Ho posto fine alla mia relazione tossica: e adesso?

Una volta riusciti a rompere il legame che cosa succede? Ce ne parla il dottor Matteo Monego.

10 DIC 2018 · Tempo di lettura: min.
Ho posto fine alla mia relazione tossica: e adesso?

Sono riuscito/a a porre fine alla mia relazione tossica. E adesso?

Come prima cosa, per relazione tossica, si intende una relazione in cui non esiste un equilibrio per la coppia: uno dei due partner è costretto ad accettare e a sottostare al comportamento dell’altro pur di conservare il rapporto e vive in uno stato di perenne senso di colpa perché “spinto” a sentirsi responsabile di tutto ciò che di negativo accade tra i due. È quello che ad esempio succede in una relazione con una persona narcisista: l’altro esiste solo in funzione dei desideri e della soddisfazione del soggetto.

Non è facile uscire da un simile rapporto perché in qualche modo ci imprigiona: ma una volta riusciti a rompere il legame che cosa succede?

Cosa accade alla vita di un individuo quando esce da una relazione tossica?

Quello che di solito accade è un immediato senso di sollievo che è tanto più intenso quanto più si è stati in grado di comprendere quanto fosse dannoso il rapporto da cui faticosamente siamo riusciti ad uscire. Questo senso di sollievo, però, potrebbe presto lasciare spazio ad un senso di smarrimento dovuto alla fine della relazione: è necessario trovare dei momenti di riflessione per individuare le ferite che questa relazione ci potrebbe aver lasciato. Se un simile rapporto è durato nel tempo, le ferite potrebbero riguardare aspetti relativi alla nostra personalità, quali una bassa autostima, una perdita di identità, un pessimismo sulla nostra capacità di trovare e gestire in futuro una relazione diversa, finalmente “sana”.

L’aspetto più complicato è spesso il perdono: perdonare se stessi per non aver messo fine alla relazione o non aver capito alcune dinamiche o ancora essersi resi disponibili anche di fronte ad aspetti per noi di solito non accettabili…Qualsiasi siano i motivi, perdonare se stessi è un processo fondamentale per riprendere possesso della nostra vita e non rimanere incastrati nel passato.

Quali sono le conseguenze più importanti successive alla fine di una relazione tossica?

Ad una prima reazione di sollievo che normalmente si prova dopo essere riusciti finalmente a mettere fine alla relazione, segue quasi sempre un senso di smarrimento: la persona può sentirsi insicura e vivere in modo problematico l’essere rimasta sola. Questo aspetto potrebbe spingerla a cercare un sollievo immediato in una nuova relazione anziché prendersi del tempo per riflettere su quanto accaduto, sui comportamenti che ha faticato a riconoscere come sbagliati, sulle proprie responsabilità per non aver interrotto prima la relazione. È il momento in cui la persona deve realizzare che tutto ciò che ha vissuto non è né normale né sano né tantomeno può essere ricondotto alla parola “amore”.

Diventa fondamentale recuperare pian piano la propria autostima, duramente compromessa dalla relazione appena terminata: solo una volta che la persona avrà rimesso se stessa al centro dei propri interessi sarà pronta ad affrontare, questa volta in modo differente, una nuova relazione.

Le ferite che la relazione “tossica” ha lasciato in noi possono anche portarci ad essere diffidenti verso le persone che ci circondano: la conseguenza potrebbe essere quella di aver timore ad entrare in relazione con altre persone per paura di sentirsi nuovamente usati, spingendoci all’isolamento.

Esiste il pericolo di cadere in un'altra relazione tossica? Se si, perché?

Il rischio di ricadere in un’altra relazione simile è legato al grado di consapevolezza che la persona ha raggiunto: più siamo riusciti a mettere a fuoco le dinamiche che hanno caratterizzato il rapporto che abbiamo terminato e più riusciremo a riconoscere per tempo una persona “pericolosa” e ad evitare di iniziare una nuova relazione “tossica”.

