I lati oscuri e problematici dei social network

I social network, con la loro natura ibrida reale e virtuale, offrono nuove opportunità ma possono anche generare problemi complessi. È bene essere consapevoli anche di questi lati oscuri.

23 SET 2016 · Tempo di lettura: min.
I lati oscuri e problematici dei social network

Gli adolescenti di oggi sono "nativi digitali", sono nati cioè nell'era tecnologica, sono abituati allo smartphone e ad operare in multitasking, sempre connessi a social network e chat (Facebook, Instagram, Twitter, Whatsapp, Snapchat ecc.), dove trascorrono gran parte della loro giornata.

Il rapporto quotidiano con la tecnologia è cambiato radicalmente in seguito alla nascita e alla diffusione dei social, non solo per gli adolescenti ma anche per gli adulti: oggi non possiamo immaginare la nostra giornata senza utilizzare il nostro smartphone.

Le nuove tecnologie e in particolare i social network hanno indubbiamente rappresentato una fonte di nuove opportunità, nuovi modi di relazionarsi e comunicare, occasioni di scambio, condivisione, svago e divertimento, recupero di vecchie conoscenze e nascita di nuove amicizie. Accanto a questi aspetti, emergono però sempre più prepotentemente i lati oscuri e le minacce legati a meccanismi poco visibili e ad un uso eccessivo di questi strumenti.

Il rapporto con gli altri

Se un utilizzo adeguato, entro determinati limiti, favorisce la socializzazione e il processo di costruzione della propria identità, al contrario un uso eccessivo può portare a una limitazione delle relazioni con gli altri e conseguentemente all'isolamento: il soggetto finisce per percepire il mondo virtuale come più gratificante rispetto a quello reale, così rischia spesso di perdere la dimensione temporale e di trascorrere ore e ore di fronte allo schermo, riducendo drasticamente le interazioni reali.

Il rapporto con gli altri attraverso i social è sicuramente più rapido ma è sottoposto al filtro del mezzo: le nuove tecnologie permettono infatti di interagire con molte persone ma tendono a togliere la profondità dei veri rapporti interpersonali, generando inoltre una sorta di analfabetismo emotivo. A causa di questi rapporti mediati, l'individuo può perdere la capacità di riconoscere le emozioni dell'altro e, di riflesso, di comprendere le proprie.

La costruzione dell'identità

I ragazzi che frequentano i social network non sono solo alla ricerca di amici come potrebbe sembrare a una lettura superficiale, ma esplorano questioni relative alla propria identità e alla propria personalità (una sfida caratteristica della fase adolescenziale). I social network consentono all'utente di gestire la propria rete sociale e soprattutto di definire la propria immagine sociale poiché permettono di decidere come presentarci agli amici e alle persone che compongono la nostra rete.Grazie a questo processo che mescola mondo reale e virtuale si produce "un'identità fluida", che può essere modificata facilmente ma risulta allo stesso tempo incerta e precaria. Si tenta costantemente di costruire un'immagine di sé che piaccia, in un circolo vizioso di aspettative e delusioni, alienandosi dall'esperienza concreta della realtà.

Dipendenza da social network

L'utilizzo compulsivo del social-network può avere conseguenze significative sullo studio o sul lavoro e compromettere il raggiungimento di obiettivi, con un impatto sulla produttività individuale e sulle relazioni in generale.

Alcuni comportamenti sono spie di una possibile dipendenza da social-network:

  • connettersi più volte nelle stesse ore;
  • pensare costantemente all'aggiornamento del proprio profilo;
  • interrompere ripetutamente il lavoro o lo studio per controllare Facebook o altri social;
  • possedere più di un profilo;
  • controllare Facebook anche durante i pasti;
  • sentirsi tesi e nervosi se non si ha la connessione;
  • stare connessi sui social sino a notte tarda e connettersi come prima cosa al mattino.

L'abuso di questi strumenti è alimentato da meccanismi psicologici e neurologici di piacere, soddisfazione, affettività ed autostima prodotti dai social network, ma il senso di sicurezza e di socialità che i social sembrano offrire è del tutto virtuale e fittizio e può appunto sfociare in dipendenza e isolamento sociale.

Qualora ci si renda conto che internet sta prendendo il sopravvento sulla propria vita, che quando si è lontani dai social network si prova rabbia, aggressività o insonnia, allora è importante rivolgersi ad uno specialista per affrontare questi problemi con un percorso adeguato.

Comportamenti disfunzionali

Oltre ai meccanismi di dipendenza, tra le pieghe dei social network si nascondono vari comportamenti disfunzionali non sempre visibili, quali cambiamento di identità, comportamenti aggressivi, l'uso di troll e lo stalking. Ciò è reso possibile in primo luogo dall'anonimato dietro cui è possibile nascondersi in questi canali, inteso come mancanza di verifica e di garanzia sull'identità altrui.

Sono in particolare le persone con scarsa autostima che tendono a sfruttare il social network per fornire un'immagine falsa di se stessi, adottando una molteplicità di maschere. Queste tendenze, oltre ad essere distruttive per se stessi, possono spesso diventare molto pericolose anche per gli altri, come sappiamo purtroppo dai tanti fatti di cronaca. Bisogna sempre quindi prestare la massima attenzione quando si interagisce sui social network, specialmente quando non sappiamo chi si cela dietro a un profilo e a ciò che viene dichiarato.

Un comportamento sano sui social

Infine, alcuni consigli pratici per un utilizzo sano dei social media:

  • condividere le nostre esperienze più personali solo con persone che fanno parte delle nostre conoscenze e non con tutti indistintamente;
  • il social non è un mezzo per discutere, quindi se vogliamo risolvere una questione con qualcuno non lo scriviamo sui social ma affrontiamo il problema come accade nel mondo reale, cioè faccia a faccia;
  • non dare ai social la priorità sui nostri interessi, bisogna continuare a coltivare le proprie attività al di fuori del mondo virtuale;
  • mantenere una propria intimità e riservatezza al di fuori dei social, senza il bisogno di far sapere sempre tutto a tutti.

"Il modo migliore per relazionarsi alle tecnologie, è avere strumenti nel cervello". Moni Ovadia

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Scritto da

Dott.ssa Valeria Tramannoni

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