La Separazione Coniugale dal punto di vista dei figli

Con la legge 54/2006 l'interesse del minore viene quindi messo al centro del pensiero, si ha un concetto rivoluzionario della genitorialità

15 GEN 2020 · Tempo di lettura: min.
La Separazione Coniugale dal punto di vista dei figli

Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia: da diade a triade

La nascita del primo figlio comporta il passaggio da coppia a famiglia, da un'identità coniugale a un'identità familiare, da diade coniugale a triade familiare, e quindi un processo di riorganizzazione delle relazioni, sia nella famiglia nucleare che in quella estesa, necessario all'acquisizione del ruolo genitoriale, che nel contempo salvaguardi gli aspetti coniugali oltre ad assumere quelli genitoriali.

In relazione a questo evento critico vi sono diversi compiti di sviluppo che i neogenitori devono affrontare, tra i principali vi è appunto quello dell'assunzione del ruolo genitoriale, che vuol dire imparare a percepirsi e a comportarsi oltre che come coniugi, anche come madre e padre dei propri figli, "è molto piu di una nuova assunzione di ruolo, ma è l'acquisizione di una nuova relazione. In questo processo di costruzione della relazione genitoriale, ciascuno dei due genitori si deve confrontare con la propria storia passata, con il suo esere stato figlio e con il tipo di attaccamento e relazione che ha stabilito a sua volta con i propri genitori.

I due neo genitori devono costruire una relazione co-parentalebasata sulla condivisione emotiva, sulla negoziazione dei diversi stili di accudimento, in modo da condividere l'atteggiamento educativo così da non creare confusioni nel figlio.

La cogenitorialità può diventare un'area in cui si gioca il conflitto coniugale e dove i figli sono coinvolti in scene di lealtà: il bambino può trovarsi coinvolto in dinamiche "triangolari" disfunzionali, "triadi rigide", quando i genitori dedicano il tempo che passano con i figli focalizzandosi esclusivamente sulla loro relazione diadica e non fanno alcun riferimento al genitore assente, o peggio lo squalificano, il senso di famiglia e di fiducia nel "sottosistema" esecutivo da parte dei figli può essere compromesso, anche in presenza di una relazione non apertamente ostile tra i genitori

Parental Alienation(PAS)

"Un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. La sua manifestazione principale è la campagna di denigrazione rivolta contro un genitore, una campagna che non ha giustificazioni. Essa è il risultato di una programmazione effettuata da un genitore indottrinante e del contributo offerto dal bambino in proprio, alla denigrazione del genitore bersaglio." Gardner .

Ad oggi la definizione più accreditata è quella proposta da Bernet nel 2008

l'alienazione genitoriale come una condizione mentale in cui un bambino - solitamente coinvolto in una separazione conflittuale fra i genitori - si allea fortemente con un genitore "preferito" e rifiuta l'altro genitore "alienato" senza legittima giustificazione

ripresa in Italia da Cavedon e Magro nel 2010, che definisce il Parental Alienation Disorder (PAD) secondo i seguenti criteri:

1.Il bambino si allea ad uno dei genitori e rifiuta la relazione con l'altro senza legittime giustificazioni, generalmente in un contesto di separazione conflittuale e/o di disputa per l'affidamento.

2.Il bambino manifesta i seguenti comportamenti:

a)costante rifiuto verso un genitore, che raggiunge il livello di una vera e propria campagna di denigrazione;

b)utilizzo di razionalizzazioni futili, deboli, assurde, per criticare persistentemente il genitore rifiutato.

3.Il bambino manifesta almeno due tra i seguenti comportamenti e atteggiamenti:

a)mancanza di ambivalenza;

b)fenomeno del Pensatore Indipendente;

c)sostegno automatico al genitore alienante;

d)assenza di senso di colpa nel mancato rispetto e nella non accettazione dei sentimenti del genitore alienato;

e)presenza di sceneggiatura presa a prestito;

f)allargamento dell'animosità nei confronti della famiglia estesa del genitore alienato.

La comunità scientifica è concorde nel ritenere che la alienazione di un genitore non rappresenti di per sé un disturbo individuale a carico del figlio ma piuttosto un grave fattore di rischio evolutivo per lo sviluppo psico-affettivo del minore stesso.

Gli effetti dipendono:

-dall'età del figlio e dalla fase di sviluppo attraversata,

-dalla variabile tempo che trascorre il minore in tali condizioni (valutazione del conflitto pre e post separazione),

-dalle modalità utilizzare per impedire l'accesso all'altro genitore e dall'intensità con cui viene perseguito lo scopo dal genitore alienante,

-dalle risposte (se possibili) del genitore alienato

Gli effetti della separazione sui figli dipendono sia dal modo in cui essa viene percepita e giudicata da loro stessi, dai genitori e dalle persone che li circondano, sia dalla qualità del rapporto tra gli ex coniugi, il coinvolgimento dei bambini nei conflitti, le condizioni di vita, il livello di accordo o disaccordo dei genitori.

