La dimensione corporea in psicoterapia: espressione delle emozioni e recupero del grounding

Sentire il proprio corpo, recuperare la centratura o grounding, sbloccare le emozioni parassite e raggiungere uno stato di rilassamento maggiore.

18 GIU 2018 · Ultima modifica: 19 GIU 2018 · Tempo di lettura: min.
La dimensione corporea in psicoterapia: espressione delle emozioni e recupero del grounding

L'importanza della terapia verbale è oramai assai nota, in quanto tutti gli approcci psicologici utilizzano la parola come elemento centrale per il sostegno e la cura del disagio psichico.

A prescindere dall'orientamento, dalle tecniche utilizzate e dalle caratteristiche peculiari dello psicologo, la parola è l'elemento comune attraverso il quale scavare analiticamente nel passato, connettersi nel qui ed ora con il paziente, e apprendere nuove modalità strategiche cognitive per il futuro.

Oggi però, un numero crescente di professionisti sceglie di utilizzare approcci corporei in quanto tensioni, dolenzie, attivazione fisiologica e somatizzazioni, sono da sempre un correlato importante della sofferenza psichica, e non a caso si parla di disagio psicofisico.

Dunque, la dimensione corporea in terapia, non solo permette di scaricare tensioni o raggiungere un livello di rilassamento maggiore, ma offre l'opportunità al terapeuta di comprendere meglio lo stato emotivo della persona attraverso una serie di osservazioni precise, come l'analisi del respiro e del grounding (contatto con il terreno, centratura).

Tra le tecniche adoperate possiamo menzionare sicuramente la bioenergetica, il rilassamento progressivo e l'immaginazione guidata, ed ogni tipologia di lavoro sul corpo e sul respiro porta con se delle peculiarità ben precise. L'obbiettivo è "sentire il corpo", fissare l'esperienza e connetterla al vissuto psichico, in modo da controllarlo, aumentare la consapevolezza e utilizzare ciò che emerge per la scarica di emozioni parassite bloccate.

In particolare, le classi di esercizi di bioenergetica hanno come obbiettivo quello di aiutare a restituire al corpo le funzioni primarie distribuendo in modo più economico l'energia, permettendo così di riacquisire gradualmente la percezione del corpo (cosa non affatto scontata), distribuire meglio lo stress, allentare le tensioni muscolo - scheletriche e raggiungere un rilassamento maggiore in uno stato di centratura corporea e del sè psichico.

Il punto di partenza è il respiro. Sappiamo quanto le emozioni siano strettamente interconnesse ad esso e come questo cambi in base all'emozione che stiamo provando in un determinato momento. Molte emozioni inespresse trovano una via di fuga nel corpo, dunque nella postura, nel suono della voce, nelle rigidità muscolari e nel respiro, appunto. Restituire al corpo le sue funzioni primarie significa anche restituire ad esso quel respiro che un tempo (da neonati) era fluido, ampio, privo di impedimenti e condizionamenti, ma sopratutto non influenzato dalle emozioni parassite.

Non a caso la bioenergetica è utilissima se adoperata nei disturbi d'ansia, nei disturbi di depersonalizzazione e derealizzazione o nei disturbi di somatizzazione, dove spesso si ha la sensazione di sentirsi "in mille pezzi o disintegrati", poco radicati e centrati e con il respiro cronicamente bloccato.

Associare il lavoro verbale a quello corporeo offre l'opportunità di intervenire in modo integrato, completo e flessibile, dove ciò che avviene in terapia può essere ripetuto anche a casa, attraverso semplici esercizi, espandendo così il raggio di azione della terapia stessa e della sua efficacia.

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Scritto da

Francesco Romano

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