Dietro l'ansia, un'immensa voglia di vivere

Comincerò parlando dell'ansia. Affronterò l'argomento sotto una prospettiva particolare. La voglio considerare un'emozione di tipo speciale.

3 MAR 2016 · Tempo di lettura: min.
Dietro l'ansia, un'immensa voglia di vivere

L'ansia è un'emozione di tipo speciale perché, a volte, è talmente forte da farci imboccare una serie di strategie terapeutiche del tutto inadeguate e soprattutto inefficaci.

Tipi di ansia

Una prima forma è quella sgradevole sensazione che ci assale all'improvviso e che ci fa temere che possa accadere da un momento all'altro qualcosa di brutto e di inevitabile che non saremo in grado di affrontare. Questo qualcosa non siamo in grado di descriverlo, non ha caratteristiche, precise, concrete.

Una seconda forma è quel pensiero che, a volte, ci assale e ci mette di fronte al fatto che tutto quello che stiamo facendo, i sacrifici che dobbiamo affrontare e la fatica che sopportiamo, non ha alcun senso di fronte alla ineluttabilità della morte; questa forma si trasforma spesso in una autentica paura di morire e morire presto.

Una terza forma, assai sgradevole, è quella di un intenso terrore di rimanere soli e di non farcela ad affrontare le difficoltà della vita. Una sorta di sensazione di irrealtà ci pervade e ci fa temere che qualcosa più potente di noi e impossibile da affrontare incomba nella nostra vita.

Infine, l'ultima forma, è quella di un'ansia generica, senza sfumature, uno stato di allerta continuo che non riusciamo a comprendere né a denotare, la cosiddetta "ansia senza oggetto".

Cosa nasconde in realtà questa ansia?

Potrà sembrare paradossale, ma dietro ad essa si nasconde un'immensa voglia di vivere. Proprio così: è la voglia di vivere la causa di questa ansia. Solo che non ce ne rendiamo conto. Non ce ne rendiamo conto perché la pulsione vitale che è dentro di noi si manifesta in modo negativo.

Il nostro cervello lavora per scuoterci dalle fondamenta e vuole farci capire che stiamo escludendo dalla nostra esistenza qualcosa di cui abbiamo assolutamente bisogno. Può essere un desiderio represso, una sessualità insoddisfacente, sentimenti che non riusciamo a manifestare come vorremmo, voglia di libertà, modi particolari di essere, obiettivi non raggiunti, e altro ancora.

L'atmosfera negativa che avvertiamo, la sensazione di morte e di pericolo, in realtà ci vuole dire che stiamo trascurando una parte vitale di noi stessi, e che se continuiamo a farlo andremo incontro a gravi conseguenze, fino alla depressione più forte.

Come curare e fare sparire questa sensazione?

La risposta risiede in quanto ho appena detto: se stiamo trascurando qualcosa di vitale è necessario che questo qualcosa riemerga e che noi ce ne appropriamo, ne prendiamo consapevolezza e lo realizziamo.

In primo luogo la cosa più sbagliata sarebbe ricorrere agli psicofarmaci. Questi non farebbero altro che annebbiare il problema, che resterebbe e acquisterebbe ancora più forza, diventando sempre più grande. Si badi bene non sto enunciando una teoria, quanto ho appena detto è ormai riconosciuto pienamente dalla comunità scientifica.

Con gli psicofarmaci non faremmo altro che continuare a nascondere il vero problema e, poiché non saremo mai in grado di comprenderlo,non potremo neppure mai risolverlo. Bisogna lasciare che questa ansia ci venga addosso, non dobbiamo combatterla come un sintomo di una malattia. Lasciamola sfogare e capiremo cosa c'è dietro.

Una volta compreso il problema, saremo in grado di affrontarlo e risolverlo e l'ansia sparirà come di incanto e definitivamente.

Occorre l'aiuto di un terapeuta? È necessario un sostegno psicologico?

