I tanti modi di amare

Recuperare un modo di amare e di essere amati che non sia doloroso e distruttivo attraverso la conoscenza del nostro stile di attaccamento.

3 FEB 2018 · Tempo di lettura: min.
I tanti modi di amare

«La consapevolezza del perché si è tanto infelici in una relazione, la conoscenza dei meccanismi che hanno portato a quel tipo di scelta e dei motivi che rendono così difficile romperla possono essere di grande aiuto a recuperare un modo di amare e di essere amati che non sia doloroso e distruttivo», (G. Attili, 2004).

La prima forma di amore che conosciamo nella nostra vita è quella offerta dai nostri genitori. Si prendono cura di noi, ci confortano, ci incoraggiano, ci raccontano, ci nutrono. Tra le loro braccia e sotto i loro occhi costruiamo la nostra prima idea dell'amore e di noi stessi: cosa vuol dire amare ed essere amati, cosa mi posso aspettare dagli altri, che tipo di cure e attenzioni posso ricevere e che tipo di persona sono io? Sono amabile o non amabile? Degno di che tipo di attenzioni? Sono in grado di affrontare le difficoltà? Mi so far capire e corrispondere oppure devo trovare strategie altre per avere le cure di cui ho bisogno?

Questo imprinting guiderà le nostre prime esperienze relazionali e queste, a loro volta, andranno a confermare o mettere in discussione le nostre impressioni finché, gradualmente, esperienza dopo esperienza, svilupperemo uno schema più stabile su noi stessi e su come gli altri risponderanno ai nostri bisogni affettivi. Questo schema orienterà le nostre scelte, i nostri atteggiamenti verso gli altri, le nostre aspettative, andando ad influenzare significativamente la nostra vita affettiva e sociale.

«Se si crede che gli altri non siano disponibili e siano pronti ad ingannare, si tenderà ad avvicinarsi ad essi in maniera difensiva, aumentando la probabilità di essere rifiutati», (G. Attili, 2004).

L'amore fiducioso

Se ho avuto modo, nelle prime esperienze relazionali, di sentirmi in grado di esprimere i miei bisogni con efficacia poiché questi sono stati non solo ascoltati ma anche corrisposti con coerenza e costanza, svilupperò probabilmente un'immagine mentale di me come una persona meritevole di essere amata e l'aspettativa che gli altri saranno disposti a confortarmi e avere cura di me. Nelle relazioni interpersonali, dunque, mi sentirò libero di esplorare il mondo circostante senza il timore di essere per questo abbandonato. Non avrò bisogno di controllare la disponibilità dell'altro, non sarò invaso dall'ansia di separazione e sarò in grado di tenere lontane da me le persone non in grado di accettarmi e confortarmi. I miei scambi sociali saranno arricchiti dal mio atteggiamento fiducioso verso l'altro, sarò in grado di chiedere aiuto al bisogno, di esprimere al meglio le mie emozioni negative e positive così come di riconoscerle negli altri.

L'amore controllante e rabbioso

Se nelle mie prime esperienze relazionali, quando ho bisogno di aiuto e lo chiedo a volte ricevo una risposta di dolce conforto, a volte nessuna risposta e/o una reazione rabbiosa, non solo non imparerò a regolare le mie emozioni (i bambini imparano a calmarsi prima grazie alla mediazione di un adulto accogliente e rassicurante e poi interiorizzano questa funzione) ma non saprò neppure cosa aspettarmi dall'altro. Se quando sono serenamente impegnato nelle mie attività ricevo improvvisamente aiuto, coccole o altri interventi senza che io abbia fatto alcuna richiesta, sperimenterò una non congruenza tra i miei bisogni e le risposte dell'ambiente. Di fronte a questo stato di cose non mi rimane che essere costantemente in allerta, controllare la presenza/assenza dell'altro, il suo stato emotivo, poiché non so cosa aspettarmi. Questo si ripercuoterà sulla mia spinta all'esplorazione che risulterà inibita sia perché non sarò sicuro di ritrovare l'altro al mio ritorno, sia perché avrò sviluppato un'immagine di me come persona vulnerabile, amabile in maniera intermittente. Sarò inoltre in preda alle emozioni (positive e negative) poiché non in grado di regolarle, sarò carico di rabbia per l'assenza di un amore sicuro e non in grado di comprendere le emozioni altrui. I miei rapporti interpersonali saranno probabilmente carichi di ansia, gelosia, scoppi d'ira. Mi sentirò amato in alcune circostanze, ma pronto a cogliere il minimo segnale di distrazione per sentirmi subito abbandonato.

L'amore distante

Mettiamo il caso che alle mie prime richieste di aiuto (situazioni in cui avevo paura, mi ero fatto male, ero ammalato, ero in pericolo o in difficoltà) io abbia ricevuto come risposta un rifiuto del mio bisogno di conforto. Posso essere stato ridicolizzato per la mia richiesta oppure aver provocato lo sdegno dell'altra persona. In queste circostanze molto probabilmente svilupperò la convinzione per cui per non allontanare le persone da me è bene che io risolva da solo le difficoltà, che celi i miei bisogni all'altro. Svilupperò un'immagine mentale di me come persona non meritevole di cure e l'aspettativa di non disponibilità degli altri. Quando i miei bisogni di cure e attenzioni si faranno intensi mi sentirò in difetto, inadeguato. Per ottenere qualcosa sceglierò di rinunciare oppure di prenderla con la forza, senza chiedere. I miei rapporti con i partner si giocheranno più sul piano sessuale che su un'affettuosa intimità per evitare il rischio di essere imbrogliato, ridicolizzato.

In sintesi, le rappresentazioni mentali di noi stessi e le aspettative che abbiamo verso gli altri influenzano significativamente il nostro modo di amare, di comprendere le nostre e altrui emozioni, di rispondere a queste e di regolarle. Questi meccanismi sono alla base della capacità di una coppia di affrontare i conflitti, di vivere la sessualità in maniera soddisfacente per entrambi, di affrontare insieme le varie fasi che la vita di coppia comporta (Attili, 2012).

Bibliografia

  • Attili G. (2004). Attaccamento e amore. Ed. Il Mulino
  • Attili G. (2012). L'amore imperfetto. Ed. Il Mulino

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Scritto da

Dott.ssa Selena Ciardi

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