Il gioco della Balena Blue

Negli ultimi mesi si sta sempre più diffondendo "il gioco della balena blue", che spinge gli adolescenti a sfidarsi con i propri limiti.

9 MAR 2017 · Tempo di lettura: min.

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Il gioco della Balena Blue

Negli ultimi giorni si è iniziato a parlare di un "gioco" che sta attirando sempre di più l'attenzione, soprattutto dei media Russi, a causa del numero di morti adolescenziali a cui sta portando: attualmente 130, numero che sembra destinato a salire. Consiste in una serie di "prove" da affrontare e superare nell'arco di 50 giorni, l'ultima delle quali è un vero e proprio invito al suicidio: trovare il palazzo più altro della propria città e saltare. Ma cosa si nasconde dietro questo "gioco"? La crisi di una società che ha perso la capacità di divenire una guida che sappia placare le angosce connesse alla crescita.

Tale fenomeno, dal mio punto di vista, è in stretta connessione con la crisi che molti giovani adulti incontreranno qualche anno più tardi nell'uscire di casa e /o nel riuscire ad entrare in relazione con una persona e creare un legame affettivo. Stiamo vivendo quello che forse è il momento più duro e buio della società: se, infatti, la società liquida ci offre la possibilità di essere e diventare ciò che vogliamo, come ogni altro liquido per non fare danni e/o disperdersi ha bisogno di un contenitore che le dia una forma, cosa che attualmente niente e nessuno sembra essere in grado di fare.

Dove non vi è contenimento le ansie e le paure divengono un qualcosa che è meglio evitare, stordendosi con droghe, alcol, social e dipendenza di vario tipo, oppure portano alla ricerca di qualcosa di forte, di un rito, di una scarica di adrenalina che ci faccia provare la sensazione che siamo in grado di poterle affrontare e che stiamo andando nella direzione giusta. L'adolescenza, si sa, è una delle fasi più "critiche" dello sviluppo, nella quale cambiamenti corporei, relazionali e identitari generano una serie di turbamenti e stravolgimenti nella vita di ciascun individuo. Non è una cosa nuova, lo è sempre stato ed è giusto che sia così, com'è giusto che in questa fase ci siano scontri e opposizioni con le autorità (genitori e scuola) e avvenga quella crisi adolescenziale fondamentale per lo sviluppo di un'identità stabile. I riti di passaggio servono proprio a questo, a permettere al giovane di costruirsi la propria strada e inserirsi gradualmente all'interno di una mondo diverso da quello in cui ha vissuto fino a questo momento; abbandonare quello dell'infanzia per entrare in quello adulto.

Ma cosa succede se nessuno è in grado di garantire che questo passaggio avvenga senza una "distruzione" della mia persona? Si cercherà di evitarlo oppure si andrà alla ricerca di un qualcosa o qualcuno che mi dia quella sicurezza che prima veniva data in gran parte dalle figure autoritarie genitoriali. Non credo che il padre padrone fosse una buona modalità per svolgere una funzione genitoriale, assolutamente; ma nel corso degli ultimi anni ha avuto luogo un fraintendimento: si è confusa l'autorità con la prevaricazione. Nel tentativo di portare i genitori più "vicini" emotivamente ai figli, proprio quella funzione normativa e di contenimento, essenziale soprattutto in quella crisi adolescenziale, è stata messa da parte. Se a ciò aggiungiamo una crisi più generale di una serie di valori sociali (prima fortemente portati avanti ad esempio dalla Chiesa), ecco che quella funzione di contenimento scompare del tutto e il liquido in cui nuota la balena blue si diffonde a macchia d'olio.

Dietro quelle morti, apparentemente insensate e "stupide" vi è, a mio parere, una richiesta urlata sempre più ad alta voce di ricevere nuovamente una guida e una direzione da prendere nella crescita. Ed ecco che arriviamo al secondo fraintendimento: per permettere ai figli di essere ciò che più vogliono, i genitori rischiano di non esprimere alcun parere e di non indicare alcuna rotta da seguire, così che i figli rischiano di sentirsi persi in un mare di angoscia e frustrazione che li porta nuovamente a ricercare una loro strada, spesso in modo autodistruttivo che, se ci pensiamo, gli impedisce proprio di fare quel salto nella società adulta che non si sentono in grado di affrontare.

Cosa fare? È essenziale che la società ricominci a svolgere una funzione di guida: ascoltare, comprendere e allo stesso tempo indirizzare non sono cose che si escludono a vicenda. Se in passato non si ascoltava e non si comprendeva ma s'indirizzava solamente, spesso senza lasciare la possibilità di scegliere, oggi ci troviamo a sentire, ben diverso dall'ascolto attivo, a far finta di comprendere e allo stesso tempo non indirizzare. Con le loro condotte inspiegabili, pericolose e spesso autolesive e "autocastranti", gli adolescenti stanno segnalando sempre di più una paura forte e il bisogno che qualcuno si assuma la responsabilità di placare quelle ansie, che non vanno viste come il segnale di una debolezza ma di una crisi evolutiva che dentro di sé contiene i germogli per la vita futura.

La radicalizzazione di alcuni adolescenti, le difficoltà nel riuscire a completare gli studi e nel trovare la strada da seguire e le sfide "senza senso", ci parlano tutte di un bisogno di trovare un contenimento, un qualcosa che permetta di porre un argine a quelle angosce che altrimenti rischiano di far vivere il timore di essere distrutti e persi. E allora, forse, l'idea di fare dei "giochi" mortali iniziano ad avere un significato e un'attrattiva forte danno, almeno, la sensazione per un piccolo e breve momento di avere il potere ed essere in grado di direzionare la propria vita dove si vuole, anche se ciò significa portarla verso la morte e l'autodistruzione.

* Balena Blue arriva dalla Russia ma si starebbe diffondendo anche in America Latina. È allarme anche in Spagna e in Portogallo.

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Scritto da

Dott. Daniele Regini

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