La comunicazione perversa: cos'è e come difendersi

Comunichiamo tantissime cose con le parole. E nonostante tutti i suoi punti positivi, la comunicazione può anche diventare perversa.

11 NOV 2019 · Tempo di lettura: min.
La comunicazione perversa: cos'è e come difendersi

La comunicazione tra esseri umani è un ottimo strumento. Ci permette di instaurare relazioni forti, di farci capire, di trasmettere messaggi d’amore e di gioia. Sfortunatamente, se usata in modo inappropriato, può anche diventare perversa e causare molti danni.

È spesso attraverso la comunicazione che trasmettiamo le nostre emozioni, ma anche i nostri sentimenti verso l'altra persona. Se una comunicazione benevola crea un clima di fiducia e soddisfazione, le osservazioni maligne possono far sentire l’altra persona a disagio o addirittura moralmente ferita. Questo tipo di comunicazione si trova in tutti i tipi di relazioni, siano esse amichevoli, professionali o romantiche. Passa attraverso beffe, insinuazioni o ironia e può essere paragonata a una forma di tortura psicologica.

È una manipolazione insidiosa, subdola, perché la persona indicata non ha nulla di concreto da rimproverare al suo interlocutore, che si difenderà dicendo che era solo una presa in giro, a volte sostenuta da altre persone. Eppure, è una vera mancanza di rispetto, anche se non ce ne rendiamo conto.

L'interlocutore prenderà in giro i tuoi gusti, i tuoi sogni o i tuoi progetti, li denigrerà con una parvenza di scherzo. La comunicazione perversa può anche essere espressa quando una persona decide di non parlarti, di ignorarti o di interromperti non appena apri la bocca.

Deridere fa parte della comunicazione perversa

Forse hai l'impressione che quando prendi in giro qualcuno lo fai sempre un po’ per caso e credi che non sia un atteggiamento realmente cattivo. Eppure, nel farlo, non hai rispetto per il tuo interlocutore.

Tuttavia, è opportuno fare delle distinzioni. Per esempio: dire “questi pantaloni ti fanno il didietro grande” è diverso dal dire “sei troppo grasso per indossare questo tipo di pantaloni”.  Nel primo esempio non è la persona ad essere criticata, ma i pantaloni tagliati male. Nel secondo esempio è proprio la persona ad essere svalutata, ed è molto diverso.

Alcune persone usano l'ironia per creare un tipo di relazione basato sulla paura, dando a se stessi un'immagine di forza. Spesso questo atteggiamento di "persecuzione" diventa patologico con conseguente manipolazione relazionale. Questo tipo di persona prova un certo piacere nel sminuire l'altro o almeno nell’avere potere sull'altro, a volte in modo inconscio.

Queste persone che usano l'ironia e la beffa come mezzo di comunicazione creano un'atmosfera spiacevole per gli altri. A volte le persone assumono un atteggiamento simile per proteggersi, ma non è consigliabile perché non favorisce la creazione di uno spazio intimo e fiducioso. Inoltre, le relazioni non potranno essere oneste e armoniose.

Ovviamente la vittima non deve subire questo tipo di ironia in modo permanente, anzi ha il diritto di reagire rispondendo in modo appropriato in modo che l’interlocutore la rispetti.

Individua le “relazioni tossiche”

Una persona che ti prende in giro e ti denigra costantemente mette in atto una comunicazione perversa, un comportamento tossico che può causare gravi danni. Il rapporto instaurato in questo modo non farà che peggiorare, perché se la vittima degli attacchi cerca di ammorbidire il suo comportamento per compiacere l'altro e non subire i suoi attacchi, il comportamento tossico verrà rinforzato. Se invece la vittima decide di vendicarsi e ribellarsi, il beffardo/persecutore potrebbe essere ancora più aggressivo nei suoi attacchi.

Cosa che succede molto spesso in una relazione con un pervertito narcisista.

Cosa fare?

In effetti, questo tipo di persona dà la sensazione di sapere tutto meglio degli altri, ma è un'illusione. Gestendo perfettamente la beffa e l'ironia, riesce a schiacciare gli altri e crea un potere del tutto artificiale. Sfortunatamente, le persone con un carattere più docile e assertivo che tendono a piacere agli altri e non a offendere, saranno manipolate più facilmente.

Sii consapevole del fatto che, anche se gli altri non se ne rendono conto e nonostante ciò che ti viene detto, non sei tu ad avere un problema di suscettibilità, ma forse non riesci ad affermarti come dovresti. Comunque, se qualcuno ti manca di rispetto non puoi continuare ad accettarlo.

Se si tratta di una relazione professionale, puoi chiedere ai tuoi colleghi se si sentono allo stesso modo e puoi andare a parlarne con il dipartimento di risorse umano. Se è un collega che ti manca di rispetto, non devi subire questo suo atteggiamento ogni giorno, impara ad affermarti mettendolo al suo posto. Quando la relazione è più stretta (coniuge, amico, ecc.), non esitare a dire a suddetta persona che ciò che ti dice ti rende triste o ti mette a disagio. Ripetilo finché non capisce, spiegando perché ti mette così a disagio. Se soffri molto e hai bisogno di trovare soluzioni, non esitare a contattare uno psicologo che può aiutarti.

Sia che tu abbia una relazione con un perverso narcisista o  questa persona sia il tuo capo, il motto rimane lo stesso: "fuggi". Non lasciare che ti distrugga, fatti sostenere dai membri della tua famiglia e, se necessario, rivolgiti a un professionista.

Articolo pubblicato su Psychologue.net

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Commenti 4
  • Daniela Russo

    E quando sono proprio i membri della famiglia a mettere in atto questo tipo di comunicazione? Nello specifico mia madre…?

  • Sara Belmonte

    Buongiorno, Vorrei chiedere un parere in merito alla comunicazione perversa. Può essere tale anche solo quando la persona in questione ti fa notare un tuo difetto? Ero al secondo appuntamento con un ragazzo (alquanto egocentrico) e con aria di sufficienza ha iniziato a psicanalizzare i miei atteggiamento dicendomi che sono insicura Grazie mille in anticipo

  • Elisabetta Brambilla

    E se fosse mia madre la persona in questione?

  • Margherita celestino

    E se fossi io la persona in questione e l'interlocutore torturato fosse mia madre? Io riconosco in me questo atteggiamento destritto nell'articolo. Riconosco una rabbia repressa nei confronti di mia mamma che si manifesta in questo tipo di comunicazione. Entrambe soffriamo molto. Cosa devo fare? Grazie mille Margherita celestino

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