"Io cresco!"..."no tu no!"
Non è un compito semplice accompagnare i propri figli nella crescita e nella conquista delle autonomie, alcune delle quali sono necessarie e fondamentali. Istruzioni d'uso.
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I bambini crescono attraverso le proprie piccole autonomie conquistate quotidianamente, giorno dopo giorno. Crescono attraverso piccole, piccolissime conquiste; passo dopo passo acquisiscono forza, coraggio e speranza di potercela fare, a volte da soli, a volte con l'aiuto di mamma e papà. Osservano il mondo, si stupiscono del mondo.
Interagiscono con esso, si mettono alla prova.
I bambini sicuri si sono sentiti sufficientemente liberi di sperimentarsi e sperimentare il mondo attorno a loro; si sono sentiti sufficientemente supportati, sostenuti, incoraggiati. Hanno sperimentato la paura, la vergogna, la rabbia ma hanno potuto trovare e ritrovare la base sicura: ossia hanno trovato mamma e papà sufficientemente disposti ad accogliere i loro timori e le loro fatiche. Si sono sentiti sufficientemente accettati e amati per come sono. Sono bambini che passo dopo passo crescono conquistandole autonomie in modo sufficientemente integrato; conquiste e sconfitte che vengono affrontate da soli e insieme a mamma e papà. Gli adulti sono integrati come persone di cui fidarsi, possono deludere ma vengono accettati e amati, sono degni di fiducia, anche se non sempre rispondono in modo adeguato.
I bambini insicuri non si sono sentiti sufficientemente liberi di sperimentarsi e sperimentare il mondo attorno a loro; non si sono sentiti sufficientemente supportati, sostenuti, incoraggiati. Hanno sperimentato la paura, la vergogna, la rabbia e a volte erano soli, non hanno potuto trovare e ritrovare una base sicura. Non sempre hanno trovato mamma e papà sufficientemente disposti ad accogliere i loro timori e le loro fatiche: non si sono sentiti sufficientemente accettati e amati per come sono e per cosa fanno
I genitori supportano naturalmente e istintivamente le autonomie dei propri figli; è un istinto tipicamente paterno sostenere e indirizzare l'autonomia dei propri figli. La funzione paterna è proprio questa, intesa in senso classicamente psicoanalitico. (Freud, Lacan, 1960).
Due immagini evocative:
un padre indossa nel marsupio il proprio figlio rivolgendolo al mondo; la madre indossa il marsupio tenendoselo al petto. Il padre gioca lanciando il bambino in aria, verso il cielo; la madre lo coccola nel proprio letto.
Il mondo della modernità ha soverchiato il fascino del rito e dell'istinto; gli adulti desiderano intimamente e profondamente che i bambini rimangano sempre bambini. Salviamo la bontà del modo infantile contro la crudeltà e la cattiveria del mondo adulto: questa è una credenza sociale molto radicata nella nostra cultura post moderna.
"Perché no, fintantoché si può? Lasciatelo ancora bambino, avrà tempo per crescere, non c'è fretta".
I bambini hanno il diritto all'autonomia: hanno il diritto ad essere sufficientemente liberi di sperimentarsi e sperimentare il mondo attorno a loro; di sentirsi sufficientemente supportati, sostenuti, incoraggiati. Hanno il diritto di sperimentare la paura, la vergogna, la rabbia ma allo stesso tempo di poter trovare e ritrovare una base sicura ove potersi ancorare in caso di pericolo. Hanno il diritto di trovare una mamma e un papà sufficientemente disposti ad accogliere i loro timori e le loro fatiche. Hanno il diritto di ricevere radici e ali.
La frustrazione è funzionale alla crescita: è funzionale alla sviluppo psichico del bambino. Non sempre è facile riuscire a viverlo e attraversarlo, ma è funzionale. È uno dei compiti evolutivi dei genitori. Se il genitore si trova in difficoltà a tollerare la propria frustrazione che risuona in lui di fronte al bambino in difficoltà è un problema suo: da genitore è invitato a rifletterci a trovare una soluzione per sé stesso, in primis. La soluzione dell'evitamento alla frustrazione al bambino è una falsa soluzione: procrastina una questione importante e vitale, una questione cruciale della crescita.
Non quindi: "io cresco, ma tu no!"; ma invece: "si dai, proviamo a crescere insieme!".
La prospettiva così cambia: non perdiamo nulla dei nostri bambini se non usiamo più il pannolino, ma conquistiamo la libertà di un vasino; non perdiamo nulla dei nostri bambini se non usiamo più il seggiolone, ma conquistiamo la libertà di una sedia; non perdiamo nulla dei nostri bambini se non usiamo più la culla , ma conquistiamo la libertà del letto. Ricordiamo che la parola chiave è sufficientemente: ogni passaggio, ogni evoluzione va pensata, va creduta, condivisa e va sentita.
Un passaggio non deve mai coincidere con eventi di per sé dirompenti e traumatici: non togliamo il ciuccio appena nasce una sorellina "perché tu sei oramai grande!". Le autonomie vanno conquistate passo dopo passo, un giorno alla volta e quello che non riusciamo oggi lo faremo domani. E ci stupiremo forse che "vabbè non dorme più nella culla ma ora va in bici": "posso godere di questa nuova cosa…e se cade ci sarò, mi impegnerò!".
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