Dottore mi aiuti ho L’ANSIA!
Come funziona l'ansia, come proviamo a liberarcene, a cosa serve e come affrontarla grazie ad una psicoterapia cognitivista
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Dottore mi aiuti ho L'ANSIA!!
Breve spiegazione della psicoterapia cognitivista delle sindromi ansiose
Ansia, stress, attacco di panico, timore, fobia, preoccupazione, allarme, paura….
Sono tutte sfumature qualitativamente e quantitativamente differenti di uno stato di allarme dell'essere.
Spesso l'individuo non è nelle condizioni di capire quale sia il senso di ciò che gli accade o, qualora lo capisca, non ne condivide a livello razionale le motivazioni o non sa comunque che fare per evitare di entrare in quello stato così spiacevole.
Alcune delle strategie disfunzionali più utilizzate per farvi fronte sono:
evitamento: in sostanza la persona evita qualsiasi situazione in cui anche lontanamente ed in via del tutto ipotetica possa verificarsi la situazione ansiogena; tale strategia, a seconda anche della ricorrenza della situazione ansiogena all'interno della vita dell'individuo, può essere a basso costo, o ad elevato costo per la qualità della vita del soggetto stesso e di chi gli sta intorno. Ad essa si lega un sintomo denominato ansia anticipatoria, in seguito al quale il soggetto, prevedendo situazioni in cui potrebbe entrare in contatto con lo stimolo ansiogeno, entra in uno stato di ansia che può essere anche molto intensa;
ossessioni compulsioni: tramite questa strategia l'ansia viene tenuta a bada grazie ad azioni ripetitive, faticose e quasi sempre ritenute eccessive o bizzarre dal soggetto stesso. Esse hanno a volte un senso magico a volte preventivo, a volte compensatorio rispetto a proprie colpe, mancanze, errori, ecc. e servono a scongiurare un evento nefasto che si suppone altrimenti possa accadere.
rimuginio: in cui il soggetto cerca in modo spasmodico una soluzione al problema, perdendo però spesso la concentrazione sufficiente ad affrontarlo, consumando molte energie, ed entrando in un loop che spesso lede l'autostima. La persona continua a vagliare tutte le ipotesi, a cercare tutte le soluzioni, trattando un quantitativo di dati troppo alto e rischiando di trovarsi così confuso e disarmato. Inoltre non vi è più spazio per pensare ad altro o per vivere esperienze piacevoli.
Facciamo qualche esempio:
Giovanna ha la fobia degli aghi, la cosa non le crea alcun problema attuale poiché la sua condizione lavorativa non ne prevede l'utilizzo, non ha carico assistenziale, né una necessità legata al suo stato di salute. In questo caso Giovanna potrebbe non arrivare per anni all'attenzione dello psicologo ed evitare senza grande difficoltà le situazioni in cui deve entrare in contatto con una siringa. Eviterà le analisi del sangue ed interventi dentistici che richiedano l'anestesia. Perifericamente nella sua mente potrebbe gravitare questo interrogativo: 'che cosa succederebbe se dovessi avere bisogno di una terapia che prevede l'utilizzo di siringhe o l'infusione in vena?'
Michele ha una fobia sociale, teme di arrossire in viso quando deve parlare in pubblico. Ha di recente avuto una promozione al lavoro per la quale dovrà affrontare riunioni con persone sconosciute e dovrà mantenere un ruolo attivo. Da quando ha avuto la promozione è in profonda crisi, vive uno stato di ansia generalizzata e sta valutando l'ipotesi di cercarsi un altro lavoro. Non ha parlato con nessuno del suo disagio poiché gli causa vergogna, ed anche solo la possibilità di arrossire mentre lo racconta gli provoca un profondo stato di ansia. In passato ha avuto attacchi di panico durante gli esami che gli hanno impedito di proseguire il percorso universitario.
Alfredo soffre di disturbo ossessivo compulsivo. Ha una famiglia di moglie e 2 figli di 5 ed 8 anni. Ritiene di fondamentale importanza evitare i rischi legati alla contaminazione di batteri o virus. Utilizza 3-4 ore della propria giornata per pratiche legate all'igiene personale. Si è procurato lesioni alle mani ed al cuoio capelluto per via dei lavaggi troppo frequenti e dell'esagerato utilizzo del sapone. Ha conflitti continui con la moglie ed i figli poiché il suo ambiente domestico non è mai sufficientemente pulito. Rimprovera e punisce duramente i figli se si sporcano giocando o durante i pasti, se sporcano casa, ecc. Ha già assunto e poi licenziato innumerevoli colf poiché mai soddisfatto. La sua vita sociale è ridotta.
Fernanda soffre di ansia generalizzata. Ha paura che il suo fidanzato possa allontanarsi da lei. Malgrado le rassicurazioni si sente sempre in pericolo di essere abbandonata ed ogni istante di vita in cui non ha un contatto diretto o telefonico con lui è vissuto con grave ansia. La notte Fernanda non riesce ad addormentarsi, guarda continuamente il cellulare in attesa delle risposte di lui e nell'attesa (che diventa eterna) pensa e ripensa a cosa potrebbe aver sbagliato, a cosa potrebbe aver raffreddato i rapporti, a cosa potrebbe dire o fare per migliorare la situazione, a cosa starà facendo e con chi sarà il suo fidanzato e a quali possono essere i suoi pensieri e vissuti su di lei. Tutti questi pensieri si affastellano nella sua mente procurandole forte agitazione ed opprimendola.
