Le fasi della coppia: dall'incontro alla maturità del legame

L'articolo esplora le diverse fasi evolutive delle relazioni di coppia, dal primo incontro alla maturità del legame, descrive le fasi e l'utilità della terapia in questo processo condiviso

24 OTT 2025 · Tempo di lettura: min.
Le fasi della coppia

Ogni relazione comincia con un incontro: a volte ci si sintonizza al primo sguardo, altre volte nasce lenta e inaspettata. Ma ciò che può definirsi come l'inizio di una relazione di coppia non è l'incontro in sé, bensì la decisione -anche implicita- di costruire qualcosa insieme. È questa decisione che segna l'inizio di una serie di evoluzioni e trasformazioni, sia individuali che interpersonali. Possiamo infatti considerare la coppia come un organismo vivo, in costante evoluzione.

Le prime fasi: entusiasmo e idealizzazione

Le prime fasi sono caratterizzate da un forte entusiasmo, in cui la scoperta reciproca favorisce la sensazione che il mondo sia più leggero quando l'altro è vicino. Questa fase è inoltre caratterizzata dall'idealizzazione del partner, che può essere considerata un collante molto resistente tra le parti: vediamo nell'altro ciò che desideriamo vedere, più che rapportare l'idea che stiamo costruendo a dei dati di realtà.

A volte può sembrare di aver finalmente trovato chi ci "capisce" senza parlare, altre volte, si raccoglie il materializzarsi di un senso di completezza tanto inseguito nel tempo.

Attaccamento e “coreografie” iniziali

Sebbene in apparenza questa fase possa essere valutata come "superficiale", in realtà vede il movimento di dinamiche già molto profonde. Secondo la teoria dell'attaccamento, infatti, ciascuno porta nella relazione il proprio modo di cercare sicurezza: c'è chi si avvicina per non perdere il legame e chi, invece, si protegge mettendo distanza dall'altro. E la "magia" iniziale funziona spesso, proprio perché queste coreografie, per un po', sembrano incastrarsi perfettamente.

In una fase successiva, quando la coppia si definisce come tale e sceglie di condividere più tempo insieme, arriva il tempo della quotidianità. Si costruiscono abitudini, spazi condivisi, si affrontano i primi compromessi. È la fase in cui iniziano a cadere alcune illusioni legate all'idealizzazione iniziale: emergono le differenze e i limiti che prima erano stati inconsciamente omessi. L'altro inizia a essere visto non soltanto come una persona che ci fa stare bene, ma come un soggetto separato, con bisogni e confini propri che possono incontrarsi poco con i nostri.

Questa è una fase delicata, poiché spetta alla coppia decidere quanto parlare autenticamente di ciò che ciascuno sente e vede. Ognuno farà i conti con il fatto che alcuni elementi potranno entrare in contrasto con l'immagine iniziale dell'altro - e con quella che si ha di sé nella coppia.

Ricordiamo che la fase iniziale è quella su cui - apparentemente - si costruisce la sicurezza, la domanda da porci allora è: quanto siamo disposti ad accogliere ciò che dell'altro non ci rassicura? E quanto siamo disposti ad esporci con le nostre vulnerabilità?

Parlare autenticamente: rischi percepiti e opportunità

Una delle paure più ricorrenti che incontro nei percorsi di terapia riguarda proprio il timore di esporsi in modo autentico, percepito come rischioso rispetto al "patto implicito" strutturatosi con l'altro. Maggiore sarà la libertà che ci concederemo nel parlare sinceramente, maggiore sarà la possibilità per la coppia di evolvere in modo sano.

Molti di questi timori sono collegati ad esperienze antiche, che nulla hanno a che fare con il presente ma che si riattivano automaticamente in situazioni specifiche. Così, nelle piccole frustrazioni, c'è chi desidera parlare e chi si chiude, chi si sente invaso e chi escluso -promuovendo, di fatto, un silenzio che allontana dall'identità autentica di coppia in favore di una relazione mascherata.

Le dinamiche intrapsichiche e interpersonali sono complesse e varie, eccone un esempio: due persone possono vivere la loro convivenza come una continua contrattazione. Lei può sentire il bisogno di parlare subito quando qualcosa la ferisce, mentre lui preferisce isolarsi per calmarsi. Lei può interpretare quel silenzio come distanza affettiva, lui vive le richieste di confronto come una minaccia. Nessuno dei due è "sbagliato" ed entrambi sono intrappolati nel tentativo di proteggere il legame con strategie opposte, molto probabilmente apprese nelle rispettive esperienze di attaccamento.

La crisi come opportunità di crescita

Una terza fase può ruotare attorno alla tanto temuta "crisi" dove vediamo che le differenze individuali arrivano a polarizzarsi; il timore sotteso alla possibilità di una crepa di coppia, rappresenta in realtà una possibilità di cambiamento e crescita.

