La strada verso la costruzione dell'identità sessuale

Sesso biologico e sesso di appartenenza psicologica: la sfida nella costruzione dell’identità sessuale. Continua il ciclo di articoli sulla sfera sessuale scritti dalla dottoressa Orsenigo.

1 GIU 2016 · Tempo di lettura: min.
La strada verso la costruzione dell'identità sessuale

Nel tentativo di fare chiarezza in un ambito profondamente articolato, quale è la sessualità umana, dove comunemente viene fatto uso improprio di termini aventi significati ben precisi, ritengo utile - a me come ripasso e al lettore per ottenere maggior chiarezza - introdurre alcune precisazioni. La speranza è che risultino d'aiuto per evitare di rendere patologici aspetti della sessualità umana che non sempre lo sono.

Ciascuno di noi è trattato fin dalla nascita, spesso quando ancora è dentro il grembo materno, in base alla specifica appartenenza biologica (maschio o femmina) che gli viene attribuita a partire dagli organi genitali che presenta. Questo costituisce il punto di partenza, o punto zero; tuttavia nel corso dello sviluppo - dalla prima infanzia all'età matura, passando attraverso il corridoio della fase adolescenziale e non solo - la situazione può assumere connotazioni diverse rispetto alle attribuzioni biologiche. L'identità biologica, infatti, può non rispecchiare l'orientamento sessuale verso cui il soggetto si sente di orientarsi.

Cosa dice la biologia?

In origine le strutture encefaliche sono femminili. Queste sotto l'azione del testosterone, che è un ormone, si mascolinizzano. Se la spinta del testosterone è debole o assente, le strutture encefaliche rimangono femminili.

È importante sapere che la differenziazione del cervello avviene sotto l'influenza di un comune processo biologico, quello appena citato, ossia quello degli ormoni. Con ciò non intendo dare l'impressione, a chi legge, che ogni cosa sia prestabilita e che elevati livelli di testosterone nel periodo prenatale possano condurre a tratti mascolini, mentre se più bassi a tratti femminili.

Questo per precisare che la biologia gioca il suo ruolo, ma lo giocano anche altri fattori a partire dal contesto familiare, dai rapporti con i pari in età infantile, dal tipo di giochi preferiti, se sintonici o meno con gli "standard" di ciascun genere sessuale, e altro ancora.

A riguardo sono state condotte ricerche e altre sono tuttora in corso nell'intento di giungere a una risposta più chiara. Quanto ad oggi offerto dagli studi e dal confronto di condotte tra bambini etero e pre-gay, non è ancora pervenuto ad una risposta univoca e definita.

L'intento delle specificazioni a seguire è quello di fare chiarezza in una sfera della vita umana, quella sessuale, dove al di là delle conoscenze reali o pseudo tali, regnano false credenze accompagnante dall'uso di termini impropri e quindi significati "impropri", residui di pregiudizi sulle scelte sessuali non strettamente etero.

La sessualità è una dimensione complessa e ampia, come ho già avuto modo di precisare in altri articoli di recente pubblicazione.

La mia esperienza come dottoressa

La mia esperienza clinica mi ha portato, già da parecchi anni, a lavorare sia con coppie eterosessuali che omosessuali (di ambo i sessi). Posso affermare che le dinamiche relazionali tra partner dello stesso sesso sono identiche a quelle tra partner eterosessuali, quindi la relazione con l'altro/a trascende l'orientamento sessuale. Le criticità nella comunicazione, le conflittualità, i fraintendimenti, il "non detto e solo pensato", le aspettative insoddisfatte, sono solo alcune delle variabili che vanno a minare il rapporto della coppia, di qualunque genere sia!

Per coppia faccio riferimento a due individui che hanno tra di loro un profondo legame affettivo e intimo (non esclusivamente maschio e femmina) e adulti, almeno cronologicamente. Nella maggior parte dei casi le persone adulte sono consapevoli del loro orientamento sessuale e, quindi, sanno perfettamente da chi sono attratte.

Che cose s'intende per identità sessuale?

L'identità sessuale è multifattoriale e si struttura nel corso del tempo. Vi concorrono fattori biologici, ambientali, culturali, sociali e psicologici. Include, oltre il genere di appartenenza, il modo in cui la persona vive il piacere, l'affettività, il genere sessuale a cui biologicamente appartiene, il partner cui rivolge il proprio interesse.

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Fonte: azionetradizionale.com

Un ruolo significativo è attribuito al corpo, o meglio alla percezione che ciascuno ha del proprio corpo. Sottolineo volutamente il termine percezione, in quanto sappiamo che ci sono individui che hanno un corpo armonico, ciononostante il loro vissuto emotivo non è tale. Non si piacciono pur avendo un aspetto gradevole, al pari di chi invece, pur consapevole di difetti anche evidenti, li accetta tanto da trasformarli in punti di forza.