È quindi fondamentale il processo che ci aiuterà ad essere consapevoli, sia che lo si faccia da soli sia che lo si faccia con l’aiuto di una persona esterna: è l’unica strada che ci permetterà di acquisire gli strumenti utili a decodificare eventuali comportamenti altrui e ci renderà consapevoli di quali caratteristiche personali si dovranno rinforzare per evitare future trappole.

Come riassestarsi e ritrovare l'equilibrio?

A volte è sufficiente un periodo di riflessioni personali, una sorta di autocoscienza. Le domande che ci dobbiamo fare dovrebbero riguardare le nostre responsabilità e la nostra visione del rapporto di coppia.

Altre volte, invece, le ferite che ci ha lasciato una relazione malata sono talmente profonde da suggerire un aiuto esterno: attraverso un percorso di psicoterapia sarà possibile approfondire tutte le caratteristiche della nostra personalità che in qualche modo hanno giocato un ruolo negativo all’interno del rapporto e quali bisogni ci hanno spinto a subire umiliazioni e indifferenza pur di ottenere l’approvazione del partner.

Solo così ritroveremo un nostro equilibrio che ci permetterà in futuro di vivere una relazione di coppia equilibrata, in cui nessuno sarà costretto ad inseguire ma entrambi collaboreranno a mantenere il rapporto equilibrato e reciprocamente soddisfacente.

È possibile trasformare la fine di una relazione tossica in un'opportunità? Se si, come?

Non solo si può trasformare la fine di una relazione tossica in un’opportunità ma lo si deve fare, proprio per evitare di ricadere in futuro negli stessi errori.

Innanzi tutto dobbiamo imparare che non si può vivere una relazione che sentiamo non gratificante convincendoci che l’altro cambierà o che determinati comportamenti siano solo momentanei e che scompariranno magicamente: nell’idealizzare l’altra persona non riconosciamo chi è in realtà.

Dobbiamo rinforzare la nostra autostima e imparare a non dipendere eccessivamente dai giudizio degli altri: altrimenti saremo sempre in una posizione di dipendenza che potrebbe portarci ad essere manipolati con facilità.

E’ necessario, infine, capire che una relazione malata non può essere migliore della solitudine: anche se quest’ultima ci può far paura, dobbiamo imparare ad affrontarla perché solo una volta che abbiamo imparato a star bene con noi stessi potremo costruire una relazione sana ed equilibrata.

Quando è possibile dire di aver ritrovato l'equilibrio? 

Credo che potremo dirci equilibrati nel momento in cui siamo riusciti ad analizzare la relazione passata, decodificato le dinamiche e compreso quelle che sono state le nostre responsabilità. Solo in questo modo in futuro non correremo il rischio di scambiare l’amore con comportamenti che nulla hanno a che fare con questa parola.

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Scritto da

Dott. Matteo Monego

Laureato a Torino, laurea quinquennale in Psicologia Clinica e di comunità, nel 1999 si abilita alla professione di psicologo. Successivamente consegue l’abilitazione alla psicoterapia, dopo aver frequentato il corso quadriennale di specializzazione in psicoterapia interattivo-cognitiva. Dal 2004 svolge privatamente la professione di psicologo e psicoterapeuta.

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Commenti 7
  • Pilara franco

    Ho letto con interesse il suo articolo trovandolo esaustivo in ogni aspetto. Alcuni passaggi coincidevano perfettamente con episodi da me realmente vissuti. Non sta a dilungarmi in quanto il mio vissuto e' troppo complicato,direi surreale. La ringrazio ed invio cordiali saluti.

  • Gm

    Facile a dirsi. Più difficile a farsi. Saranno 10 anni che esco da una relazione tossica, capisco i miei errori e poi puntualmente me ne trovo uno nuovo anche peggiore del precedente E in tutto ciò le psicologhe che si sono succedute ne i mi hanno detto che io sto bene e che non ho nulla che non va. La mia capacità di essere attratta solo da narcisisti mica mi pare tanto normale..

