Insonnia: Caratteristiche e fattori di mantenimento di un disturbo comune

Esistono diversi tipi di insonnia, con diverse caratteristiche e modi di manifestarsi. Spesso l'insonnia è un sintomo di altro, ma è qualcosa di cui ci si può prendere cura.

10 NOV 2022 · Tempo di lettura: min.
Insonnia: Caratteristiche e fattori di mantenimento di un disturbo comune

L'insonnia è un disturbo caratterizzato dalla difficoltà ad iniziare e/o mantenere il sonno o da un sonno non ristoratore che influenza la sensazione soggettiva di benessere. È una condizione piuttosto comune che si stima sia vissuta dal 10 al 15% della popolazione ed è maggiormente frequente nelle donne, nei divorziati/separati e fra le persone anziane.In passato si tendeva a distinguere un'insonnia primaria, cioè non dovuta ad altre condizioni, e un'insonnia secondaria, cioè legata ad altre condizioni mediche o psicologiche, mentre nelle ultime classificazioni questa distinzione è venuta meno.L'insonnia si trova spesso associata ad altre condizioni, come disturbi d'ansia e depressione e figura come uno dei sintomi più frequenti sia nei disturbi d'ansia che nel disturbo depressivo. Da diversi studi è emerso che nonostante l'insonnia si ritrovi frequentemente accompagnata da altre condizioni, spesso le precede, ne costituisce un fattore di rischio, e può persistere nonostante l'altra condizione sia stata trattata e risolta. Questo ha spinto, nelle più recenti classificazioni, a considerarla una condizione a sé stante.

Cause e fattori di mantenimento

Un modello che si è rivelato molto utile nel rappresentare quali sono i fattori che concorrono all'esordio e al mantenimento dell'insonnia è il cosiddetto modello a "3 P".Le 3 P indicano i fattori Predisponenti, i fattori Precipitanti e i fattori Perpetuanti. Per fattori predisponenti si intendono tutte quelle caratteristiche genetiche e caratteriali che aumentano il rischio di sviluppare un'insonnia. Esiste una componente genetica che può incrementare il rischio dell'esordio andando a condizionare i meccanismi biologici alla base del sonno e della veglia. Alcune caratteristiche della personalità come la tendenza a rimuginare ed al perfezionismo inoltre renderebbero più probabile soffrire di insonnia nell'arco della vita.Per fattori precipitanti si intendono quegli eventi di vita stressanti che porterebbero da soli a periodi caratterizzati da una cattiva qualità del sonno come licenziamenti, divorzi, lutti o malattie. Questi però danno ragione solo di un periodo di insonnia limitato, che non è detto continui nel tempo.Ciò che mantiene l'insonnia e la cronicizza sono invece i fattori perpetuanti, cioè strategie che vengono messe in atto per recuperare il sonno perso ma che hanno come risultato quello di aggravare l'insonnia stessa, e sono quindi il principale bersaglio delle terapie non farmacologiche I principali fattori perpetuanti sono:-Andare a letto prima per aver più tempo per addormentarsi, un'abitudine che però in assenza di sonno porta con le lunghe attese a far vivere il letto come un luogo sgradevole e ansiogeno che scoraggia ulteriormente l'inizio del sonno.-Alzarsi più tardi per recuperare il sonno perduto, un modo di fare che compensa sicuramente il sonno di quella notte ma rende anche più difficile addormentarsi la notte dopo dato che è passato meno tempo dal risveglio.

Igiene del sonno

In questo paragrafo verranno elencate alcune abitudini virtuose che se seguite possono portare a un miglioramento del sonno.

´ Andare a letto ma soprattutto alzarsi alla stessa ora, per i motivi indicati del precedentemente.

´ Andare a letto solo se si avverte sonno; infatti stare a letto quando non si avverte sonno causa un condizionamento per cui il corpo inizia ad avvertire il letto come un luogo non rilassante, ma al contrario sgradevole ed attivante.

´ Utilizzare il letto solo per gli scopi per il quale è stato concepito, cioè il sonno e l'attività sessuale, mentre mangiare, studiare o fare altro contribuiscono a condizionare il corpo a percepire il letto come un luogo attivante.

´ Non concedersi sonnellini pomeridiani nell'intento di recuperare il sonno perso la notte, questo, come già esposto precedentemente rende infatti più difficile addormentarsi la notte dopo.

´ Evitare esercizi fisici o attività mentali faticose nelle ore che precedono il sonno in quanto tali attività possono lasciare il corpo in uno stato di attivazione.

´ Non dormire un paio d'ore davanti al televisore prima di recarsi a letto poiché nelle prime ore di sonno si concentra il sonno più riposante (quello profondo) e una volta svegli risulta più difficile riaddormentarsi.

´ Non prolungare il sonno nel weekend.

´ Evitare di bere caffe/tè/cioccolata in tazza/bevande a base di cola/fumo, perché contengono sostanze attivanti per il cervello.

´ Evitare che la propria stanza da letto sia troppo calda o troppo fredda, dato che l'eccessivo caldo porta a una maggiore difficoltà ad addormentarsi mentre l'eccessivo freddo porta a maggiori risvegli e a un sonno meno riposante.

´ Non lasciarsi sedurre dall'azione ipnotica dell'alcool, quest'ultimo infatti aiuta ad addormentarsi ma frammenta il sonno e lo rende meno riposante, e data la veloce dipendenza che procura può essere in seguito difficile addormentarsi senza di esso.

Interventi

Gli interventi per l'insonnia sono sia farmacologici che non. Gli interventi farmacologici sono basati perlopiù sull'uso di benzodiazepine, farmaci che grazie al loro rapido assorbimento e all'effetto di facilitare il rapido addormentamento e il mantenimento del sonno risultano molto utili nel breve termine e vengono prescritti per brevi periodi di tempo. Il problema sorge però dalla rapida abituazione che caratterizza tali farmaci, che alla lunga possono provocare dipendenza: il paziente avrà bisogno di dosi progressivamente più alte per ottenere il medesimo effetto.

Il trattamento non farmacologico di elezione è la terapia cognitivo comportamentale per l'insonnia. Questa viene somministrata in 4/8 sessioni e consiste in interventi di psicoeducazione sull'igiene del sonno, tecniche comportamentali (restrizione del sonno e controllo dello stimolo), tecniche di rilassamento e di terapia cognitiva volta a ristrutturare i pensieri che mantengono l'insonnia. Questo intervento è risultato efficace e non presenta le controindicazioni dei farmaci nonostante non sia così facile accedervi come per la terapia farmacologica.

Bibliografia

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Spielman, A. J., Yang, C. M., & Glovinsky, P. B. (2016). Insomnia: sleep restriction therapy. In Insomnia (pp. 293-305). CRC Press.

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Scritto da

Centro di Psicologia e Psicoterapia Senago

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