Il rapporto con la "propria corporeità" è esposto almeno a due fattori significativi:

  • il periodo travagliato della pubertà, dove il corpo subisce delle fisiologiche trasformazioni, quindi aspetti che accrescono il disagio, l'ansia, un'inadeguata percezione di sé, in particolare nel confronto con il contesto extrafamiliare;
  • l'influenza dei modelli di bellezza proposti dai mass media e il modo con cui dagli stessi viene "rappresentata" la sessualità sia maschile che femminile attraverso immagini e filmati. Il "macho" e la "femme fatal" sono il modello sessuale prevalente nella vita quotidiana di noi comuni mortali, per quanto non (totalmente) corrispondente alla realtà.

Che cosa s'intende per identità di genere?

S'intende il genere che la persona sente come proprio, indipendentemente dal suo sesso biologico e dai suoi genitali. L'identità di genere può essere: maschile, femminile e transessuale (o transgender). Si parla, infatti, di disturbo d'identità di genere per far riferimento al "sentirsi" di un genere diverso da quello assegnato dalla natura.

Con il termine transessuale s'intendono le persone nate biologicamente con caratteristiche sessuali maschili o femminili, ma che sentono di appartenere al genere opposto, e che hanno portato a termine (o no) una trasformazione fisica verso l'identità di genere del sesso opposto a quello di appartenenza.

In Italia per i transessuali è previsto un percorso di riattribuzione del sesso della durata di circa due anni, comprensivo anche di un adeguato sostegno psicologico, il tutto a carico dello Stato. Chi vuole cambiare sesso sulla carta d'identità deve sottoporsi alle operazioni chirurgiche necessarie. In altri Paesi l'intervento chirurgico non è possibile, per esempio in quelli musulmani questa condizione non è assolutamente accettata.

Che cosa s'intende per ruolo di genere?

Il ruolo di genere è costituito dagli atteggiamenti e comportamenti che indicano il genere sessuale cui si appartiene. A qualificarlo il modo di vestire, di muoversi, di parlare, le azioni e le emozioni. Abbraccia un ampio spazio che va dall'estrema femminilità all'estrema mascolinità.

Il ruolo di genere ha subito negli ultimi decenni degli importanti cambiamenti sociali, a partire dal riconoscimento da parte delle donne di un proprio status giuridico indipendente.

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Fonte: stateofmind.it

Attualmente ai bambini, siano essi maschietti o femminucce, vengono date macchinine così come bambolotti. Sappiamo che il ruolo genitoriale viene appreso nei primi anni di vita, e come lo apprende la bambina lo apprende pure il bambino. È ben chiaro che il ruolo paterno e materno sono differenti, ma la differenza non risiede, di certo, nel rendere "mammo" un padre che cambia il pannolino, né "padre" una mamma che prende certe decisioni nell'interesse dei figli, in situazioni in cui la sua presenza è mancante.

L'orientamento sessuale: verso chi è diretto l'interesse?

L'orientamento sessuale riguarda la meta (il sesso della persona) cui è volto il proprio interesse sessuale.

Abbraccia l'eterosessualità (attrazione per soggetti di sesso opposti al proprio), l'omosessualità (ovvero interesse per soggetti del proprio genere), l'asessualità (l'assenza di attrazione per alcun genere sessuale) e la bisessualità (quando l'attrazione è volta sia a soggetti opposti al proprio sesso che a soggetti del proprio stesso sesso).

Al di là di opinioni soggettive, assi etici di riferimento e modelli educativi, ritengo sia fondamentale la consapevolezza della propria scelta che racchiude presupposti biologici ma anche psicologici. In questi ultimi rientrano: la nostra storia passata, i modelli genitoriali interiorizzati, il contesto sociale, ambientale sociale e culturale.

Come ho già avuto modo di precisare in altri scritti inerenti il tema della sessualità, omnia licet purché gli attori coinvolti siano entrambi adulti, almeno cronologicamente, e consenzienti. I minori sono altro e l'adulto, qualunque sia il suo orientamento sessuale, ha sempre il dovere di "tutelare il più debole", e qui, volutamente, mi fermo.

Considerazioni finali

Mi auguro che queste specificazioni possano aiutare a sradicare false credenze e tendenze a leggere in modo esasperato, per difetto o eccesso, scelte di partner che non risultano eterosessuali. Teniamolo bene in mente: la sessualità è una dimensione complessa e ampia ma, allo stesso tempo, le dinamiche relazionali sono identiche e trascendono l'orientamento sessuale stesso.

Vorrei concludere con una personale considerazione.

Ciò che conta, a mio avviso, è la consapevolezza della propria scelta e gli aspetti, non solo biologici, ma anche psicologici che sottendono la scelta del partner, ancor più se del proprio stesso sesso.

Se hai bisogno di supporto per scoprire e vivere serenamente il tuo orientamento sessuale, puoi contattare la dottoressa Orsenigo attraverso il nostro portale.

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Scritto da

Dott.ssa Annalisa Orsenigo

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