Il gioco e la formazione nell’istituzione: si può educare a scuola?

Scopo di questo lavoro è condividere le premesse e gli esiti di un "Percorso di formazione alla pratica psicomotoria educativa", realizzato nel corso di un biennio, negli anni scolastici dal 2001 al 2003, con 17 insegnanti della scuola dell'infanzia e del primo e secondo ciclo della scuola primaria dell' Istituto Comprensivo Statale di Ponte San Nicolò, in provincia di Padova.

L'obiettivo che vogliamo darci è stimolare una riflessione sulla dimensione dell'educazione e sul suo rapporto con ciò che comunemente definiamo prevenzione. In quest'ottica abbiamo ritenuto importante agire sul processo formativo degli insegnanti, attraverso l'utilizzo di una metodologia di conduzione centrata sul gruppo, per promuovere da parte loro l'assunzione della funzione educativa implicita nel gioco del bambino.

Più in particolare si vuole porre alla discussione la possibilità di promuovere, come psicomotricisti, interventi che, a partire da una precisa analisi della domanda dell'istituzione scolastica, attivino processi di assunzione di responsabilità educativa, e, quindi, nel nostro caso, di gestione diretta da parte degli insegnanti dell'intervento psicomotorio, considerando le risorse umane, materiali e temporali a disposizione della scuola.

Ciò, tenendo presente il proprio punto di formazione e le proprie possibilità progettuali oltre che organizzative.

Più in particolare si vuole porre la riflessione sui seguenti quesiti:

• Si può formare a scuola?
• Perché è importante una "focalizzazione centrata sul gruppo" quale strumento di lavoro per promuovere la formazione soggettiva in ambito istituzionale e nella condivisione dei significanti di una pratica quale ad es. la pratica psicomotoria?

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