Imparare a essere assertivi: smettere di dire “sì” quando vorremmo dire “no”

È necessario saper dire di “si” e di “no” nel momento giusto. Queste due risposte, se ben usate, definiscono i confini della nostra identità.

29 GEN 2020 · Tempo di lettura: min.
Imparare a essere assertivi: smettere di dire “sì” quando vorremmo dire “no”

È necessario saper dire di "si" e di "no" nel momento giusto. Queste due risposte, se ben usate, definiscono i confini della nostra identità, mostrando agli altri in che modo desideriamo essere trattati. Ogni volta che esprimiamo onestamente quello che vogliamo davvero, non arrechiamo nessun danno al prossimo. Esprimere chiaramente ciò che pensiamo è un segno di rispetto per sé e per gli altri. Vi invito a leggere la seguente storia, come spunto di riflessione sul livello della vostra assertività. Buona lettura!

"Sulla collina, un albero solitario aveva deciso di fare amicizie e stare un po' in compagnia. Per questo ospitò tutti gli uccelli che si presentavano, facendo spazio tra le sue foglie, perché i rami accogliessero i loro nidi. Certo, bisognò rinunciare a un po' di pace, visto tutto quel baccano, ma l'albero pensò che fosse meglio così. Una colonia di formiche prese a percorrere il suo tronco in lungo e in largo e seppure quell'allegro passaggio procurasse un po' di solletico, l'albero pensò che fosse meglio così. Alcuni topolini campagnoli si sistemarono tra le sue radici, e anche se ogni mattina ne rosicchiassero un po', l'albero pensò che fosse meglio così. Anche la vitalba si insinuò tra i suoi rami, vista l'accoglienza e, seppur da parassita qual era succhiasse un po' di linfa, l'albero pensò che fosse meglio così. Venne anche un intagliatore di legno a prendere un pezzo della sua corteccia e l'albero fu ben contento di immaginare una parte di sé a far bella mostra in una vetrina. Il proprietario del terreno tagliò qualche ramo per potenziare la staccionata di recinzione e, per quanto un po' spennacchiato, l'albero si compiacque per la sua capacità di essere utile e pensò che fosse meglio così. Col passare del tempo, crebbe il numero degli uccelli e sui rami dell'albero c'erano più nidi che foglie, le radici si assottigliavano e l'albero faceva fatica a contrastare il vento; l'intagliatore era tornato più volte e la superficie del tronco era quasi tutta scoperta; il proprietario aveva rinnovato la staccionata, prendendo anche i rami più alti. L'albero cominciò a sentirsi snaturato, privato delle sue caratteristiche migliori e la sua salute vacillò. Rifletté sulla sua situazione e pensò che probabilmente aveva pagato un prezzo troppo alto, per non sentirsi solo. Sulla collina c'è oggi un magnifico albero, sempre accogliente e disponibile. Con fatica ed impegno ha imparato a dire "no", non si lascia più invadere ed è proprio convinto che sia meglio così."

E tu?

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Scritto da

Dott.ssa Valentina Sarchi

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