Ecco la verità sull'ansia

Almeno una volta nella vita, è capitato di provare sensazioni come ansia e paura. Leggi l'articolo per scoprire che cos'è l'ansia, quali sono i suoi sintomi e come si può gestirla.

5 LUG 2022 · Tempo di lettura: min.
Ecco la verità sull'ansia

A chi non è mai successo di sperimentare, almeno una volta nella vita, sensazioni di ansia e paura, associate talvolta alla convinzione di morire, impazzire, perdere il controllo, svenire, anche in situazioni ordinarie o quotidiane? Anche quando tutto sembra andare per il verso giusto, può improvvisamente capitare di provare una profonda e inaspettata angoscia.

L'ansia è uno stato emotivo caratterizzato da sensazioni di tensione, minaccia e cambiamenti a livello fisiologico. Pur condividendo aspetti simili con la paura, non è da confonderla con l'ansia. Facciamo un esempio per capire meglio la differenza: una persona ha molto timore dei piccioni ed ogni volta che esce di casa si sentirà nervosa, apprensiva o agitata al solo pensiero di poter incontrare per strada un piccione, pensando "Sicuramente incontrerò un piccione!", "E se un piccione mi si dovesse appoggiare in testa?", etc. Ecco questa è l'ansia.

Al contrario, se una persona vede un piccione che gli sta volando incontro verso la faccia, percependo un imminente pericolo, il soggetto sta provando paura. Perciò la differenza risiede che la paura è una reazione emotiva ad un pericolo reale ed immediato, mentre l'ansia è una reazione emotiva ad una minaccia futura percepita.

L'ansia è uno stato d'animo universale e naturale dell'uomo che di per sé ha la funzione di rispondere allo stress provato: pertanto l'ansia non ha sempre e necessariamente caratteristiche negative. L'ansia diventa patologica quando disturba quotidianamente la persona, in misura più o meno notevole, portando delle limitazioni nella vita quotidiana dell'individuo. Ciò è dovuto al fatto che spesso l'ansia patologica è dotata di una propria "autonomia", manifestandosi senza che la persona sia a volte consapevole delle cause scatenanti, con un'intensità che può provocare un grado di sofferenza elevato e una durata spesso cronica.

Le caratteristiche dell'ansia

L'ansia ha varie componenti:

  • cognitive: implica aspettative di pericolo diffuso ed incerto provocando una sensazione di pericolo imminente. La sovrastima del pericolo e la sottostima delle capacità per fronteggiarlo riflettono, nei disturbi d'ansia, l'attivazione di schemi di pericolo, a causa dei quali la realtà esterna viene vissuta come estremamente pericolosa e il se stessi come estremamente vulnerabili;
  • fisiologiche: il corpo prepara l'organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d'emergenza). Quindi si può notare, a livello fisico, sintomi quali pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare;
  • emotive: implica una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione e preoccupazione, e sono spesso accompagnate da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore;
  • comportamentali: si possono presentare sia comportamenti volontari sia involontari, spesso non-adattivi, diretti alla fuga o all'evitare la causa che attiva l'ansia.

Classificazione dei Disturbi Ansiosi

Nei disturbi d'ansia la persona esposta alla "sua" situazione stimolo proverebbe un'emozione ritenuta insopportabile, che, talvolta potrebbe far credere o sentire alla persona di impazzire o di morire. Pertanto, l'ansia può essere distinta in due grandi categorie:

  • adattiva (fisiologica): quella che prepara a un pericolo potenziale e può contribuire ad affrontare situazioni difficili;
  • disfunzionale (patologica): caratterizzata da una condizione di malessere che provoca un grado di sofferenza non sopportabile e che può portare dei comportamenti per difendersi da questa onda emotiva che possono limitare le normali attività della vita quotidiana della persona.

Nello specifico, l'ansia patologica può essere suddivisa in tre categorie:

  1. ansia anticipatoria: di breve durata, scatenata da un segnale identificabile (reale o immaginario) associato al pericolo;
  2. ansia generalizzata: condizione durevole di tensione, sganciata da particolari stimoli;
  3. attacco di panico: manifestazione di ansia acuta, inaspettata, in cui si manifesta un improvviso senso di pericolo con imponenti sintomi somatici.

Nella pratica clinica, secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), i disturbi d'ansia possono essere suddivisi in:

