La meditazione nella vita quotidiana

Tutti possono meditare, non è necessario avere doti particolari. Ma cosa ci si aspetta dalla meditazione?

7 GEN 2019 · Tempo di lettura: min.
La meditazione nella vita quotidiana

Tutti possono meditare, non è necessario avere doti particolari. Ma cosa ci si aspetta dalla meditazione?

La cosa più comune che si riscontra nelle persone che iniziano a meditare è l'aspettativa che essa sia un metodo finalizzato al rilassamento ma in realtà non è così.

Durante la meditazione, è possibile provare sensazioni piacevoli, fasidiose o sentirsi rilassati; queste sensazioni non rientrano negli obiettivi della meditazione ma possono essere considerati come degli "effetti collaterali".

La meditazione ci permette di raggiungere la consapevolezza, essa non è un modo per fuggire dalla realtà ma anzi è un modo per stare più intensamente in essa. Con la meditazione si esercita la capacità di essere nella realtà attuale nel momento in cui si manifesta. Essere consapevoli significa "sentire la realtà" piuttosto che pensare ad essa. Tale processo è un modo diverso di vedere la realtá; in genere interpretiamo il mondo catalogando le nostre esperienze in compartimenti mentali statici mentre la meditazione permette di cogliere l'impermanenza di ciò che crediamo permanente, mostrandoci il continuo flusso di cambiamenti che avvengono in qualsiasi oggetto o stato interno o esterno a noi. Con la meditazione, pian piano ci si accorge che tutto ciò che sembra fermo e sempre uguale è in realtà in continuo mutamento.

In che modo tale consapevolezza può aiutarci?

Se pensiamo che gran parte della sofferenza che proviamo è legata alla difficoltà ad accettare i cambiamenti, diviene intuitiva l'utilità di un "allenamento" ala consapevolezza. Siamo continuamente "disattenti" ai continui cambiamenti che avvengono dentro e fuori di noi ed a un certo punto ci ritroviamo in una condizione ovviamente diversa da quella precedente, ma proprio perché inattesa, estremamente dolorosa.

Perché soffriamo?

Perché vorremmo ottenere un beneficio, per il timore di perdita, per il desiderio di allontanarci da una cosa o da un evento, dunque per portare qualcosa verso l'io o per separare qualcosa dallo stesso. La meditazione comporta il dissolvimento di un io separato dall'esterno. È inclusiva, è connessione con la realtà a cui siamo legati senza soluzione di continuità.

In coclusuione, possiamo dire che..

Per iniziare a meditare si consiglia di sedersi in un ambiente tranquillo: ciò rappresenta un "allenamento". La meditazione diventa un esercizio sterile se non applicata alla vita di tutti i giorni; e così man mano che ci alleniamo la capacità di stare nelle cose che accadono qui ed ora si manifesterá sempre piú spessso, magari mentre guidiamo oppure mentre mangiamo. Potenzialmente qualsiasi attività può essere praticata in maniera consapevole, anche un litigio. La meditazione ci mostra momento per momento che siamo vivi, che ogni attimo è distinto dal precedente e dal successivo, che tutto si trasforma costantemente e che tutto questo si può accettare. L'io si dissolve in favore di una visione dei fenomeni, in continuo mutamento e collegati tra loro. La meditazione si impara "praticando", non é sufficiente parlarne. Non ci si siede in meditazione per pensare, ma per vivere.

Bibliografia

Henepola Gunaratana (2010)."La pratica della consapevolezza". Ubaldini Editore.

Articolo della Dott.ssa Graziella Pisano, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Campania

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Scritto da

Dott.ssa Graziella Pisano

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, esperta in disturbi dello spettro autistico e in neuropsicologia. È laureata con lode presso l'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli e specializzata con lode presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC). Esercita presso il mio studio a Frattamaggiore (NA).

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