Facebook: promosso o bocciato?

Spesso le famiglie ci chiedono se lasciar utilizzare Facebook ai propri figli possa essere dannoso oppure no. Esiste veramente una risposta certa?

17 APR 2014 · Tempo di lettura: min.
Facebook: promosso o bocciato?
Spesso le famiglie ci chiedono se lasciar utilizzare Facebook ai propri figli possa essere dannoso oppure no, e spesso la domanda coincide con una serie di osservazioni che i genitori stessi fanno, spinti da atteggiamenti dei figli di chiusura, di isolamento, o di “stranezze “che mettono in atto passando ore avanti al pc o allo smartphone.

E allora potremmo dire che il giusto è nel mezzo, o che dipende dall’utilizzo che se ne fa, o ancora che è uno strumento assolutamente da evitare. Bene, al di là del senso comune, ritengo utile analizzare i pro e contro, dove i pro spesso restano invisibili ai genitori preoccupati, soprattutto quando parliamo di ragazzi che già precedentemente all’utilizzo di facebook nutrono aspetti di sè di riservatezza, esclusione, isolamento.

Sempre più spesso si assiste all’esposizione di sè stessi, talvolta anche della propria intimità su facebook. E quindi partiamo dai contro, dicendo che ogni forma di esibizionismo, di ostentazione della propria intimità va a scapito sia della perdita di ogni privacy ma soprattutto della propria autostima. Sono infatti i soggetti più deboli quelli che sono più animati da questo atteggiamento. Esporsi nel virtuale per non esporsi nella vita. E’ una sorta di guscio che si rompe, ma si rompe solo nel virtuale, e ci tiene ancora protetti, nel nostro ambiente, nella nostra casa, avanti al nostro pc e che ci nutre di rapporti meno autentici.

Ancora, una delle paure riportate dai genitori sui propri figli, e che deve farci riflettere sulle relazioni che abbiamo con loro, è che il proprio bambino/a possa sostituire ai rapporti reali quelli sui social network e che possa in qualche modo diventare “incompetente” della vita.

I social networks potrebbero diventare dei surrogati della realtà che soddisfano velocemente e più facilmente i rapporti tra le persone, ma parliamo di rapporti reali?

Il fatto che le persone che passano molte ore a chattare su facebook sono poi esposte maggiormente a sintomi depressivi la dice lunga… in un mondo virtuale dove si possono contattare persone che tendono a mostrare il meglio di sé , alimentando l’idea che gli altri sono “migliori” di noi.

Oltre gli aspetti negativi però , dobbiamo sottolineare come Facebook abbia dei risvolti positivi, quali ad esempio lo scambio comunicativo (seppur virtuale) che avviene tra amici, conoscenti e non, che da un lato incentiva anche i meno “allenati” alla comunicazione. Una sorta di incontro protetto con gli altri che permette anche alle persone che hanno maggiori difficoltà relazionali, di entrare in contatto attraverso i social.

Allora ci si può chiedere se è vero che bambini con tendenze depressive o di scarsa autostima sono più inclini a chiudersi ai rapporti e utilizzare compulsivamente un social network come facebook, o se al contrario sia proprio l’utilizzo dello stesso che può avere influenze sul suo benessere psicologico.

E quindi torniamo all’eterno dilemma se è nato prima l’uovo o la gallina.

Io penso che, secondo il principio sistemico della circolarità occorre mettersi da ogni lato del cerchio, e comprendere che non esiste un evento che scatena un altro evento ma che entrambi compartecipano ad una realtà nuova, e che entrambi tendono a mantenersi in equilibrio.

Un equilibrio che si cerca di trovare forse per altre mancanze, che forse sarebbe il caso di indagare, a partire dalle relazioni familiari o dei gruppi di appartenenza, prima ancora di pensare a facebook come capro espiatorio di una realtà non sempre equilibrata di relazioni con il mondo.

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Scritto da

Dott. Alessandro Lobello

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