Forse si, ma attenzione l'aiuto deve essere efficace, nel senso che l'ansia deve sparire nel giro di pochissimo tempo, altrimenti occorre cambiare terapeuta e tipo di aiuto. Mai, come in questo campo, è necessario che chi aiuta sappia quello che fa. Ormai esistono tecniche psicologiche in grado di far capire cosa si nasconde dietro a questa ansia ed agire prima che assuma forme patologiche.

E, per concludere, devo, però, far presente il maggiore problema che la persona potrebbe trovarsi a dover affrontare una volta individuato il problema da risolvere e che causa ansia. Mi riferisco alla paura di cambiare. Già ne ho parlato a proposito dell'emozione.

Il cambiamento ingenera paura, diceva Rogers, ed è vero, infatti spesso anche quando una persona ha capito qual è la scelta necessaria a risolvere l'ansia, non la mette in atto, per paura dei cambiamenti possibili nella propria vita. È proprio qui che lo psicologo deve saper offrire quel sostegno necessario a cambiare, per far sì che questa ansia sparisca per sempre.

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Scritto da

Dott. Sergio Rossi

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Commenti 6
  • Simona Gastaldi

    Capisco la bontà dell' articolo per aiutare le persone ansiose, ma chi sta male, ha crisi e si affida a medici competenti, spesso assume poi psicofarmaci pecche gli effetti, fisici e mentali, dell' ansia possono essere molto debilitanti e bloccare molto la persona e la sua vita. Io mi trovo in una situazione simile. Dopo eventi traumatici plurimi, fatico a tornare a lavorare, cerco di affrontare la causa, di guardarla in faccia, ma vari sintomi si presentano (insonnia, somatizzazioni....), e la mia mente, che già prende vari psicofarmaci spesso ha poca volontà, tanta paura,solitudine, fatica a fare le cose più semplici, senso di irrealtà e spaesamento. In mezzo a tutto questo non è facile. Vado in psicoterapia, ci provo, a volte va meglio a volte no.... Spero di riuscire ad affrontare la mia paura base ma non ne sono mai certa. Ho scritto per chi si sente come me, sta male e ha paura di non uscirne. Vorrei piangere ma non ci riesco.

  • Monica Polli

    Salve. A me è stata diagnosticata la sindrome bipolare e da quando sono uscita da ipomania l’ansia mi accompagna

  • Paolo Rossi

    Io ormai non riesco nemmeno a fare due rampe di scale che subito vado in panico pensando che per lo sforzo possa venirmi un infarto ... ho fatto qualsiasi visita e va tutto bene .. fino a 1 anno fa praticavo sport a livello agonistico .... mi ritrovo a 26 anni prigioniero di me stesso ...

  • Francesca Colombo

    Secondo me in certi casi in cui l'ansia diventa troppo grande e debilitante ( es: attacchi di panico e agorafobia che impediscono di uscire di casa) le medicine, accanto all'aiuto terapeutico, possono essere un valido sostegno che non va demonizzato; se usate bene non annebbiano il problema ma permettono di affrontarlo. Altro punto secondo me critico è che non sempre l'ansia si può risolvere in breve tempo; penso ad esempio al disturbo d'ansia generalizzat; arrivare in terapia con questa aspettativa potrebbe portare a un abbandono precoce

  • Giampiero Reali

    Salve, io ho manifestazioni del primo tipo di ansia. Sono certo che la causa è quella descritta e credo che sia dovuta alla mia non accettazione del lavoro che faccio. Ma come posso lasciarlo? Mi porta un buono stipendio e mi consente di mantenere la famiglia. Non è possibile cambiare ed accettarlo piuttosto che decidere di cambiare?

  • Gennaro Gargiulo

    Salve, mi ritrovo appieno in quanto da Lei scritto, la mia è una paura di vivere realmente, in maniera autentica, direi. Paura di avere problemi, di non essere felice...Da qui le mie ossessioni che mettono in discussione la mia personalità, paura di avere tic, di avere Parkinson...gradirei un suo consiglio o commento. Grazie in anticipo

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