  • Anna Donnaloia

    Sono scappata da una relazione tossica dopo 35 anni, mi sono sentita messa a cuocere sul fuoco lentamente come le lumache e in un momento di esasperazione e rabbia sono andata via, ho attraversato tutte le emozioni che lei ha descritto: l'inferno, la rabbia, lo sciok, la malattia, la guarigione lenta dei mali fisici, il sollievo, il dolore, lo smarrimento, la disperazione,la fase del pianto,la fase del voler raccontare alle amiche sempre la stessa storia quasi incredula della sua disumanità, la fase dei perché ho permesso tutto ciò, la fase della colpevolizzazione, il rimuginare, i pensieri ricorrenti dei momenti belli, il ricercare notizie sui rapporti tossici sul narcisismo e i vampiri energetici, la fase della mancanza fisica, la fase della consapevolezza, la fase del riconoscermi forza, resilienza, capacità empatiche e creative e di indipendenza. La parte più difficile ora è questa del gestire la mia nuova esistenza da sola, si con l'euforia di poter fare quello che desidero ma con la paura di non riuscire a ritrovare la gioia, l'entusiasmo che mi caratterizzava perché mi è rimasta dentro una profonda tristezza,un senso di vuoto e di smarrimento con il timore di non essere capace di difendere me stessa per il fatto di non riconoscere in tempo persone manipolatrici( tutti al mio posto avrebbero fatto prima che diversamente!!!!), molte volte parlando con amiche mi sono sentita ingenua e stupida.So benissimo che devo imparare a dire di No, a mettere quei paletti che prima non riuscivo a mettere con le persone che amavo, ad acquisire un sano egoismo, a perdonarmi, a rinascere ritrovando la gioia di vivere, lasciando andare i pensieri negativi anche di vendetta, a lasciare andare il passato vivendo nel presente, a non torturarmi con il pensiero che ho perso troppi anni, ad accettare i miei limiti e cercare di farmi aiutare da un bravo psicoterapeuta

  • Dani felli

    Salve sono Sara, ho 53 anni sposata da 30 , mi sento terribilmente in colpa perché mi sono resa conto solo adesso di aver vissuto per tutti questi anni in una relazione tossica, era gelosissimo mi controllava in tutto non avevo possibilità di uscire con le amiche, non ha voluto che lavorassi e io come un'ebete per il quieto vivere della famiglia(abbiamo tre figli) non ho insistito anzi, una volta mi sono beccata anche un bicchiere d'acqua in faccia, lui poteva tutto:uscire con gli amici e rientrare il giorno dopo, partire con gli amici per viaggi vacanza, fare lo splendido con altre donne..... e via discorrendo, ora dopo tanti anni ho deciso di aprire gli occhi dopo alcune vicende chiarissime di mancato rispetto e forse proprio di dimenticanza della mia esistenza ho detto basta l'ho lasciato da più di un mese ma sto malissimo sono tentata più volte di chiamarlo anche se viviamo praticamente attaccati. Un paio di settimane fa è stato male ha avuto una leggera ischemia e io naturalmente mi sono preoccupata e l'ho chiamato ma è finito tutto lì. Vivo malissimo passo giorni ad alternare angoscia e ansia a rari giorni di apparente tranquillità, eppure erano anni che non stavo più bene con lui, mi manipolava sminuendo le mie perplessità riferite a dei suoi atteggiamenti mi riempiva di menzogne ogni volta che scoprivo qualcosa(perché da quando mi sono resa conto non mi sfuggiva nulla) ha continuato a negare una storia con un'altra donna pure di fronte all'evidenza, non mi ha degnata di uno straccio di verità dopo tanti anni passati insieme che razza di uomo è? Come posso uscirne da questa situazione aiutatemi! ho pensato di andare in terapia anche se non potrei permettermelo grazie per lo sfogo

  • Lucrezia

    Come si chiude una relazione tossica? Si comunica al partner il proprio volere di non continuare, si pratica il no contact...Quali sono in pratica i passi da seguire?

  • Axel Rose

    Dopo anni di relazione tossica, sono riuscito a capire che è meglio soli che male accompagnati...il problema nasce però dal fatto che ci sono dei bambini nel mezzo ed è tutto molto complicato da gestire.

  • Simona Re

    A me è capitato più spesso in ambito di relazioni di amicizia piuttosto che in quelle di coppia. Comunque articolo interessante. grazie

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