Il training per le capacità di attenzione e la cefalea

Le difficoltà di attenzione sono sempre più invalidanti in quanto ragazzi con queste difficoltà rischiano di essere lasciati in disparte minando il loro sviluppo cognitivo emotivo e sociale.

30 LUG 2021 · Tempo di lettura: min.
Il training per le capacità di attenzione e la cefalea

Il training di neurofeedback coinvolge genitori bambini/ragazzi nella procedura di potenziamento cognitivo. Non basta un semplice allenamento, ma l'aiuto dei genitori e dell'ambiente circostante è fondamentale per favorire l'apprendimento e lo stabilirsi degli effetti positivi del training di neurofeedback.

Le figure che ruotano attorno al bambino/ragazzo offrono il primo modello di autoregolazione comportamentale. Come un genitore o un insegnante reagisce in una situazione fornisce una strategia che il bambino può interiorizzare per osservazione e riproporre in condizioni simili (teoria dell'apprendimento sociale, 1). Per esempio un genitore che si arrabbia in una condizione di stress, porterà un bambino con difficoltà di autoregolazione a reagire con comportamenti di rabbia in cui viene estremizzata questa reazione assumendo una denotazione negativa da parte degli adulti e dei coetanei che assistono a questi eventi. Durante la terapia di neurofeedback è fondamentale quindi la collaborazione di genitori e insegnanti nel favorire anche il più piccolo miglioramento e la motivazione a portare avanti il training.

Il neurofeedback permette di avere un assessment e un profilo dettagliato delle capacità di concentrazione. Tramite questa procedura è possibile misurare tramite dei sensori applicati sul cuoio capelluto (procedura assolutamente non invasiva) le onde elettrocorticali. Studi scientifici hanno dimostrato come diverse onde elettrocorticali siano associate a determinati stati mentali (2).

Il training di neurofeedback permette di rinforzare le onde elettrocorticali associate a calma, concentrazione e pianificazione cognitiva, mentre allo stesso tempo viene inibita l'attività della mente che "vaga tra i pensieri". Allenando questo stato per un determinato tempo, la persona è come se rafforzasse la sua capacità di rimanere concentrata e focalizzata.

Il computer attraverso giochini, audio e video scelti dall'utente assieme allo psicologo stimola e motiva a ricercare uno stato mentale specifico.

È infatti lo psicologo che dopo una fase di valutazione sceglie e imposta le onde elettrocorticali da potenziare per ciascun utente. Dopo un periodo di potenziamento poi verrà fatto l'esercizio in condizioni più complicate, per esempio durante lo studio o la lettura.

Il feedback preciso e online fornito dalla strumentazione permette alla persona di capire in che stato mentale è in un determinato momento e quindi capire quali pensieri, emozioni e parole lo aiutano a rimanere in uno stato mentale funzionale.

Il neurofeedback è utile anche per le persone più iperattive e disattente in quanto aiuta a "calmare la mente" indicando lo stato mentale di rilassamento con musiche adeguato a stimolare tale stato e quindi molto utilizzato anche per curare la sintomatologia associata a ADHD (3,4). Inoltre è molto utilizzato anche nell'epilessia (5,6).

Accanto al neurofeedback inoltre è molto utilizzato il passive infrared (thermal) biofeedback (pIR) che misura il calore irradiato dal cervello, in particolare dalle aree frontali associate alle funzioni esecutive (7). Grazie a questo training è possibile potenziare ulteriormente l'attività dei lobi frontali e quindi rendere il training ancora più efficace.

Il pIR è anche molto utilizzato per il trattamento della cefalea (8,9) in quanto studi scientifici indicano un'efficacia di questo training nel diminuire l'attività dei nuclei subtalamici (amigdala in particolare) associati all'elaborazione emotiva alla base di questa sintomatologia, riportando l'attenzione e i pensieri sul "qui ed ora".

Possiamo quindi dire che neurofeedback e pIR sono due training che consentono di potenziare le abilità di concentrazione e attenzione e ridurre i tempi di allenamento, oltre che aiutare a gestire la sensazione di fatica e di dolore. Agiscono in maniera sinergica per regolare l'attività del sistema nervoso.

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Scritto da

Dott. Michele de Matthaeis

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Bibliografia

  • Bandura, Albert (1977), Social Learning Theory, Prentice Hall, Englewood Cliffs, NJ.http://www.isnr.net/neurofeedback-info/learn-more-...
  • Lubar, J. F. (2003). Neurofeedback for the management of attention deficit disorders. In M. S. Schwartz & F. Andrasik (Eds.), Biofeedback: A practitioner's guide (pp. 409–437). Guilford Press.
  • Monastra VJ, Lynn S, Linden M, Lubar JF, Gruzelier J, LaVaque TJ. Electroencephalographic biofeedback in the treatment of attentiondefi cit/hyperactivity disorder. Appl Psychophysiol Biofeedback 2005; 30: 95–114
  • Walker JE, Kozlowski GP. Neurofeedback treatment of epilepsy. Child Adolesc Psychiatr Clin N Am 2005; 14: 163–76
  • Sterman MB, Egner T. Foundation and practice of neurofeedback for the treatment of epilepsy. Appl Psychophysiol Biofeedback 2006; 31: 21–35
  • Carmen JA. Passive infrared hemoencephalography (pIR HEG). http://media.wix.com/ugd/40ef5a_1dd0b179537af2df 437b241b797b4914.pdf. Accessed September 23, 2013.
  • Carmen, J. A. (2004). Passive infrared hemoencephalography: Four years and 100 migraines. Journal of Neurotherapy, 8(3), 23–51.
  • Stokes, D. A., & Lappin, M. S. (2010). Neurofeedback and biofeedback with 37 migraineurs: A clinical outcome study. Behavior and Brain Functions, 6, 9.

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