Essere schiavi dell'ansia: il disturbo ossessivo-compulsivo

Cos'è il disturbo ossessivo-compulsivo? Cosa lo caratterizza? Quali le cause?

30 SET 2013 · Tempo di lettura: min.
Oltre ai sentimenti legati all'ansia, vergogna e paura, in molte occasioni è frequente un sentimento di colpa. 
Foto: Dott.ssa Elena Dacrema

Si chiama DOC, si legge disturbo ossessivo-compulsivo. Si tratta di un disturbo d'ansia che si caratterizza per la presenza di ossessioni e compulsioni, ossia di azioni o rituali particolari da eseguire in risposta a un'ossessione.

Il risultato sono elevati livelli di ansia e una riduzione drastica della qualità della vita non solo di chi ne soffre, ma anche di chi gli sta attorno.

Le cause e i tipi di DOC

Non si conoscono esattamente le cause del disturbo ossessivo-compulsivo, anche se esistono diverse teorie. Sia i fattori ambientali che quelli genetici sembrano contribuire alla sua apparizione. Alcune teorie suggeriscono l'esistenza di alterazioni di alcune regioni specifiche del cervello. Altri studi indicano che esistono anomalie in alcuni neurotrasmettitori (bassi livelli di serotonina).

I fattori ambientali giocano la loro parte. In molti casi esistono situazioni molto stressanti o drammatiche che potrebbero essere identificate come il fattore scatenante. La morte di una persona cara, malattie o problemi gravi in famiglia sono tutte ragioni che possono scatenare una serie di comportamenti che cercano di alleviare il malessere. Anche la personalità può aiutare a sviluppare questo disturbo, come nel caso di persone molto esigenti o perfezioniste. Il controllo si converte poco a poco in un'idea ossessiva che solo si allevia attraverso se stessa. Questa persona, quindi, può diventare schiava del proprio controllo.

Il DOC può manifestarsi in molti modi, anche se i sintomi più frequenti sono quelli della pulizia e del controllo. Si può inoltre essere ossessionati dall'ingoiare la propria saliva, dalla paura di fare male a una persona cara, dai numeri, dalle superstizioni e da molti altri motivi.

Non esiste un'età concreta in cui sia più probabile cominciare a soffrire il DOC anche se solitamente appare in giovane età. Secondo alcuni studi il 75% dei casi si sviluppa tra i 15 e i 30 anni.

Le cure possibili, tra psicologia e farmaci

Si decide di utilizzare i farmaci per curare il DOC valutando l'intensità di due fattori: la gravità del disturbo e la capacità della persona di poter affrontare il trattamento. Bisogna infatti ricordare che una parte essenziale del trattamento è la tecnica dell'esposizione con prevenzione della risposta: il paziente dev'essere capace di non realizzare la compulsione, anche sapendo che è la realizzazione del rituale che calmerà l'ansia.

Quando una persona si blocca e per quanto ci provi non riesce a mettere in pratica queste tecniche, si raccomanda l'aiuto dei farmaci (gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) per diminuire il livello d'ansia.

Per valutare l'entità del disturbo gli psicologi seguono un percorso preciso. Prima di tutto si inizia studiando le ossessioni e le compulsioni della persona che soffre il DOC. Si insegnerà al paziente a identificarle e a utilizzare la tecnica dell'arresto del pensiero. Attraverso questo metodo si impara a cambiare i pensieri, senza che si possa essere controllati dalle proprie ossessioni. Ma la parte più difficile del percorso è quello di evitare i rituali attraverso tecniche di autocontrollo.

Ripercussioni sulla vita del paziente e dei familiari

Il DOC danneggia prima di tutto chi ne soffre a causa degli alti livelli d'ansia raggiunti. Tuttavia spesso il paziente tenta di nascondere questo problema agli altri, temendo di non essere compreso. Per questo, oltre ai sentimenti legati all'ansia, vergogna e paura, in molte occasioni è frequente un sentimento di colpa. La conseguenza è che la qualità della vita di un paziente affetto da DOC si abbassa perché la persona lotta costantemente con se stessa finendo per compromettere la sua vita personale e i rapporti con gli altri.

Tuttavia a soffrire non è solo la persona interessata da questo disturbo, ma anche tutti coloro che gli vivono accanto. A volte i familiari non riescono a capire cosa stia succedendo perché il paziente per la vergogna tenta di nascondere il suo malessere, ma tuttavia ne percepiscono il disagio. In altri casi alcuni pazienti ne parlano liberamente con le persone care che spesso minimizzano o ridicolizzano il problema, creando un doppio disagio: da un lato il paziente soffre per il suo disturbo, dall'altro prova una sensazione d'incomprensione e di castigo.

Essere un parente o amico di una persona che soffre del disturbo ossessivo-compulsivo non è facile. Molti non sanno come comportarsi e, nella maggior parte dei casi, soffrono molto e non capiscono ciò che sta succedendo a causa d'ignoranza, senso d'impotenza, stanchezza o sentimenti di colpa.

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Commenti 1
  • Anonimo

    Soffro dal 1984 e da allora non dormo.

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