Se ben attraversata, la coppia può utilizzare questo campo condiviso come un'opportunità per costruire nuovi significati di relazione, differenti e più liberi da quelli appresi nelle storie passate. È il momento in cui il "noi" può essere ripensato in modo nuovo, anche rispetto ai copioni precedenti, spesso caratterizzati da comportamenti ripetitivi e difensivi.

Molte crisi si manifestano in modo evidente o esplosivo (tradimenti, litigi ricorrenti, richieste di separazione), ma quasi sempre nascono da qualcosa di più silenzioso: la sensazione che i bisogni non vengano riconosciuti, che non ci sia più un luogo sicuro dove incontrarsi.

Qui, ancora una volta, i modelli di attaccamento si mostrano nella loro forza: chi teme l'abbandono può chiedere sempre più vicinanza, con ansia crescente; chi teme la fusione può allontanarsi, convinto di proteggere entrambi.

Ognuno vede nell'altro la "causa" del problema, senza accorgersi che entrambi stanno reagendo alla stessa paura: perdere il legame o perdere sé stessi.

La crisi, in questo senso, rappresenta un bivio: la coppia può lasciarsi, oppure crescere. Per crescere, però, serve una nuova contrattazione, diversa da quella iniziale, fatta di promesse implicite e fantasie, ma di una più adulta, che integri due identità davvero separate e riconosciute.

Il ruolo della terapia e la ristrutturazione del legame

È qui che un percorso terapeutico può diventare decisivo, poiché la stanza di terapia offre uno spazio in cui osservare le proprie coreografie affettive senza colpa o giudizio.

Dopo questa ristrutturazione possibile, nasce una fase nuova: la maturità del legame.

Qui la coppia non ha più bisogno di fondersi per sentirsi unita; può ritrovare un equilibrio dinamico in un nuovo "noi", dove l'"io" non teme di essere cancellato e il "tu" non appare più come una minaccia al Sé.

Per arrivare a questo punto, ognuno avrà compiuto scelte consapevoli, orientate al desiderio autentico di incontrarsi: vedere l'altro come una risorsa, non come qualcuno da cui difendersi.

La coppia è ora consapevole che ci saranno ulteriori cambiamenti, nuovi imprevisti e altre -plausibili- crisi future, ma sa che ogni crisi può trasformarsi in un'occasione di crescita reciproca perché dispone di strumenti nuovi per attraversarla e sa che può trovarne altri.

Le sette fasi secondo Maurizio Andolfi

Come ogni organismo vivo, anche la coppia attraversa diverse fasi di sviluppo, ciascuna con la propria funzione evolutiva e le proprie sfide.

Per completezza, riporto i sette passaggi fondamentali che scandiscono la vita di coppia secondo Maurizio Andolfi, nel suo lavoro La crisi della coppia:

  1. Euforia / Innamoramento – Tutto sembra possibile. L'altro viene idealizzato, e la sensazione di completezza reciproca sostiene l'illusione che "insieme sarà tutto più semplice".
  2. Costruzione – La conoscenza reciproca si approfondisce, la coppia si struttura e la fiducia si radica nei gesti quotidiani.
  3. Disillusione – Emergono limiti e differenze: un passaggio doloroso ma necessario per distinguere l'amore reale da quello idealizzato.
  4. Stabilità – Superata la disillusione, si impara a convivere con le differenze e a costruire un equilibrio più autentico.
  5. Impegno – L'amore diventa una scelta consapevole e progettuale, un investimento reciproco nel legame.
  6. Amore maturo – Integra passione, intimità e progettualità. La coppia cresce insieme e crea significato condiviso.
  7. Co-creazione / Beatitudine – La sintonia diventa creatività comune, apertura al mondo e capacità generativa.

Un percorso non lineare e una conclusione aperta

È importante ricordare che queste fasi non seguono un percorso rigido o lineare: alcune si sovrappongono, altre ritornano. Comprenderle aiuta a leggere la coppia non come un blocco statico, ma come un processo in continuo divenire, attraversato da momenti di fusione, separazione e rinascita.

Forse è proprio questo il senso più profondo delle fasi della coppia: ricordarci che l'amore non è un punto di arrivo, ma un movimento continuo, che la crisi non è la fine, ma spesso il luogo in cui l'amore può rinascere, permettendo a entrambi di crescere in modo nuovo e più consapevole.

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Scritto da

Dott. Russo Riccardo

Bibliografia

  • Andolfi, M. (a cura di). (1999). La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Bowlby, J. (1989). Una base sicura. Milano: Raffaello Cortina Editore.

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