  • disturbi d'ansia di separazione: è la paura intensa e inappropriata rispetto all'età del soggetto dalla separazione da una o più figure di riferimento (solitamente la madre);
  • fobia specifica: è un'intensa ansia eccessiva verso oggetti o situazioni specifiche, che di norma non provocano questo tipo di reazione in persone che non provano questo disagio;
  • disturbo d'ansia sociale (o fobia sociale): è un'ansia relativa a una o più situazioni sociali nelle quali l'individuo viene esposto al possibile giudizio degli altri. Quello che la persona teme realmente è di agire in modo tale che i suoi sintomi d'ansia venga valutata negativamente dalle altre persone e che lo rifiuteranno nella situazione sociale;
  • disturbo di panico: l'ansia si manifesta attraverso cambiamenti di tipo fisiologico che raggiungono la maggiore intensità negli attacchi di panico. L'attacco di panico è caratterizzato da un'improvvisa e intensa paura in assenza di un reale pericolo, accompagnato da sintomi fisici (tachicardia, tremori, dolore al petto, nausea, etc.). Gli attacchi di panico sono solitamente inaspettati;
  • agorafobia: è l'ansia provata al trovarsi in luoghi o situazioni da dove sia difficile allontanarsi oppure dove sia difficile o impossibile ricevere aiuto nel caso in cui si verifichino i sintomi;
  • disturbo d'ansia generalizzata: è caratterizzata da ansia e preoccupazioni eccessive che si manifestano per la maggior parte dei giorni relativi a molti eventi o attività quotidiane. La persona affetta da questo disagio ha difficoltà nel controllare la preoccupazione e l'ansia associata a tre o più dei seguenti sintomi: irrequietezza, affaticamento, difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria, irritabilità, tensione muscolare e/o alterazioni del sonno.

I sintomi dell'ansia

I sintomi legati all'ansia patologica possono essere raggruppati in tre grandi categorie:

  1. sintomi cognitivi ed emotivi: nervosismo, difficoltà di concentrazione, sensazioni di testa vuota, difficoltà di addormentamento, irritabilità, paura di morire, paura di perdere il controllo, paura di non riuscire ad affrontare le situazioni;
  2. sintomi fisici: sensazioni di soffocamento, vertigini, nausea, diarrea, vampate di calore/brividi, nodo alla gola, dolore muscolare, palpitazioni, sudorazioni, mani fredde/sudate, bocca asciutta, tremori;
  3. sintomi comportamentali: il più frequente è l'evitamento, ovvero il tenersi lontani dalle situazioni che potrebbero provare ansia. Questo può avere un impatto negativo, soprattutto nelle situazioni utili alla persona (per esempio prendere i mezzi pubblici, parlare in pubblico, sostenere un esame, etc.). A volte queste limitazioni che la persona cerca di superarle ricorrendo ad un accompagnatore i ad altri tipi di comportamenti protettivi (per esempio abusando l'uso di farmaci ansiolitici).

Quando l'ansia diventa un problema?

L'ansia, stato d'animo che qualsiasi essere umano prova, diventa anormale quando un soggetto presenta una o più delle seguenti caratteristiche:

  • pensieri disfunzionali: la paura e l'ansia eccessiva derivano da un'erronea valutazione del pericolo a causa di pensieri esagerati sulla minaccia percepita, provocando ansia e paura;
  • funzionamento della persona alterato: questo capita quando ansia e paura interferiscono con la qualità di vita dell'individuo;
  • persistenza continua della minaccia e del pericolo: la persistenza dell'ansia porta il soggetto a pensare al futuro in modo catastrofico e fa si che l'individuo sia sempre in attesa che avvenga la temuta tragedia;
  • falsi allarmi: le persone possono provare una marcata paura o ansia eccessiva in assenza di stimoli pericolosi oppure in presenza di una minaccia minima;
  • ipersensibilità agli stimoli: nelle persone ansiose la risposta spropositata alle situazioni abbiano un range di stimoli più vasto.

Indicazioni e trattamento

Alcune volte, nel trattamento dell'ansia, alcuni professionisti decidono di utilizzare la farmacologia. Le classi di farmaci con la migliore evidenza scientifica di efficacia sono gli antidepressivi e le benzodiazepine.

Tuttavia, molte ricerche scientifiche hanno dimostrato che la psicoterapia, soprattutto quella ad orientamento cognitivo-comportamentale, è risultata molto efficace. Tale modello psicoterapico sostiene che non sono gli eventi a provocare ciò che si prova, ma bensì la modalità con cui gestiamo tali eventi, attraverso i nostri pensieri. Pertanto, grazie alla psicoterapia cognitivo–comportamentale, la persona apprenderà due tipologie di abilità: attraverso specifiche tecniche si imparerà a correggere le proprie interpretazioni errate di pericolo e minaccia e si individueranno le proprie risorse personali per impiegare efficacemente le tecniche apprese.

La tipologia di percorso terapeutico può essere diversa in base al disturbo, ma si rilevano elementi comuni in tutti i percorsi e sono:

  1. psicoeducazione: la persona apprende le informazioni circa la natura e i meccanismi dell'ansia;
  2. esposizione: esposizione del soggetto alla situazione temuta e imparare a prevenire l'eventuale risposta di evitamento;
  3. rilassamento: esercizi di rilassamento per ridurre l'attivazione ansiosa.

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Scritto da

Dott. Davide Bregoli

Bibliografia

  • Ajelli C. & Nuzzo C., Ansia, https://www.stateofmind.it/tag/ansia/
  • Istituto Superiore di Sanità, Ansia nell'adulto - Disturbo d'ansia generalizzata (DAG), https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-...
  • Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014
  • Montano A. & Borzì R., L'Ansia e il Disturbo da Attacchi di Panico. Istituto A. T. Beck

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