Disturbo post traumatico da stress: sintomi e cause

Il disturbo post traumatico da stress crea in chi lo prova forti stati di ansia e tristezza e sconvolge la vita tanto quanto il trauma reale vissuto dalla persona.

10 APR 2019 · Tempo di lettura: min.
Disturbo post traumatico da stress: sintomi e cause

Per trauma si intende una ferita emotiva e per evento traumatico l'esperienza (evento o situazione) che la provoca. Si tratta di un evento che mette in pericolo la vita o suscita dolore, malessere, paura, angoscia, senso di impotenza in chi lo subisce e che può modificare la visione del mondo e di stessi.

Comporta un danno grave o la minaccia di un danno grave, che possono riguardare la persona stessa o altri, in particolare persone care. L'evento traumatico può lasciare spaventati e vulnerabili, e sconvolgere la vita. Per fortuna lo si può superare, ma ciò non significa dimenticarlo o ricordarlo con totale indifferenza. Ogni persona normalmente sensibile ne avrà ancora qualche volta un sofferto ricordo, anche se sempre meno frequente con meno malessere e con meno compromissione della vita quotidiana, e non tornerà ad essere esattamente quella di prima, perché esperienze di questo tipo non possono non lasciare cambiamenti.

I cambiamenti possono, però, essere anche positivi: in effetti, chi è riuscito a superare un evento traumatico di solito è più forte, più attento e sa di più che cosa è davvero importante nella vita.

Gli eventi traumatici più comuni sono di origine umana (esperienze di guerra, aggressioni fisiche o sessuali, incidenti di macchina o di aereo, uccisioni o ferimenti, emarginazioni o umiliazioni sul posto di lavoro) o di origine naturale (incendi, terremoti, inondazioni o tempeste). Lo stesso evento traumatico viene vissuto in modo molto diverso e può avere conseguenze molto diverse. Quasi tutti comunque stanno male subito dopo l'evento, ma mentre la maggior parte delle persone si riprende nelle settimane e nei mesi successivi, magari con l'aiuto di familiari e amici; alcune manifestano gravi problemi, tra cui il disturbo post-traumatico da stress (DPTS), che richiedono un aiuto specialistico. Il DPTS può colpire persone di qualsiasi età, cultura e sesso. I sintomi iniziano di solito subito dopo l'evento traumatico, ma vi sono rari casi in cui compaiono solo dopo diversi mesi o addirittura anni.

Sintomi del disturbo post-traumatico da stress

Il DPTS è caratterizzato da tre categorie principali di sintomi: intrusivi, di evitamento e di riduzione delle attività, di attivazione. I sintomi possono essere molto disturbanti e anche invalidanti per chi ne soffre e avere quindi effetti negativi indiretti anche sulle persone intorno al soggetto (familiari, colleghi etc…).

Sintomi intrusivi:

  • ricordi o immagini angosciose dell'evento traumatico;
  • incubi sull'evento o su altre situazioni terrorizzanti;
  • flashback (l'evento viene rivissuto);
  • forte malessere psichico, ansia, rabbia, senso di colpa non appena l'evento affiora nel ricordo;
  • sintomi fisici, come sudorazione, accelerazione del battito cardiaco, tensione muscolare, non appena l'evento affiora nel ricordo.

Sintomi di evitamento e di riduzione delle attività:

  • tendenza ad evitare tutto ciò che ricorda l'evento traumatico: pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi, persone;
  • vuoti di memoria, con oblio di parte dell'esperienza;
  • perdita di interesse nelle attività normali;
  • impressione di essere "tagliato fuori" o di essere distaccato dalle persone amate;
  • demoralizzazione, abbattimento o insensibilità, indifferenza a tutto;
  • difficoltà nell'immaginare il futuro.

Sintomi di attivazione:

  • disturbi del sonno;
  • irritabilità;
  • rabbia verso se stesso, gli altri e il mondo in generale;
  • problemi di concentrazione;
  • stato di vigilanza e allarme, teso ad individuare segni di pericolo.

Oltre a questi sintomi, chi ha vissuto un grave evento traumatico può presentare depressione, abuso di alcool e sostanze, disturbi dermatologici e dolori fisici collegati allo stress.

Perché si generano le reazioni da stress traumatico?

Uno dei più importanti clinici di questo disturbo, Mardi Horowits, considera l'evento traumatico come un'esperienza travolgente e sconvolgente che contiene informazioni difficili da capire e da accettare perché non corrispondono alla nostra visione del mondo e del nostro ruolo in esso, ai nostri valori e alle nostre aspettative.

Gli esseri umani hanno una tendenza innata a cercare di dare un senso a tutto, tendenza di solito utile per affrontare e risolvere i problemi normali, ma che può essere controproducente nel caso di eventi traumatici. Chi ne ha vissuto uno tende a ripensarci nel tentativo di dare un senso a quanto è successo, ma il senso è troppo difficile da trovare e il ricordo è troppo doloroso e angosciante.

Si rifugia allora nel rifiuto del ricordo e nell'indifferenza, ma poiché mantiene il bisogno di senso, poco dopo ha di nuovo il ricordo. Il movimento di va e vieni, a un estremo i pensieri e le emozioni intrusive, all'altro l'oblio e l'apparente indifferenza, l'alternanza di brevi esplosioni di ricordo doloroso e di periodi di evitamento e insensibilità, possono continuare a lungo se non li si interrompe.

Al di sotto di queste oscillazioni, chi soffre di DPTS ha un atteggiamento continuo di vigilanza e tensione, come se non volesse più farsi cogliere impreparato da pericoli futuri. Il sistema di rilevamento di pericoli è talmente sensibile che si può attivare troppo facilmente, tanto da rendere difficile condurre una vita normale. Questa teoria permette di capire perché sia difficile modificare le reazioni ad un evento traumatico anche quando compromettono gravemente la qualità della vita.

Articolo scritto dal Dott. Alessandro Centini, iscritto all'Ordine degli Psicologi della regione Lazio

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Scritto da

Dott. Alessandro Centini

Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, iscritto all'ordine degli psicologi del Lazio (n°16613), svolge la libera professione nel suo studio di Colleferro (RM). Il suo approccio si concentra soprattutto sul disagio che il paziente vive nel presente, nelle sue relazioni e nella sua quotidianità. Il suo intervento è rivolto all'individuo, alla coppia ed alla famiglia.

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