Genitori e figli: quando si lascia il nido
“Delle volte c’è bisogno di infrangere la propria madre per essere autorizzati a prendere le distanze da lei”tratto da “Per vivere il tempo reale” di Mariateresa Zattoni
Il genitore è chiamato a un mutamento radicale, un cambiamento di prospettiva della generatività (V. Cigoli, E. Scabini, Il Familiare, 2000, Raffaello Cortina Editore). Secondo Snarey, i genitori sono chiamati a passare da una generatività parentale (cura dei figli e sostegno) alla generatività sociale (funzione di mentore di trasmissione di cultura e tradizioni di appartenenza ai giovani adulti ). “…Da una parte quindi il figlio tende a essere una forma di realizzazione dell’adulto; il genitore tende a rispecchiarsi in lui e a sostenerlo nei suoi bisogni realizzativi che sono a un tempo importanti e significativi per il figlio e per il genitore. La generatività parentale è così zoppa: ha forti elementi protettivi e deboli elementi emancipativi … la classe degli adulti si autotutela a spese di quella giovanile” (V. Cigoli, E. Scabini, Il Familiare, 2000, Raffaello Cortina Editore).
Froma Walsh (1988) afferma:“Le persone hanno bisogno di tre matrimoni: in giovinezza un amore romantico e appassionato; per allevare i figli, un rapporto con responsabilità condivise; più tardi nella vita un rapporto con un compagno con forti capacità affettive e di accudimento reciproco. Piuttosto che di nuovi partner le persone hanno bisogno di cambiare il contratto relazionale a seconda delle diverse fasi del ciclo di vita, dal momento che le cose necessarie per il soddisfacimento all’interno di un rapporto cambiano nel corso del tempo anche al variare dei requisiti familiari”.
Alla luce di ciò Withaker riconduce spesso la patologia familiare alla patologia della coppia, quindi alle patologie delle coppie delle famiglie di origine ( S. Ranieri, La psicoterapia familiare di Crl A. Whitataker, 1991, Vita e Pensiero, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma).
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