e se il bullo fosse mio figlio? Quando scoprono la realtà tendono a cadere dalle nuvole se non a difendere direttamente il comportamento del proprio figlio o della propria figlia. Si tratta invece di un comportamento da tenere sotto controllo, dal momento che potrebbe avere conseguenze non solo sulle vittime ma anche sulla loro vita da adulti. Per combattere il bullismo non basta solamente stare dalla parte delle vittime. Scoprire ed educare i bulli può prevenire numerosi episodi di violenza nel presente e nel futuro.
Come riconoscere i bulli?
Il bullo non ha un profilo concreto, anche se ci sono delle caratteristiche che possono aiutare a identificarlo. Spesso si tratta di ragazzi apparentemente molto sicuri di sé che amano stare al centro dell'attenzione ma che, allo stesso tempo, dimostrano scarsa tolleranza alla frustrazione, insofferenza rispetto alle regole, mancanza di empatia, nessun senso di colpa e poca autocritica. Durante gli episodi di bullismo, si sentono potenti e riconosciuti dal gruppo. Se scoperto, invece, il bullo tende a mostrarsi come una vittima.
Nonostante tutte queste caratteristiche il bullo non si comporta sempre dello stesso modo. Spesso non si rende conto della sofferenza che sta provocando alla vittima, mentre. in altri casi, soffre in prima persona delle situazioni di violenza all'interno delle mura domestiche.
Come possono scoprire i genitori che il proprio figlio è un bullo? Innanzitutto facendo attenzione ai suoi comportamenti e ad alcuni di questi indizi.
- Le relazioni tendono a basarsi su un rapporto di forza e sottomissione.
- Utilizzo di termini, come spia o codardo, basati sul rapporto dominio-sottomissione.
- La violenza e l'aggressività vengono utilizzate per sentirsi al centro dell'attenzione, specialmente dopo un insuccesso.
- Ha l'impressione che gli altri siano sempre aggressivi nei suoi confronti.
- Difficoltà nel seguire le norme stabilite e hanno rapporto negativo con l'autorità (genitori, professori, ecc.).
- Mancanza di empatia, di autocritica e di senso di colpa: non chiede scusa né accetta le proprie responsabilità.
- Poca tolleranza nei confronti della frustrazione, spesso perché sono abituati a ricevere tutto e subito.
Cosa possono fare i genitori
In generale i genitori dovrebbero educare i propri figli nel rispetto delle norme, spiegando loro i loro benefici ma anche le eventuali "sanzioni". Nel caso del bullismo, però, sono molti i genitori che non credono a ciò che viene raccontato loro, addirittura arrivando ad accusare la vittima. Negare e proteggere il proprio figlio non fa altro che peggiorare il problema. Questa sorta di rifiuto è piuttosto comune in altre occasioni.
Se il problema si trova in casa o non può essere concretamente risolto dai genitori, è possibile che sia necessario un aiuto esterno che possa fare luce sui problemi del ragazzo. In alcuni casi, infatti, il bullo può presentare una personalità psicopatica, un disturbo che non va sottovalutato. I genitori devono essere in grado di raccogliere questa richiesta d'attenzione del proprio figlio e agire immediatamente. Ciò non vuol dire solamente dare un castigo ma anche iniziare un percorso di rieducazione in modo tale che il ragazzo sia consapevole del proprio errore e impari ad utilizzare comportamenti positivi.
Se vuoi ricevere maggiori informazioni sul tema, puoi consultare il nostro elenco di professionisti esperti in bullismo.
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Una volta i genitori e gli insegnanti erano troppo severi, tanto da demolire psicologicamente e creare una barriera solo esterna senza rafforzare l'interno dell'individuo. Oggi è il contrario, nessuna regola, troppa libertà e addirittura si arriva adifendere. Ci vuole equilibrio nei genitori e negli insegnanti, oltre che collaborazione...altrimenti il fallimento del soggetto è garantito.