L'asfissia autoerotica

Tale condotta è considerata come una sorta di parafilia che consiste nel cercare un piacere “diverso” e che non si consuma in breve tempo attraverso lo strangolamento e/o l’asfissia.

6 LUG 2016 · Tempo di lettura: min.
L'asfissia autoerotica

Crediamo sia utile inquadrare il fenomeno attraverso alcune definizioni. L'asfissia autoerotica è un tipo di condotta che prevede l'utilizzo dello strangolamento per aumentare il piacere sessuale e raggiungere l'orgasmo durante la masturbazione (Jenkins, 2000).

Riguardo a questo tema, Turvey (1995) offre un'altra definizione riferendosi alle fatalità autoerotiche:

"ciascuna morte che è l'esito di un comportamento attuato come forma di autogratificazione".

Gia da queste definizioni dovrebbe essere evidente che tale comportamento non sia, in realtà, una condotta suicidiaria, come inizialmente potrebbe apparire, ma un "incidente di percorso" che accade durante le pratiche autoerotiche. Questo avviene, generalmente, o attraverso l'uso di legacci intorno al collo o attraverso bustine di plastica in cui infilare la testa durante la masturbazione (altre pratiche molto meno frequenti sono l'inalazione di aerosol propellenti, corrente elettrica o inalazione di sostanze chimiche allo stato gassoso).

Il rischio principale, in questi frangenti, è quello di cadere in uno stato di incoscienza (dovuta alla minore quantità di ossigeno che raggiunge il cervello) che il soggetto non può più controllare e dal quale non può più tornare, giungendo in tal modo al decesso per asfissia.

Sebbene questa pratica non sia molto conosciuta (soprattutto dai media che poco se ne occupano) essa è relativamente frequente e, soprattutto, sottostimata, in quanto molte sono le persone che la praticano senza che poi si esiti in incidenti mortali.

Nella letteratura l'asfissia autoerotica è conosciuta da molto tempo. Già nel 1600 venivano documentate pratiche erotiche di questo tipo. Inizialmente veniva utilizzato come trattamento per le disfunzioni erettili e l'impotenza. Ciò fu dovuto al fatto che l'osservazione dei soggetti impiccati nelle pubbliche esecuzioni rivelava l'erezione del pene e, raramente, anche delle piccole eiaculazioni. In seguito ciò venne chiarito in maniera scientifica con la spiegazione che si trattava di un classico fenomeno ipostatico dei corpi cavernosi del pene e che la presenza di piccole quantità di sperma fosse dovuto al rilassamento degli sfinteri dopo la morte.

Anche in Oriente, in America Latina e nei paesi celtici lo strangolamento ed il soffocamento erano conosciuti come metodi per aumentare il piacere sessuale (Uva J., 1995).

Per quel che riguarda l'incidenza e la prevalenza del fenomeno (con tutte le riserve del caso dovute a questo tipo di statistiche e al notevolissimo "numero oscuro" di cui si è parlato in precedenza), generalmente i soggetti implicati sono adolescenti maschi tra i 13 ed i 20 anni, ma il range di età spazia dai 9 agli 80 anni. Il soggetto è generalmente di razza bianca e celibe.

Perché praticare questo tipo di condotta sessuale?

Le motivazioni per cui viene adottata tale condotta sono molteplici, ma la prevalenza spetta naturalmente alla gratificazione sessuale pura e semplice. Tale piacere giunge attraverso due vie preferenziali: la via fisica, attraverso una ridotta percentuale di ossigeno nel cervello che procura uno stato semi-allucinogeno, e la via psicologica che, essendo individuale non è generalizzabile ma, verosimilmente, implica fantasie sessuali di tipo masochistico che elicitano il piacere attraverso il sentirsi legati, e quindi "in trappola", ed il dolore fisico procurato dai legamenti o dallo strozzamento. Altra spiegazione psicologica potrebbe essere quella di un ipotetico controllo sulla propria possibilità di rimanere in vita e sfuggire la morte attraverso il "fermarsi all'ultimo momento utile" prima della fine.

Una personale ipotesi è che alcuni di questi individui ricerchino comportamenti estremi (come, ad esempio, i Sensation Seekers) per provare sensazioni più forti e mai raggiunte prima, di modo da spostare sempre più in avanti la soglia entro la quale riuscire a carpire e godere l'eccitazione non solo sessuale, ma anche e soprattutto quella psicologica.

Analizziamo, ora (attraverso una classificazione di Geberth in Turvey, 1995) quali sono gli elementi obiettivi che, durante un qualunque tipo di indagine, ci possano far pensare ad una morte di questo tipo:

  • prove di un meccanismo fisiologico per ottenere o aumentare l'attivazione sessuale che fornisce alla vittima uno strumento di auto-liberazione o le permette di interrompere l'effetto;
  • aspettativa ragionevole di essere in un ambiente intimo;
  • prove di attività sessuale solitaria;
  • prove di aiuti alle fantasie sessuali, come del materiale pornografico;
  • prove di precedenti attività autoerotiche pericolose;
  • intento suicida non manifesto.

Molto spesso tale pratica viene scambiata per un tentativo riuscito di suicidio, ma in realtà queste persone non avevano alcuna intenzione di compierlo e questo lo si può evincere da come è stato trovato il corpo. Se, infatti, ad esempio, tra il collo ed il legaccio della persona è stato trovato un asciugamano o altra tipologia di vestiario, ed il soggetto era nudo, l'ipotesi verosimile è che l'intenzione non era quella del suicidio, ma di un gioco erotico finito male.

L'asfissia autoerotica, come abbiamo visto, è una condotta altamente a rischio e perciò al lato preventivo deve essere attribuita la giusta importanza. In questo ambito, poiché sono gli adolescenti le persone maggiormente a rischio, i genitori e gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale nel capire i possibili segni di una eventuale pratica di questo tipo. Tra gli indizi cui porre maggiore attenzione abbiamo (Jenkins, 2000):

  • segni inspiegabili sul collo;
  • corde corte e/o imbottite;
  • cravatte annodate;
  • occhi iniettati di sangue;
  • serrature nelle porte delle camere da letto.

Inoltre i genitori e gli insegnanti dovrebbero fare attenzione a segni di interesse per attività sado-masochiste, giochi di schiavitù o giochi con corde e legacci. Naturalmente queste sono indicazioni generali che non hanno alcun valore se prese singolarmente, ma l'attenzione deve essere massima se alcuni di questi indizi si manifestano contemporaneamente.

L'asfissia autoerotica è una condotta molto studiata, ma la cui eziologia è molto poco capita, in quanto le ricerche vengono attuate sulle vittime già decedute e poche volte si occupano della vita passata di tali soggetti. Inoltre, sarebbero necessarie degli studi sui soggetti in vita, che praticano questa condotta in maniera abbastanza frequente, ma naturalmente, poche sarebbero le persone che vorrebbero essere sentite sull'argomento.

In conclusione, l'asfissia autoerotica, al momento, è percepita, da molti studiosi, come un comportamento sessuale deviante derivato da un anormale sviluppo e da una pratica del comportamento sessuale normale.

Bibliografia

Jenkins P. Andrew, When Self-Pleasuring Becomes Self_Destruction: Autoerotic Asphyxiation Paraphilia, 2000, International Electronic Journal of Health Education

Turvey, E. Brent, An Objective Overview of Autoerotic Fatalities, June 1995, Electronic Pubblication, Knowledge Solutions Library

Uva J, Autoerotic Asphyxiation in the United States, July 1995; Journal of Forensic Sciences, 40

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Scritto da

Dott. Massimo Bedetti

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