Il rapporto tra le relazioni sentimentali e l'attaccamento

Prosegue il nostro ciclo di articoli realizzato in collaborazione con la Dott.ssa Patrizia Mattioli, il cui obiettivo è analizzare le relazioni sentimentali.

7 FEB 2018 · Tempo di lettura: min.
Il rapporto tra le relazioni sentimentali e l'attaccamento

Prosegue il ciclo di articoli che si pone come obiettivo quello di analizzare i vari aspetti delle relazioni sentimentali. Oggi proseguiamo con una riflessione sul rapporto tra le relazioni sentimentali e l'attaccamento, ovvero su quanto incidono le prime esperienze familiari nella scelta del partner e nel mantenimento della stabilità della relazione sentimentale.

Vi ricordiamo che, in precedenza, abbiamo pubblicato un primo articolo sulla costruzione delle relazioni sentimentali.

E voi? Cosa ne pensate? Quali difficoltà avete incontrato? Noi di GuidaPsicologi ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Patrizia Mattioli.

Tutti ci chiediamo come mai scegliamo un partner piuttosto che un altro, come mai ci troviamo in certe relazioni piuttosto che in altre, perché abbiamo difficoltà a intraprendere e portare avanti un rapporto di coppia, perché cerchiamo di evitarlo o perché non riusciamo a interromperlo.

Lo stile di attaccamento elaborato nel corso dello sviluppo prima con i genitori, poi con i fratelli, gli insegnanti e gli amici, tende a ripetersi nelle relazioni adulte, anche se non in senso assoluto. Ci avventuriamo più volentieri in rapporti che assomigliano a quelli che abbiamo vissuto in passato perché confermano l'immagine che abbiamo costruito di noi stessi e degli altri. Se abbiamo un'esperienza molto positiva con un partner, per la qualità della comunicazione e per il livello di intimità raggiunto, possiamo cambiare idea sulla disponibilità degli uomini (o delle donne) o, al contrario, esperienze dolorose possono mettere in discussione il positivo senso di identità costruito nelle relazioni con i propri genitori. In generale però, tendiamo a mantenere stabile l'immagine che abbiamo di noi stessi e degli altri, perciò tendiamo a preferire rapporti che ci aiutino a mantenere questa stabilità, positivi o negativi che siano.

Lo stile di attaccamento ha quindi un ruolo determinante nella scelta del partner (insieme naturalmente alle caratteristiche fisiche, alle affinità, ai valori), e nel mantenimento della relazione.

L'attrazione sessuale è considerata in genere la componente più importante nelle fasi iniziali di una relazione, ma i rapporti che si basano prevalentemente sulla componente sessuale tendono a durare poco. Se il rapporto continua, è probabile che le componenti di cura e di attaccamento siano divenute importanti.

La possibilità di sperimentare in modo adeguato nuovi legami è in stretta relazione con la possibilità di separarsi dai genitori. È in queste e nelle esperienze successive che si susseguono, che sta la ragione di molte difficoltà nella costruzione e nel mantenimento.

Chi ha sperimentato legami insicuri nei primi attaccamenti, non ha potuto sviluppare la capacità di separarsi e quindi tenderà a mantenere un legame privilegiato con la famiglia di origine piuttosto che con il partner.

Nel rapporto di coppia quest'insicurezza si può manifestare nella paura di entrare in intimità con l'altra persona e nell'incapacità di dipendere affettivamente da lei, oppure nella scarsa fiducia sull'affidabilità del partner; una condizione di sufficiente sicurezza si manifesta al contrario nella capacità di entrare in intimità con il partner, e nella capacità di ricevere e offrire aiuto.

Chi ha sperimentato maggiore sicurezza nei legami familiari tenderà a scegliere partner con le stesse caratteristiche.

Al contrario chi ha sperimentato rapporti familiari insicuri tenderà a scegliere partner con caratteristiche complementari alle proprie:

  • chi ha paura di entrare in intimità con l'altro sceglierà un partner che desidera un livello di intimità esagerato (e questo gli confermerà che è meglio non coinvolgersi troppo nei rapporti);
  • chi ha poca fiducia nella disponibilità dell'altro, sceglierà partner che si concedono poco (e questo gli confermerà che gli altri sono poco affidabili).

Chi è più insicuro tende ad essere autosufficiente, a non chiedere aiuto, a cercare la vicinanza del partner quando questi non fa richieste dirette o a tenersene a distanza quando questi fa richieste di intimità (per esempio se ha bisogno di conforto). Altri, al contrario, avanzano molte richieste ma sono poco disponibili a fornire cure o se lo fanno, questo avviene in modo oppressivo magari non gradito dal partner.

In condizioni conflittuali i soggetti più insicuri tendono a mettere in pratica atteggiamenti non costruttivi: dicendo cose che mettono a repentaglio la stabilità della relazione, affrontando ripetutamente il conflitto o evitandolo attivamente, in un crescendo di incomprensioni che può sfociare nella rottura del rapporto.

Spesso donne, o uomini, insicuri, date le maggiori esperienze di solitudine vissute in passato, si mantengono in un costante stato di allerta nel corso di una relazione importante, per cui ogni segnale di scontentezza del partner viene interpretato come presagio di rottura della storia a tale punto da preferire essere loro ad anticiparne la fine piuttosto che subirla passivamente.

Hai bisogno di ulteriori informazioni su questo tema? Chiedi informazioni privatamente alla Dott.ssa Patrizia Mattioli.

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Scritto da

Dott.ssa Patrizia Mattioli

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, Socio ordinario della Sitcc. Consulente scolastico. Lavora da trent’anni in campo clinico e scolastico. Ha pubblicato Itinerario di Psicologia (2008), Uno Psicologo nella Scuola (2015) e Attaccamenti a Scuola (2017). Autrice di numerosi articoli pubblicati nel web e su riviste di settore. Blogger per Il Fatto Quotidiano

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