La depressione negli anziani

La depressione è il problema psicologico più importante per gli anziani. Il primo passo è di non sottovalutare i sintomi e affidarsi al consulto di specialisti per un trattamento adeguato.

12 SET 2019 · Tempo di lettura: min.
La depressione negli anziani

La depressione è il problema psicologico più importante per gli anziani. Non soltanto provoca sofferenza, ma anche compromissioni del funzionamento fisico, mentale e sociale, oltre che un aumento del rischio di mortalità.

Nonostante ci sia una diffusa sensibilità a tale problematica, tuttora persistono forti difficoltà nell'individuare la depressione dell'anziano. Da una parte, la depressione senile è spesso sottovalutata dagli specialisti. Dall'altra, il disagio psicologico è frequentemente negato dall'anziano stesso.

La ragione è che c'è un errore condiviso da pazienti, familiari, operatori e specialisti nell'attribuire i sintomi depressivi alla vecchiaia: "sono vecchio è normale che mi senta così", "è anziano, si sta avvicinando alla morte / ha perso il coniuge / non riesce a camminare è normale che sia depresso".

Chiariamo subito che la depressione dell'anziano non è la conseguenza del naturale processo di invecchiamento. Sebbene tale processo comporti una serie di deterioramenti e cambiamenti delle funzioni fisiologiche (cardiovascolari, neurologici, etc.) e degli aspetti psicologici e sociali (lutto, pensionamento, etc.), solo alcuni diventano clinicamente depressi.

Depressione anziano sintomi

I sintomi della depressione dell'anziano possono essere suddivisi in sintomi più evidenti e in quelli più nascosti.

I primi sono quelli più lamentati dalle varie persone intorno all'anziano e sono visibili nella quotidianità.

  • Si disinteressa di gran parte delle attività. Per esempio nel prendersi cura di sé, nel partecipare ad attività familiari o sociali, o nel mantenere un hobby o interesse.
  • Si lamenta di non avere energia per svolgere anche semplici operazioni.
  • Si notano difficoltà di concentrazione o di prendere decisioni, anche per compiti di cui l'anziano è solitamente capace di completare. Per esempio, leggere, ascoltare una persona cara, fare un piatto di pasta.
  • Si irrita o si "spegne" facilmente a seguito di un'osservazione esterna, soprattutto da parte dei familiari. Per esempio, far notare che non è in grado di vestirsi e che si offre un aiuto.

I secondi, invece, sono quelli più legati alle convinzioni dell'anziano che possono emergere più facilmente durante una consultazione specialistica o un trattamento.

  • Si sente incapace a rispondere con efficacia ai problemi, manifestando sentimenti di autosvalutazione. Per esempio, "mi sono dimenticata di comprare il latte, sono davvero una cretina/una smemorata".
  • Si sente incompreso dagli altri, valutando le persone come più capaci nell'affrontare le situazioni o, alternativamente, come più cattive per non ricevere attenzione. Per esempio, "la mia vicina di casa è andata a bere il caffè con una suo amica, nessuno mi vuole", "mio figlio non mi ha chiamato stasera perché non si interessa di me".
  • Si rilevano emozioni di colpa, soprattutto in relazione al processo di invecchiamento. Di fronte ai cambiamenti fisiologici, l'anziano si sente fonte di preoccupazione per i suoi amici e familiari. Per esempio, "non telefono per non disturbare, per non far preoccupare".

Infine, non perché meno importante ma meriterebbe una trattazione a sé stante per la complessità del tema, due parole sul suicidio quale indicatore della depressione senile. Gli studi rilevano che i tentativi di suicidio e di pensieri di morte diminuiscono con l'invecchiamento, ma il rischio di suicidio effettivamente riuscito aumenta. Questo significa che gli anziani sono più attenti a commettere e concretizzare gli atti pianificati e condividono meno i propri pensieri o segnali di avere intenzione di suicidarsi.

Depressione anziano cosa fare

Non sottovalutiamo i sintomi

I segnali della depressione senile possono non essere facilmente visibili e quando percepiamo che un anziano presenta almeno uno dei sintomi appena descritti, il primo passo è di non sottovalutarli e affidarsi al consulto di specialisti.

Una valutazione sia medica che psicologica pone le basi per un trattamento adeguato ed efficace, oltre che a prevenire il peggioramento della qualità di vita. Partendo dal proprio medico di famiglia che meglio conosce la storia dell'anziano, si può chiedere consulto a figure più specializzate come psicologi dell'invecchiamento, geriatri e psichiatri.

Trattamenti: individuale, di gruppo e farmaci

La depressione dell'anziano può essere trattata sia in terapia individuale che in gruppo.

Una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale sarebbe un trattamento efficace per lavorare sulle convinzioni relative alla svalutazione di sé, degli altri e del futuro. Inoltre, la prescrizione di compiti, contrasterebbe la condizione di inattività e favorirebbe un maggiore senso di autoefficacia.

Tuttavia gli studi hanno evidenziato come la psicoterapia di gruppo sia lo strumento più efficace rispetto a quella individuale. Infatti questa:

  • crea un ambiente empatico che rinforza il senso di appartenenza, permettendo la libera espressione della propria sofferenza che diviene più riconosciuta ed accettabile;
  • si rispetta l'altro e la sua riservatezza e si sollecita un atteggiamento di comprensione e assenza di giudizio riducendo la sensazione di essere gli unici a vivere un momento di crisi;
  • favorire la possibilità di apprendere nuovi modi di affrontare i propri problemi, nonché di una riattivazione dalla condizione di abulia (assenza di volontà e interesse);
  • permette di costruire nuove sinergie e relazioni interpersonali con conseguente riduzione dei sintomi di solitudine vissuti dagli anziani frequentemente esposti ai lutti.

Infine, ci sono risultati positivi nel combinare la psicoterapia con un trattamento psicofarmacologico, purché questo sia prescritto da un medico con conoscenze specificatamente legate all'invecchiamento. Infatti gli effetti degli psicofarmaci variano anche in funzione dell'età ed è importante impostare una terapia adeguata.

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Scritto da

Dott. Marco Pontalti

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