Vediamo ora che cosa è esattamente l'ansia?
Sembra una parola buona per tutte quelle emozioni che ci creano uno stato di allarme vissuto con spiacevolezza, impotenza, confusione, senso di ineluttabilità, incapacità di comprenderle e di arrestarne il flusso.
Di fatto l'ansia è il senso percepito di una variazione dello stato dell'organismo verso un aumento del livello di allarme. E' una risposta biologica ed evolutivamente premiante, ossia senza di essa non ci saremmo evoluti ma estinti.
Nella maggior parte dei casi il respiro ed il battito cardiaco accelerano, i muscoli si tendono e si preparano all'azione, la mente ha un pensiero più celere e può essere alla ricerca spasmodica di soluzioni, alternative, vie di fuga. La percezione del mondo esterno può diventare più acuta e sensibile, o essere esclusa, a seconda della priorità per l'organismo. Lo stomaco si chiude, la motilità intestinale è alterata, il sistema immunitario aumenta la sua attività, ecc. La normale lucidità ha delle alterazioni tali per cui dati di realtà di scarsissima probabilità possono essere interpretati in termini di verosimilianza o di probabilità prossima alla certezza.
A volte l'organismo può avere una reazione diversa. Invece di prepararsi all'azione, si predispone alla morte od al freezing. Queste sono 2 reazioni di tipo diverso. Nel I caso il soggetto si prepara alla morte vera e propria. Vi è una valutazione di ineluttabilità di un evento infausto e l'organismo si prepara a limitare le sofferenze. E' il classico attacco di panico che porta a giramenti di testa, svenimenti, testa leggera, tremori alle gambe, gambe che non reggono, ecc. Il passo successivo sarebbe la perdita di coscienza, situazione alla quale spesso non si arriva, ma resta il disagio ed il senso di impotenza legato al sentirsi venir meno.
Il freezing è una reazione di finta morte in cui si tenta di distogliere e scoraggiare l'attenzione dal proprio organismo (come fa ad esempio l'opossum) a differenza del caso precedente il soggetto è in uno stato di estrema tensione ed allarme, pronto alla fuga od alla lotta qualora il suo stratagemma non ottenga il risultato sperato. Questa situazione può essere vissuta come un blocco dell'azione, l'incapacità di parlare, di reagire, od affrontare la situazione; sentirsi 'gelati'.
Tutte le reazioni ansiose sono di fatto necessarie all'organismo. Per tale motivo spesso i training di rilassamento non funzionano; sarebbe in effetti molto pericoloso eliminare la risposta ansiosa dalla nostra vita. Immaginate cosa succederebbe se, in seguito ad un training qualsiasi di rilassamento, una persona non provasse nessun tipo di ansia di fronte ad un inizio di incendio, ad un comportamento rischioso di un figlio, ad un malessere di una persona cara, ad un impegno importante, ad una risposta inadeguata dei comandi dell'auto, ecc.
Pensiamo a cosa sarebbe successo se in epoca preistorica l'uomo non avesse provato allarme in ambienti pericolosi o frequentati da predatori.
Emerge con chiarezza che l'ansia, quando non invasiva o pervasiva è un importante alleato della nostra vita. Chi inizia una psicoterapia con l'idea di eliminarla ha la necessità di ricredersi.
In genere è necessario lavorare in terapia sul senso che la persona dà al possibile verificarsi di un evento e sull'intensità della risposta ansiosa.
Il senso percepito di un evento che si ritiene negativo e probabile, può essere collegato ad emozioni, memorie, pensieri, che non vengono direttamente attivati, ma che in modo automatico portano la persona nello stato di allarme con l'obiettivo primario di evitare/scongiurare, ecc. Si può per esempio pensare che l'imbarazzo ci sottoponga al rischio di essere sminuiti e squalificati in modo sprezzante e vada quindi evitata qualsiasi situazione imbarazzante; si può prevedere che il mancato lavaggio delle mani sottoponga la persona a rischio di malattie gravi e che le persone a carico potrebbero essere lasciate a loro stesse, con implicazioni insopportabili a carico del senso di responsabilità; si può vivere un'assoluta impossibilità di avvicinarsi ad un'ascensore, con un'idea di soffocamento negli spazi chiusi e scoprire che ci terrorizzano le situazioni sociali che ci danno una strada obbligata (matrimonio, lavoro, figli, ecc). La psicoterapia cognitivista prevede un profondo lavoro di riconoscimento ed accettazione dei propri temi, per comprendersi e trovare rassicurazione e conforto tali da permettersi di affrontare le situazioni vissute con allarme
L'intensità dell'ansia può essere tale da non permettere di portare a termine i propri piani, di stare in una situazione, di pensare, di relazionarsi. La psicoterapia cognitivista prevede strategie per abbassare gradualmente i livelli di ansia di fronte a stimoli che portano a dei picchi di ansia od all'attacco di panico, in modo da poter sperimentare un avvicinamento alle situazioni stimolo e potersi piano piano riappropriare dei propri spazi.
E' quindi fortemente indicato un percorso psicoterapeutico di tipo cognitivista, piuttosto che un semplice training di rilassamento quando, invece di uno stress generico, momentaneo e di scarsa intensità, ci troviamo di fronte a stati di ansia intensa, generalizzata o legata a stimoli ed eventi specifici.
Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
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