Ipersessualità: quando il sesso si trasforma in ossessione

La difficoltà nel superare questo disturbo sta nel senso di colpa e di vergogna che spesso accompagna chi soffre di ipersessualità.

9 OTT 2018 · Tempo di lettura: min.
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Cosa s'intende per ipersessualità? Quali sono i sintomi e le cause di questo disturbo?

Chiamato in passato ninfomania nella donna,  satiriasi nell’uomo, tale disturbo, oggi, viene diversamente interpretato. Il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione), ovvero la ‘bibbia’ di psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, ha introdotto importanti cambiamenti nelle concettualizzazioni di ipersessualità e parafilie, asserendo in maniera decisa che  “molte persone con desideri sessuali atipici non hanno un disturbo mentale”. Alcuni comportamenti sessuali non normativi sono, così, stati destigmatizzati e scorporati dal disturbo perverso, tra questi ninfomania e satiriasi, termini ormai in disuso in psicologia.

Distinguere tra normali e patologici livelli di desiderio sessuale non è facile, inoltre oggi si vuole evitare di far diventare “disturbi” fantasie, impulsi o comportamenti che vanno solamente contro il comune senso morale. Questo è il motivo per cui non esiste la dicitura “disturbo da ipersessualità” nel DSM 5.

Qual’è allora il limite tra normalità e patologia?

Non tanto il disturbo in sé ma il vissuto della persona stessa. Se l’individuo prova angoscia per il proprio comportamento sessuale allora necessita aiuto. Patologico è però certamente anche un comportamento sessuale che comporta un disagio psichico, ferite o morte di un’altra persona o che coinvolge persone incapaci di dare un valido consenso, fino a coinvolgerle a loro insaputa. 

Al di là delle etichette, per i professionisti dell’ambito psicologico il quesito rimane come meglio aiutare le persone che cercano aiuto, lamentando una sessualità sfrenata ed incontrollabile, tesa a sfociare in un alto numero di incontri sessuali con prostitute o in una ricerca irrefrenabile di relazioni extraconiugali o di rapporti plurimi anonimi non protetti, masturbazione compulsiva, dipendenza da pornografia.

Tali comportamenti non vengono vissuti con soddisfazione dai pazienti che cercano aiuto, ma comportano, piuttosto, profondi sensi di colpa e frustrazione, nonché sgradite conseguenze come gravidanze indesiderate, malattie sessualmente trasmissibili, problemi economici.

Le cause del disturbo da ipersessualità non sono ancora chiare. Diverse le ipotesi. ll sesso compulsivo sembra essere usato per fronteggiare in modo mal adattivo lo stress o gli sbalzi d’umore. Gli individui che manifestano sintomi di comportamento legato a ipersessualità sembrano, infatti, avere deficit di regolazione degli affetti e affetti negativi (tra cui l'alessitimia, la depressione e la vulnerabilità allo stress). Altri studi mettono in luce alterazioni a livello cerebrale (presenza di una disregolazione dell'HPA - asse ipotalamo-ipofisi-surrene) o una predisposizione genetica. Altri fattori potrebbero, infine, essere legati alla presenza di traumi e abusi subiti durante l'infanzia, una bassa autostima, un'educazione familiare troppo rigida.

La difficoltà nel chiedere aiuto sta spesso nel senso di colpa e di vergogna che tali individui provano. Eppure trovare il coraggio per rivolgersi ad uno specialista o al medico di famiglia è il primo passo imprescindibile per potere gestire ciò che si percepisce come un disturbo particolarmente deprivante.

Un aiuto significativo è quello di uno psicologo o di uno psicoterapeuta specializzato in questo tema. Il lavoro terapeutico consiste nell’indagare le cause all'origine del disturbo e cercare le migliori strategie per ricostruire una vita sessuale, personale e sociale più soddisfacente.

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Rivisto da Luisa Ghianda

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