L'esperienza del gruppo
La terapia di gruppo: quando stare con gli altri diventa una cura
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Quello che fin da subito impariamo è stare in relazione, attraverso il rapporto con la propria madre noi impariamo a distinguere chi sono io e chi è l’altro e, crescendo impariamo a rispettare questa diversità. Impariamo a stare nel gruppo famigliare, nel gruppo scuola, nel gruppo scout, nel gruppo di basket, nel gruppo cinema ecc… e in tutte queste occasioni ci nutriamo di relazioni e ci definiamo sempre più come persone con delle passioni ed interessi propri.
Il gruppo, nella vita di ciascuno di noi, è un’esperienza preponderante, e come ho anticipato prima, da quando noi nasciamo ci ritroviamo inseriti un una famiglia, poi quando andiamo a scuola ci ritroviamo in una classe di altri 20 bambini, poi ci ritroviamo nei relativi gruppi legati allo sport e più cresciamo decidiamo di far parte di gruppi che rispondono alle nostre esigenze e ai nostri interessi.
Quando decidiamo di far parte di un gruppo, ci ritroviamo vicino a persone che ben o male hanno già qualcosa in comune con noi e, a seconda del senso di appartenenza che si crea, il gruppo prende forma e valore diverso.
Se mettiamo a confronto il gruppo della tombola della domenica pomeriggio e il gruppo di una squadra di calcio, possiamo già immaginare un affiatamento tra i membri diverso. Questo affiatamento dipende dalla natura del gruppo, dai suoi obbiettivi, dallo statuto, dalla modalità con cui si entra a farne parte ecc…
Immaginiamo che cosa avviene quando invece parliamo di gruppo nella clinica. Solitamente è formato da massimo 8 persone che hanno comunque una situazione, un disagio o un’esperienza comune. La risorsa principale del gruppo è il confronto con altre situazioni simili, con altri pensieri, con altri vissuti che permettono a chi partecipa, di ridurre quel senso di solitudine. Con l’auto di un terapeuta, si possono ascoltare le esperienze degli altri e trovare spunti interessanti da poter mettere a confronto e decidere di renderli propri. Si possono esprimere i propri vissuti, le angosce, le emozioni che la persona sperimenta.
Il gruppo si riunisce per scambiarsi esperienze ed emozioni e per aiutarsi reciprocamente ad affrontare il proprio disagio. Non è semplice parlare di se stessi, spesso il timore di non essere capiti ed ascoltati frena, ma i risultati delle ricerche condotte sui gruppi terapeutici, dimostrano che chi vi partecipa lo ritiene utile e sperimenta una riduzione della frustrazione dovuta alla sua situazione.
Le persone interagendo, creano dei legami attraverso il confronto e l’ascolto reciproco. Le relazioni che si instaurano nel gruppo favoriscono la vita del gruppo stesso e dall’altra parte ogni persona ne ricava una parte preziosa.
Il gruppo, quindi, offre contemporaneamente, sia un contenitore che un’esperienza. All’interno del gruppo si mette dentro la propria sofferenza, i vissuti e le emozioni, come se fosse un contenitore che da struttura all’esperienza raccontata dalle persone, allo stesso tempo si vive il “qui ed ora” creando nuove connessioni e nuove esperienze.
Ogni partecipante si sente coautore di un processo terapeutico articolato, un perno importante che contribuisce alla crescita del gruppo e delle persone che vi fanno parte. Il gruppo non è la semplice somma degli individui che lo compongono, ma è l’insieme di storie, di emozioni e di significati a cui viene data una nuova forma.
Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
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