Dalla parte dei genitori: una guida per risolvere piccoli dubbi, ansie e piccole paure
Dedicato ai genitori per "attrezzarli" e aiutarli a superare le piccole difficoltà quotidiane nel rapporto con i figli.
Colpetti di tosse, palpebre sbattute come ali di farfalla, dita sottili che torturano nervosamente un ciuffo di capelli, nasi che si arricciano. Tic ma anche paure, ansie e piccole fobie: per il buio, per i ragni, il temporale, l'acqua profonda. Potrebbero essere campanelli d'allarme di un disagio più profondo che inizia nella prima infanzia, che spiazzano i genitori e creano ansie nelle mamme.
Iniziano già alla scuola materna e spesso si ripetono nell'adolescenza fino a radicalizzarsi in età adulta. Disinnescarli in tempo è l'obiettivo dei terapeuti.
L'inizio dell'anno scolastico, soprattutto il passaggio da un ciclo scolastico ad un altro rappresenta una nuova avventura ma anche un salto nel vuoto. Cambiano gli insegnanti, i compagni, aumentano le difficoltà dei contenuti, ma in famiglia, ai figli, si chiede di essere sempre adeguati e all'altezza. Un meccanismo che scatena ansie e paure. Di frequente si innescano disturbi scolastici e alimentari: nei bambini, il rifiuto del cibo nasce spesso anche da un'ambivalenza nel rapporto con la mamma, che di fronte a questi comportamenti sta in allerta.
Anche la separazione dei genitori, la perdita di una persona cara, un cambio di abitazione o addirittura di città possono causare disagi nei propri figli.
Come possiamo aiutarli a superare i momenti di crisi?
I tic nascono da situazioni complesse, spesso da insicurezze." Il bambino sta ancora sviluppando il suo sé, quindi genitori, cercate di essere più indulgenti di fronte a questi atteggiamenti, non perdete la pazienza ed evitate di creare sensi di colpa. Far notare il problema è corretto, ma il fine deve essere la comunicazione, parlate con i vostri figli, anche se sono piccoli sono molto acuti!"
Di fronte ad un tic ripetuto e magari buffo, è sbagliato sdrammatizzare? No, ma è meglio evitare l'umorismo, non è consigliabile perché un bambino non è ancora capace di ridere di sé, d'altronde non lo sono neppure molti adulti.
In effetti non c'è una ricetta ben precisa ma è meglio dare il buon esempio. Un genitore che ammette i propri errori dà un esempio virtuoso, fa passare l'importante messaggio che si può anche sbagliare e non è un dramma. Ammettere i propri limiti aiuta ad accettarsi. Nella prima infanzia è molto difficile accettare la parte negativa di sé, deludere i genitori può creare forti sensi di colpa e d'inadeguatezza.
Ci si aspetta sempre troppo dai propri figli, schiacciati tra scuola, sporto, corsi di inglese e altri mille impegni. Ricordatevi che sono solo bambini e che hanno diritto ad avere un tempo per giocare e rilassarsi prima che la frenetica quotidianità li rapisca!
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