"Di corsa anche quando siamo fermi"

Avete avuto anche voi il sentore che tutto fosse troppo? La sensazione di non staccare mai? Avete mai avuto il pensiero di dire: "Caspita, è da stamattina che non mi fermo!"?

3 MAG 2021 · Tempo di lettura: min.
"Di corsa anche quando siamo fermi"

L'altro giorno al telefono Monica, una mia cara amica di Agropoli, mi ha detto proprio questa frase e, ridendo, mi ha anche suggerito di utilizzarla per il titolo di uno dei miei articoli. Ho seguito il suo consiglio per due motivi: il primo è perché mi è sembrata davvero simpatica; il secondo è che effettivamente ha racchiuso in una frase quello che sta accadendo…almeno a me!

Sicuramente non mi sto muovendo molto "fisicamente" (e qui Andrea e Antonio potrebbero avere da ridire), ma mi sto muovendo tanto mentalmente. Mi sento più impegnata ora di quando avevo la possibilità di spostarmi con tranquillità da un luogo ad un altro. Praticamente trascorro molte ore a casa davanti al mio PC, non solo per le video-sedute, ma anche per riunioni delle volte ad orari prima impensabili. Stasera, ad esempio, l'ultima riunione inizierà alle ore 21. Non sono qui per mettere in dubbio la comodità e la fluidità del mezzo che ci consente di spostare, anticipare e ritardare vari appuntamenti, ma pongo l'accento sul fatto che mi sento sempre attiva. Come se lavorativamente e professionalmente staccassi solo le ore in cui dormo.

Siamo sempre reperibili

A voi capita mai di avere questa sensazione? Cosa può comportare il correre sempre mentalmente e l'avere la sensazione di non staccare mai? Mi sembra doveroso menzionare subito "il" cambiamento problematico della sensazione del lavoro no-stop: lo stress (Accordo Europeo dell'8 ottobre 2004).

Questo cosa vuol dire? Letteralmente ci stanno dicendo, da anni ormai, che l'aumento di stress, in questo caso dovuto al lavoro, inficia le nostre condizioni di salute e, di conseguenza, le nostre prestazioni a livello professionale (Dettmers et al., 2016) (Williams et al., 2005). Per quanto riguarda il nostro benessere personale, possiamo subito dire che può portare problematiche importanti a livello organico, come cefalea, sfasamenti del ritmo sonno-veglia, tachicardia; a livello psicologico, come disturbi dell'umore, disturbi d'ansia e disturbi del comportamento alimentare; e a livello sociale, come l'irritabilità e l'aggressività.

Per quanto riguarda il benessere lavorativo, se tutte le problematiche declinate precedentemente non dovessero bastarci, posso aggiungere che può portare ad avere anche difficoltà attentive e, quindi, a ridurre la nostra produttività. Paradossalmente, dopo tante ore lavorative, il nostro corpo si comporta proprio come se avessimo avuto lo 0,05 percento di alcool nel sangue, percentuale per cui in molti paesi non è permesso guidare.

Alcune persone a studio, quando parlano del loro lavoro, mi riportano con un po' di imbarazzo o di insofferenza di sentirsi "esaurite". Ed io accolgo e valido loro questo vissuto per il fatto che effettivamente lo stress, specialmente quello lavorativo, ci esaurisce, cioè assorbe tutte le nostre energie fisiche, mentali e sociali. Ci consuma.Non voglio essere allarmista, ma credo sia giusto, partendo dalla mia esperienza odierna, invitare tutti noi a considerare la nostra condizione attuale in modo consapevole. Avete avuto anche voi il sentore che tutto fosse troppo? La sensazione di non staccare mai? Avete mai avuto il pensiero di dire: "Caspita, è da stamattina che non mi fermo!" oppure "Ma è già Giovedì?".

In caso affermativo, l'invito è quello di iniziare a riflettere se è corretto per noi continuare a lasciare che tutto scivoli, travolgendoci ed esaurendoci, senza concedere un momento a noi e ai nostri vissuti. In caso negativo, complimenti, dobbiamo imparare a rimodularci proprio in questo modo!

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Scritto da

Dott.ssa Francesca Carola

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Bibliografia

  • "Ampia disponibilità lavorativa e sua relazione con l'umore di inizio giornata e il cortisolo", Dettmers J. et al., Giornale di Psicologia della salute sul lavoro, 1996.
  • "L'impatto del tempo di veglia e dello stress soggettivo concomitante sulla risposta del cortisolo al risveglio", Williams E. et al., Psiconeuroendocrinologia, 2005.

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