La procreazione medica assistita: scelte, dilemmi e implicazioni nella vita di una coppia

I percorsi di Procreazione Medica Assistita possono sconvolgere la normale quotidianità di una coppia che si può sentire incompresa, sola e in attesa.

4 MAG 2017 · Tempo di lettura: min.
La procreazione medica assistita: scelte, dilemmi e implicazioni nella vita di una coppia

Diventare mamma e diventare papà è una tappa percepita come una realizzazione personale nella vita di una persona e/ o di una coppia.

La scelta di un matrimonio o di una convivenza è spesso correlata alla procreazione, ma il viaggio verso il raggiungimento della genitorialità non è sempre così lineare (Redshaw & Martin, 2009. Planned pregnancy, trajectories for parenthood and infertility. Journal of Reproductive and Infant Psychology, 27, 221-222). L'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, World Health Organisation, 2013) definisce l'infertilità come il fallimento nel raggiungere la gravidanza dopo 12 mesi o più di regolari rapporti sessuali senza l'utilizzo di mezzi contraccettivi.

In tutto il mondo la stima delle coppie infertili è di circa 48.5 milioni (il 3% della popolazione) e nei paesi più sviluppati una coppia su quattro è infertile (WHO, 2013). Il fenomeno dell'infertilità non è di per sé pericoloso per la vita di una persona, ma ha implicazioni significative per il benessere mentale e sociale di chi ne è coinvolto: ad un livello individuale minaccia l'identità di entrambi i partners che possono avere come progetto quello di diventare genitori e, a livello di coppia, può portare a conflitti e a difficoltà sia comunicative che sessuali. Sia l'uomo che la donna possono sperimentare una varietà di sintomi tra cui i più comuni sono: stress, ansia e sintomi depressivi (Cassidy & Sintrovani, 2008. Motives for parenthood, psychosocial factors and health in women undergoing IVF. Journal of Reproductive and Infant Psychology, 26, 4-17; Edelmann, Connolly, & Bartlett, 1994. Coping strategies and psychological adjustment of couples presenting for IVF. Journal of Psychosomatic Research, 38, 355-364).

Le coppie si trovano a cercare disperatamente la causa dell'infertilità, se "il problema" è dell'uomo o della donna, e ad affrontare i relativi "sensi di colpa" ad esempio per non riuscire a dare al partner il figlio tanto desiderato. Oltre all'oneroso impegno economico, la coppia dovrà scegliere quale potrà essere il metodo di procreazione più adatto a loro affrontando un linguaggio medico non sempre comprensibile in una condizione già di vulnerabilità psicologica; dovrà essere a conoscenza di che cosa consiste un percorso di Procreazione Medica Assistita: le fasi del metodo scelto, la necessità di continue visite mediche, di terapie e controlli scadenzati nel tempo che possono anche interrompere la normale quotidianità dei singoli, gli eventuali rischi che possono essere correlati a tale percorso quali ad esempio la possibilità di gravidanze gemellari/ plurigemellari o di non rimanere incinta nonostante più percorsi di procreazione o di aborti spontanei, contrapposti al sogno di diventare genitori. Inoltre è un percorso dalla durata incerta, in cui ci può essere un susseguirsi di tentativi senza essere a conoscenza del perché e di quando ci potrà essere il risultato sperato. Talvolta le coppie, nella disperazione e nella speranza, provano ad affrontare il percorso di procreazione all'estero dove la legislazione è diversa, affrontando anche i giudizi e/ o le pressioni sociali per ogni scelta fatta od esclusa.

Di seguito riporto alcune frasi di donne e uomini prima o durante il percorso di procreazione che comunicano parte dei loro vissuti e dei temi comuni nella costruzione dell'esperienza dell'infertilità quali ad esempio l'attesa, il tempo che passa, la speranza, la solitudine, l'incomprensione, il senso di colpa, il senso di vuoto: "il tempo passa troppo velocemente…all'opposto, le giornate sembrano non finire mai"; "ho sempre pensato che, se non avremo successo, proverò qualunque cosa fino a quando raggiungerò i 40 anni"; "in questo momento sento il mio corpo come uno strumento"; "la realizzazione di una donna sta nel diventare madre: noi siamo nati per questo e siamo fatti per questo"; "arriviamo in ospedale alle 7.30 e aspettiamo che ci vengano a chiamare. Alle 8.30 siamo in una sala d'attesa. Se sei fortunato riesci a saltare la coda, altrimenti aspetti fino alle 10.00… devi sempre aspettare, aspettare, aspettare… sei esausto! Poi corri al lavoro e continui ad aspettare. Poi corri di nuovo in ospedale per arrivare in tempo"; "non voglio parlare del percorso di procreazione che stiamo facendo perché temo che saranno apprensivi con me facendomi continue domande che mi potrebbero fare male"; "sembra che gli altri non ti capiscano dicendoti frasi come –non pensarci!-; "ogni volta arrivi al percorso così stanca che dici: -questa è l'ultima volta-.. poi però ci riprovi di nuovo"; "rimarrà per sempre un vuoto" (Cipolletta & Faccio, 2013. Time experience during the assisted reproductive journey: a phenomenological analysis of Italina cuples' narratives. Journal of Reproductive and Infant Psychology, 13, 285-298).

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Scritto da

Dott.ssa Francesca Carini

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