Crisi esistenziali: ritrovare sé stessi per andare avanti.
Momenti di crisi esistenziale possono nascere da una frattura in sé stessi rimasta latente per molto tempo. Diventare consapevoli di questa frattura è il primo passo per superare momenti di stallo e ritrovare una direzione.

Quando il malessere psicologico non ha una diagnosi specifica
Alcune persone possono ritrovarsi ad affrontare un malessere psicologico che sembra sfuggire a una diagnosi precisa. Al contrario, il disagio sembra essere più diffuso e correlato a una fase di vita critica. Questo disagio può assumere varie forme: procrastinazione, indecisione, scarsa autostima, un sentimento non meglio specificato di "essere bloccati".
Le situazioni di cui si parla possono portare molta sofferenza, soprattutto perché non si riesce a trovare una spiegazione e non sembra esserci una causa. Può capitare che fino a quel momento le cose sembrano essere andate "normalmente", e che proprio in un momento preciso (un trasferimento, un nuovo lavoro, la scelta dell'università, la prospettiva della fine di un percorso di studi etc.) ci si sia ritrovati improvvisamente bloccati senza sapere come andare avanti, come se le solite strategie e i soliti comportamenti non funzionassero più.
Di fronte a questo blocco apparentemente inspiegabile, si può arrivare a sentirsi inadeguati, a provare sentimenti di colpa, vergogna e abbattimento; possono emergere pensieri negativi su di sé e sulle prospettive future. La sensazione è che manchi qualcosa dentro, che ci sia un vuoto, e in molti casi questi snodi esistenziali sembrano far emergere un pensiero angosciante: "non so chi sono!".
Una possibile spiegazione può essere che queste crisi non hanno a che fare con dei disturbi specifici, ma sembrano essere collegate a una fragilità psicologica rimasta latente per molto tempo e che riguarda il senso di Sé.
Il Vero Sé e il Falso Sé
Il senso di Sé ha le sue radici nella primissima infanzia, in particolare nelle prime relazioni fra il bambino e chi si prende cura di lui. Delle cure "sufficientemente buone", ovvero un comportamento dei genitori accogliente, empatico e comprensivo dei bisogni e delle emozioni del bambino, permettono l'emergere del Vero Sé. Se, al contrario, gli adulti di riferimento risultano invadenti, eccessivamente richiedenti, oppure assenti e trascuranti, la personalità si costruisce sul Falso Sé.
Nel primo caso, quando il Vero Sé può emergere nelle relazioni, la mente può essere impiegata per riuscire a provare le proprie emozioni e a capirle. L'individuo si sente riconosciuto e allora sente di esistere, ovvero di essere l'artefice delle proprie azioni e di esprimere sé stesso nelle diverse situazioni di vita. Quando si è in contatto con il proprio Vero Sé, si sente di vivere in modo personale e creativo, si sente che ciò che si fa lo si sceglie in modo autentico e che le proprie azioni partono da dentro, dalla propria iniziativa personale.
Quando invece si sperimenta precocemente un ambiente che non offre il giusto livello di sicurezza, il Vero Sé rimane nascosto per proteggersi, perché si percepisce di non essere accettati nella propria autenticità. Si struttura allora un Falso Sé, che inizialmente permette all'individuo di proteggersi. In questo caso la mente viene utilizzata per adattarsi all'ambiente e invece di esistere, l'individuo percepisce di reagire alle situazioni. Nell'esperienza che fa delle varie situazioni, diventa allora importante quello che arriva dall'esterno e non dall'interno. Si impara che, per proteggere la vera parte di sé stessa, che si sente essere stata rifiutata se non addirittura attaccata, ci si adatta al mondo. Col tempo, in modo inconsapevole, si genera un distacco interiore.
La mancanza di contatto con sé stessi nel tempo porterà l'individuo ad abituarsi a vivere nel registro del reagire e sarà in difficoltà a comprendere sé stesso. Si sarà creato come un vuoto nell'identità personale, come se mancasse una bussola interiore in grado di orientare le scelte e i comportamenti. Può succedere, ad esempio, che un individuo viva per soddisfare le aspettative degli altri, oppure che viva come se indossasse una maschera che non è consapevole di indossare.
Quanto più profonda è la frattura con il Vero Sé, tanto meno il bambino prima, e l'adulto poi, sarà in contatto con le proprie emozioni. Questo rende difficile trovare un proprio spazio personale in cui sentirsi bene e vivere in modo creativo e soddisfacente.
Per molto tempo il Falso Sé può permettere di andare avanti e ottenere risultati, che siano scolastici, nelle relazioni e nel lavoro, ma portandosi dietro uno strascico, un vuoto non meglio specificato e non comprensibile (talvolta nemmeno percepito), dovuto al fatto che il proprio Vero Sé è nascosto e non è in rapporto con il mondo esterno.
Da fuori può sembrare che un individuo viva in modo personale e autentico, ma dentro manca una funzione importante per il proprio benessere.
In momenti importanti della vita, dunque, il Falso Sé può crollare, portando l'individuo a vivere una crisi profonda. Inoltre, lo stesso individuo non è abituato ad ascoltarsi e ha imparato a tenere nascosta a sé stesso e agli altri la propria parte più autentica. Il blocco diventa quindi la conseguenza di questa difficoltà ad accedere alla parte più viva e autentica di sé stesso.
Superare le difese: rintracciare il vero Sé
Non si può dire a priori qual è la strada giusta per ognuno. Innanzitutto, c'è da fermarsi e riscoprire i propri gesti spontanei, le proprie emozioni e i propri desideri. Forse bisogna scoprire tutto ciò per la prima volta, affrontando le paure che impediscono di essere presenti a sé stessi in modo autentico. Spesso, in questi casi, si è cresciuti con la profonda convinzione che certi aspetti di sé stessi non potevano trovare spazio. La crisi di vita può essere allora un'occasione per trovare questo spazio e costruire la propria identità in un modo più vero.
In questo processo, non semplice, il confronto, il dialogo e lo scambio con gli altri sono il mezzo più potente. Esprimersi con gli altri in modo autentico e facendo esperienza di un riconoscimento, si può cominciare ad esistere anziché a reagire. Con il tempo si può quindi ritrovare la fiducia e le risposte di cui si ha bisogno, ma il prima passo e sostare e darsi il tempo di conoscersi.
In alcuni casi, le difese e le paure sono molto forti e allora il soggetto, da solo, può avere delle difficoltà. La funzione di un percorso psicoterapeutico in questo caso sta proprio nell'accompagnare la persona a conoscere le proprie paure e le proprie resistenze, e scoprire la parte di Sé nascosta, che potrà esprimersi in un contesto di sicurezza.
Conclusione
Dietro i momenti di blocco possono nascondersi dinamiche complesse che hanno radici profonde nel proprio passato. Tutto ciò può rimanere nascosto fino al momento in cui la vita non richiede un coinvolgimento personale autentico, una presenza emotiva e una capacità di orientarsi. In questi momenti la fragilità, silente per anni, può manifestarsi in modo più evidente.
Ma questi momenti dolorosi, per quanto difficili, possono rappresentare nello stesso tempo occasioni per riconnettersi con sé stessi e conoscersi in modo più pieno, in modo da abitare il mondo in modo personale e creativo.
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