Mi sento in trappola: non mi va di mettere in pausa la mia vita per essere accomodante, ma mi sento troppo in colpa

Quando sei accomodante, probabilmente stai cercando di evitare il conflitto, di evitare lo stress e mantenere la relazione positiva. Il problema è che rischi l'effetto opposto.

25 GEN 2022 · Tempo di lettura: min.
Mi sento in trappola: non mi va di mettere in pausa la mia vita per essere accomodante, ma mi sento troppo in colpa

Cosa ti andrebbe di fare, ma non hai il coraggio di chiederlo? O magari ci hai provato ma la reazione dell'altro ti ha fatto desistere?

Probabilmente nella vita hai imparato che essere accomodante è utile per ridurre i conflitti, abbassare lo stress e mantenere positive le tue relazioni.

Così quando il weekend vorresti andare a camminare e ti viene bocciata la proposta, ti adatti ad fare un giro in macchina come proposto dal/la tuo/a compagno/a o dai tuoi amici. Vorresti andare in vacanza al mare ma ti adatti ad andare sulle Alpi perché al/la tuo/a compagno/a il mare non piace proprio. Magari avresti voglia di andare a mangiare una pizza fuori, ma lui/lei o i tuoi familiari sono terrorizzati dal Covid, così ti senti una brutta persona insensibile e irresponsabile anche solo per averci pensato.

Così fai un passo indietro e diventi accomodante. Come se fosse un atto dovuto quello di adattarti tu. Ma del resto...a lui/lei il mare non piace, a te la montagna tutto sommato un po' piace....perché impuntarti con il mare e passare da egoista? Ecco, quando ti dici che mettere da parte le cose che ti va di fare non ha conseguenze, perché tutto sommato riesci ad adattarti, in realtà non ti rendi conto che sei come su una pallina di un piano inclinato. All'inizio gira piano, ma poi.....

Prendi carta e penna. Ti propongo un esercizio utile a farti vedere come ti metti in trappola da solo/a. La buona notizia è che mettendoti in trappola da solo/a puoi anche uscire dalla trappola, sempre che tu lo voglia naturalmente.

Metti a fuoco una situazione in cui sei stato/a accomodante e in cui ti sei sentita "scomodo/a".

  • Con chi eri?
  • Cosa desideravi tu?
  • Cosa ti ha proposto l'altro?
  • Come è finita?

Prima domanda:

1) Quale vantaggio hai avuto nell'essere stato/a accomodante?

Pensaci bene, non rispondere di fretta. Metti a fuoco più dettagli possibile. Probabilmente sul momento essere accomodante ti farà stare bene perché ti dirai che hai fatto la cosa più giusta.

Il nostro cervello è una macchina programmata per ridurre lo stress più velocemente che può, però ha ampi margini di miglioramento sui modi di abbassare lo stress nel lungo periodo. Ricordiamoci che siamo esseri in evoluzione e che la parte logica del nostro cervello è molto giovane sul piano evolutivo. Quindi è normale che il cervello ti spinga a fare qualcosa che sul momento ti abbassa la tensione (un po' quello che succede quando apriamo il frigo senza avere fame a metà pomeriggio, quando apriamo il barattolo della nutella o accendiamo la sigaretta... sono tutte strategie che nell'immediato abbassano lo stress, per questo sono ci piacciono così tanto anche se sappiamo che non ci fanno bene).

La seconda domanda è:

2) Quando sei stata accomodante, cosa hai perso nell'immediato?

Probabilmente eri talmente concentrato/a su come reagisce l'altro, che di istinto ti viene da rispondere: "nulla". Vai oltre e pensa bene a cosa stavi perdendo in quel momento, metti a fuoco i dettagli delle cose che hai perso anche se ti sembra che non abbiano importanza.

La terza domanda che ti faccio è:

3) Nel lungo periodo, quale pensi che possa essere l'effetto su di te dell'essere accomodante?

Ci sta che tu possa sentirti tranquillo/a (perché pensi di aver fatto la cosa giusta), ma anche triste o irritato/a. È probabile anche che alla lunga tu possa sbottare (per poi pentirti), rispondere male (per poi pentirti), incassare in silenzio (accumulando rabbia verso i tuoi familiari che vedi come la causa del tuo malessere), iniziare a dire bugie (per poi sentirti in colpa) o fare cose di nascosto (per poi sentirti in colpa).

In pratica: cerchi di essere accomodante per salvaguardare le tue relazioni con il risultato che arrivi fare cose che mettono a rischio le tue relazioni.

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Scritto da

Dott.ssa Luisa Fossati

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Bibliografia

  • Baggio, F. (2016). Assertività e training assertivo. Teoria e pratica per migliorare le capacità relazionali dei pazienti. Franco Angeli
  • Bonetti, D.; Meneghelli, A. (2010). Assertività e training assertivo. Guida per l'apprendimento in ambito professionale. Franco Angeli.

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