Ben-Ami e Baker hanno esaminato, in un campione di 118 interviste, le correlazioni psicologiche a lungo termine verificatesi in soggetti che hanno vissuto l'esperienza dell'alienazione genitoriale, Il loro studio ha concluso che esiste una associazione assai significativa tra la percezione dell'esposizione all'alienazione genitoriale in giovane età e una bassa autoefficacia, maggiori indici depressivi, una più bassa autostima e stili di attaccamento insicuro in età adulta, rispetto alle situazioni di separazione non conflittuali.

Baker e Verrocchio nel 2013 hanno rilevato in un'indagine svolta su 257 studenti di Chieti alti tassi di depressione, bassa autostima, abuso di alcol e stili di attaccamento disturbati nel gruppo di coloro che erano stati soggetti durante l'infanzia all'alienazione di un genitore legata a conflitti familiari conseguenti alla separazione e tali da coinvolgere i figli.

Riassumendo gli studi dimostrano che il divorzio raddoppia il rischio di problemi di adattamento nei bambini e negli adolescenti a diversi livelli:

- successo scolastico

-comportamento

-adattamento psicologico

-considerazione di sé

Dal punto di vista dei bambini: i gruppi di parola per figli di genitori separati

Oggigiorno i bambini si trovano, sempre più frequentemente, coinvolti in separazioni e divorzi, avvenimenti che portano con sé una rottura di legame: a venir meno è la relazione coniugale, ma permane la relazione genitoriale. Questo porta ad una nuova organizzazione familiare ed alla nascita di famiglie ri-composte; dunque i bambini sperimentano nuove costellazioni familiari: c'è chi vive con papà, mamma, i nuovi compagni dei genitori e con i loro figli, nuovi fratelli e nuove sorelle.

Per i bambini è difficile parlare di quello che provano. Non sanno mai a chi rivolgersi e a chi parlare di quello che vivono. Molti di loro desidererebbero che tutto tornasse come in passato, sognano la riunificazione della famiglia ed hanno a volte difficoltà ad intravvedere un avvenire. A volte devono in pochi giorni o in poche settimane assumere improvvisamente numerose responsabilità e occupazioni del quotidiano (materiali, amministrative….) senza poter dare un senso a ciò che vivono. E' importante poter capire attraverso i discorsi dei figli, la sofferenza, i dubbi, la collera, espressi dagli adulti, dai loro genitori; e i bambini a volte si fanno carico delle inquietudini e delle disperazioni degli adulti per cercare di consolarli. Ma dobbiamo anche cercare di ascoltare tutta la loro impotenza, la loro disperazione di fronte a certe situazioni troppo complesse e troppo pesanti per loro da elaborare.

Il Gruppo di Parola è un gruppo di sostegno e scambio. È uno strumento introdotto nel nostro Paese per rispondere alle esigenze dei tanti genitori che con i loro figli vivono l'esperienza della separazione con tutti i problemi ad essa connessi.

Esso diventa un'occasione per i bambini, che a differenza dei genitori non hanno spazi cui parlare, persone con cui confrontarsi e che li sostengono, ma stanno in silenzio a guardare; rappresenta per i bambini un'opportunità di essere aiutati a mettere a fuoco che cosa sta succedendo nella loro famiglia e di incontrare bambini che stanno nella loro stessa condizione ma in fasi differenti.

Gli obiettivi dei gruppi di parola sono molteplici, ma l'idea fondamentale è di consentire ai bambini e agli adolescenti di uscire dal loro isolamento, favorendo un contatto con altri bambini che vivono o che hanno vissuto la separazione dei genitori.

Permettere al bambino di informarsi per capire cosa sta accadendo e permettergli di avere uno spazio per imparare ad identificare le proprie sensazioni ed esprimere le proprie emozioni per poterle affrontare in modo adeguato: spesso, quando i genitori si separano, i bambini non sanno con chi parlare e a chi rivolgersi; gli adulti al contrario, trovano sostegno nei familiari, negli operatori, nei colleghi. I bambini vedono i loro genitori tristi, disorientati ed anche un bambino piccolo si pone delle domande.

Un altro obiettivo è quello di diminuire il senso di colpa e di responsabilità in relazione alla separazione, sostenere il bambino nelle tappe del cambiamento e favorire quei meccanismi che consentono al bambino una maggiore adattabilità al suo vissuto aiutandolo a trovare delle risorse es incoraggiandolo al dialogo con i genitori. Il Gruppo di Parola è una opportunità per i bambini e gli adolescenti di aprirsi al dialogo, porre domande e condividere le loro emozioni.

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Scritto da

Dott.ssa Erika Leoni

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