Dalla parte del terapeuta

Chi è il terapeuta? Cosa gli capita in terapia? Spesso mi hanno confidato di pensare al terapeuta in tanti modi, ma mai nel modo in cui mi presento...umano.

26 MAG 2020 · Tempo di lettura: min.
Dalla parte del terapeuta

Come persona e come terapeuta entro nella relazione con l'Altro. Non a caso la scelta dell'immagine: io sono una persona ironica e mi piace portare questa mia caratteristica all'interno dello spazio terapico. Anche se inizialmente può lasciare sorpreso il paziente, poi viene sempre più riconosciuta ed apprezzata come mia caratteristica.

Delle volte diventa proprio uno spunto per rompere il ghiaccio da parte di chi viene per la prima volta in terapia. Comprendo che all'inizio molti aspetti possano destabilizzare la persona che mi vede per la prima volta. Questo è collegato ad una delle cose che più spesso mi è capitata ai primi incontri con un paziente, cioè quella di essere stata valutata negativamente. Potremmo anche dire "svalutata" per comprendere il mio grado di preparazione e competenza. Anche qui, da persona e da terapeuta, posso dire con serenità che l'atteggiamento svalutante non mi ha colpita più col passare degli anni. Inizialmente mi è servito per suddividere e comprendere ciò che era mio e ciò che era dell'Altro.

Ad oggi un pò me lo aspetto per i preconcetti più svariati, ad esempio perché mi reputano giovane, per i capelli ricci, per l'altezza o perché ammetto tranquillamente che degli ambiti di vita mi sono sconosciuti, etc. Cos'è cambiato? Il mio lavoro è stato quello di riconoscere questo atteggiamento, leggerlo, esserne consapevole e rimandarlo all'Altro. Se mi sembra opportuno e si mi rendo conto che può essere materiale utile, infatti, lo riutilizzo per manifestarlo al paziente e per lavorarci su insieme. E cosa accade quando svelo qualcosa di me? In terapia vivo una vera e propria costruzione interattiva. Interagire significa dare un senso ai vissuti sia del paziente che del terapeuta, arrivando a consentirmi di poterli esprimere e svelare in un momento di connessione con i vissuti del paziente. Forse quello che più mi aiuta a crescere è proprio l'avere consapevolezza di potermi esprimere e rimandare il mio vissuto all'interno della relazione. Questo rende la relazione più pericolosa, però sicuramente più veritiera. Questo mio modo di muovermi è proprio quello che mi rende più "umana" come in molti nel corso degli anni mi hanno confidato.

Insomma ne avrei da dire su noi terapeuti, ma tutto questo per sottolineare quanto lavoro ci sia dentro di noi per poter essere presenti in modo funzionale ed organizzato all'interno delle relazioni terapeutiche...

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Scritto da

Dott.ssa Francesca Carola

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