La dipendenza affettiva: la dipendenza da un oggetto amato

L'oggetto amato si rivela come il soggetto che può dare o togliere benessere a chi ne dipende.

27 NOV 2018 · Tempo di lettura: min.
Photo by Christopher Windus on Unsplash

La dipendenza affettiva è una dipendenza da un oggetto amato. L'oggetto amato, che in questo caso è una persona, si rivela come il soggetto che può dare o togliere benessere a chi ne dipende. Ha quindi molto potere.

Al pari di una sostanza o di un farmaco la persona funge da regolatore emotivo. Ma come si fa a capire se si è in una dimensione di dipendenza affettiva? Quando ci si trova a soffrire spesso, a sopportare di essere trascurati o maltrattati, a fare cose che non si vorrebbero fare, pur di preservare il legame con l'altra persona, si è sicuramente in una forma di dipendenza affettiva.

La dipendenza affettiva assume quindi varie forme

Se i partner sono entrambe dipendenti, con un attaccamento ansioso, la relazione sarà sperimentata inizialmente come un idillio d'amore fusionale, ma non mancherà di precipitare in dinamiche disfunzionali, poiché la simbiosi comporta sempre una svalutazione di parti di sé e dell'altro. Se la persona con cui il dipendente è in relazione ha un’organizzazione di personalità narcisista, gli esiti relazionali possono essere diversi.

La persona dipendente, che normalmente parte con una bassa autostima, inizierà a considerare l'altro la cosa più importante, dandogli la priorità assoluta, spesso rinunciando alle proprie amicizie e ai propri interessi per seguire l'altro, fino ad arrivare ad adombrarsi (togliere luce a se per far risplendere l'altro). Questo atteggiamentoè più diffuso nelle donne, che culturalmente hanno assimilato il concetto per cui è giusto rinunciare a molte cose per far stare bene e far emergere il proprio uomo.

Spesso abbiamo sentito frasi pronunciate da mogli o compagne di uomini illustri come "una donna deve sempre mettersi in ombra per far brillare il proprio uomo" oppure "dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna", che riconoscono di fatto alla donna il ruolo di stare dietro, nell'ombra e di far brillare l'altro, come dei valori.

Naturalmente però anche un uomo può adombrarsi. Colui che si adombra sarà compiacente, se il partner è collerico, cercherà di essere mite e di non provocarlo, se è geloso, taglierà tutti i contatti con le persone del sesso opposto, ma in alcuni casi taglierà i contatti anche con le amicizie e nei casi più estremi anche con i familiari.

La persona da cui dipende diventerà il centro del suo mondo ed unico nutrimento affettivo. Sarà quindi l'unica possibilità per il dipendente di sentirsi amato o di valore. Ma se il partner ha una struttura di personalità narcisista, tenderà a svalutare tutti tentativi del dipendente di essere abbastanza degno del suo amore, se la relazione degenererà si arriverà alla violenza psicologica come controllo, all’umiliazione, alla svalutazione continua, alle urla, alla coercizione fino ad arrivare alla violenza fisica.

Il dipendente avrà completamente demolita la sua autostima, potrebbe iniziare a sentire una mancanza di energia, di interessi, ed arrivare anche a trascurarsi fisicamente, sia perché potrebbe iniziare ad instaurarsi una depressione reattiva, sia perché in questo modo, sacrifica totalmente se stesso, togliendosi importanza per non urtare o offendere l'altro.

Nonostante tutto potrebbe rimanere ancora ancorato, pur di non subire un abbandono. Ciò che infatti il dipendente teme di più è l'abbandono e la solitudine emotiva. Il dipendente pensa di non potersi fare carico di sé ed è disposto a tutto pur di rimanere nella relazione. Se infine viene abbandonato o decide tra mille difficoltà di porre fine alla relazione, colui che dipende può trovarsi ad affrontare una depressione o attacchi di panico, ad assumere sostanze, oppure ad andare incontro a comportamenti autolesionistici.

Il rifiuto e l'abbandono sono infatti, per il dipendente, dolori troppo forti da poter affrontare senza aiuto.

La dipendenza affettiva può assumere anche forme meno distruttive. Si può rimanere per lungo tempo in una relazione insoddisfacente da molti punti di vista, poiché si teme il distacco, o si avvertono troppi sensi di colpa, o si pensa di non poter meritare di essere felici. Anche in questa circostanza ci si trova in una forma di dipendenza affettiva che ha a che fare con un disagio interno legato al sé.

Un percorso di cura della dipendenza affettiva implica una rielaborazione dei traumi affettivi che hanno origini antiche. Mira a ricostruire una stima di sé e un senso di valore personale tale da potersi dare importanza, dire dei no, mettere dei confini, avere come priorità se stessi.

Attraverso tale percorso si può imparare a riconoscere le persone abusanti (psicologicamente oltre che fisicamente) o indisponibili (le persone dipendenti tendono inconsciamente a ricercare partner trascuranti o maltrattanti per confermare a se stessi il poco valore personale e il bisogno di dipendere) e instaurare relazioni intime positive, caratterizzate da rispetto, scegliendo partner adeguato.

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Scritto da

Dott.ssa Marialaura Familiari

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Commenti 2
  • Francesca Renzi

    Buongiorno, Lettura formativa e interessante, potrei saperne di piu? Grazie

  • Eva Frattura

    Un ottimo articolo chiaro e completo

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