Coppie senza figli, hotel senza bambini: rivoluzione sociale in atto?

Figli si o no? Una piccola guerra è in atto sul web. Sarà il segno di un altro cambiamento della società? Perché se ne parla tanto?

29 LUG 2015 · Tempo di lettura: min.
Coppie senza figli, hotel senza bambini: rivoluzione sociale in atto?

Una nuova tendenza di albergatori e ristoratori quella di non ammettere i bambini nelle strutture perché chiassosi. Di certo offre uno spunto per riflettere sul fatto che la famiglia tradizionale italiana sta morendo. Secondo gli ultimi dati dell'Ocse infatti, una donna su 4 non ha avuto figli.

In effetti sono anni che si parla del fenomeno, non è una novità, sono sempre di più le coppie che scelgono di non avere figli. Dal blog della zia più famosa del mondo Melanie Notkin - innamorata di questo ruolo - sino al libro che scandalizzò i francesi «No Kid. Quaranta motivi per non avere figli>> della psicanalista e mamma pentita Corinne Maier, questa tendenza inizia a venire fuori con voce sempre più forte e autorevole.

Nel 2007 la psicanalista scandalizzò la Francia, parlando con grande humor dei maggiori cambiamenti avvenuti nella sua vita dopo la nascita dei figli:

  • la fine del tempo per se stessi e per il divertimento;
  • il problema di tornare in forma;
  • la difficoltà di mantenere le amicizie;
  • la rinuncia a disporre per sé del proprio denaro;
  • le cure costanti che esige un figlio.

Se prima le donne senza figli accampavano scuse imbarazzate davanti alle coetanee, dicendo che non era il momento giusto, il compagno, o davano la colpa all'insatbilità lavorativa etc… adesso c'è una generazione di donne e di coppie (non dimentichiamoci che anche gli uomini hanno voce in capitolo) pronta a dichiare serenamente «Figli no grazie, stiamo bene così».

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Fonte: twitter.com

Perché certe coppie decidono di non avere figli?

Spesso, essendo contrari alla morale comune, si pensa che si tratti di persone egoiste, di squallidi in carrieristi o di persone con problemi, ma cosa sappiamo di loro? Si tratta per lo più di professionisti che hanno scelto liberamente, anche se provvisti di possibilità economiche e capaci di grandi slanci affettivi, una nuova schiera di zii rampanti che hanno preso una decisione.

  • Egoisti? No, si difendono dicendo che sarebbe molto più egoista metter al mondo un figlio per poi pentirsene, oppure cercare a tutti i costi uno spazio per sé delegandone la cura del loro bambino a una baby sitter.
  • Traumatizzati? No, sanissimi di mente e felici di coccolare i propri nipoti, consapevoli del fatto che avranno comunque un ruolo fondamentale nella loro vita. Non sono affatto contrari ai bambini e non li detestano. Al contrario, di solito amano i bambini e riconoscono apertamente che bisogna dedicarsi a loro con il massimo impegno.
  • Eterni Peter Pan? No, crescere non significa solo fare figli, ma anche mandare avanti progetti, lavoratvi o di coppia (molti sono sposati), essere presenti per la famiglia di origine senza perdere di vista i propri desideri, questa è la loro idea di autorealizzazione.
  • In più ci sono coppie che ritengono la loro vita già abbastanza piena e interessante. Se poi è vero che un bambino é occasione di gioia è innegabile che porti con sé delle enormi responsabilità, ansie e fatiche, soprattutto per le donne. Anche se oggigiorno i papà sono figure molto più presenti, ancora sono le donne a sacrificare in parte o del tutto la propria realizzazione professionale.

E per chi pensa ancora che avere un figlio sia tutto rose e fiori sappiate che un giornalista del Chicago Sun Times già negli anni 70 aveva condotto un sondaggio chiedendo ai genitori se avrebbero ripetuto la loro scelta se ne avessero capito le conseguenze: il 70% rispondeva di no. Mentre una statistica più recente rileva che il 13% dei genitori del Belgio rimpiangono di avere avuto figli, ci da un'immagine ancora più lontana da quella con cui ci ha cresciuti la Barilla.

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Foto da: christianpost.com

Peró, anche se il fenomeno desta dallo scandalo al sospetto ai sostenitori della famiglia tradizionale, le grandi compagnie di FMCG stanno creando prodotti diretti agli zii e alla loro capacità di spendere per i nipoti. Pare siano il nuovo pubblico del marketing.

È pronta l'Italia a questo cambiamento?

Siamo abituati alle dicotomie, figli si o figli no, bianco o nero, giusto e sbagliato, e la scelta sembra portare con sé un giudizio. Pare che le coppie con figli e quelle childfree si giudichino a vicenda.

Sono soprattutto le donne a sentirsi discriminate, come se tutta la loro vita si misurasse intorno alla maternità. Avete mai provato a mettere allo stesso tavolo una donna che non desidera figli con una che li desidera o che li ha? Disastro garantito!

Si vive su fronti opposti, le mamme sembrano parlare solo di pappe e pannolini mentre le donne che non hanno figli le giudicano una noia mortale, allo stesso modo la vita di chi non ha figli desta sospetto, come se la loro vita fosse triste e solitaria.

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Foto di sheddingoftheego.com tradotta

Qualche tempo fa su un articolo di una psicologa milanese Simona Lauri si leggeva questa domanda:

"si tratta di persone che dietro alle loro dichiarazioni di odio nei confronti dei bambini, nascondono una mancanza di consapevolezza di se stessi e della loro parte più intima, ma in particolare una insicurezza circa la loro capacità di sentirsi all'altezza di affrontare le implicazioni emotive ed il difficile ruolo che fare il genitore comporta oppure si tratta di persone che hanno fatto una scelta serena e consapevole?"

Una domanda che cozza nettamente con le dichiarazioni della psicnalista francese Corinne Maier:

"Se non avessi avuto dei figli, sarei stata libera di girare il mondo con i soldi guadagnati dai miei libri – scrive la Maier nel suo pamphlet – invece sono costretta a rimanermene a casa, ad alzarmi alle 7 del mattino, a cucinare per tutti e a fare lavatrici. Ci sono dei giorni in cui mi pento di avere dei figli e ho il coraggio di dirlo, al contrario di molte mie amiche, che pensano la stessa cosa, ma non la confesserebbero mai"

La faccenda non potrebbe essere invece più semplice?

Figli o no, ognuno non dovrebbe trovare semplicemente il suo modo di essere felice?

Come scrive la Dott.ssa Francesca Fontanella a una utente preoccupata che chiede: Quanto è difficile essere se stessi?

ciò che rende soddisfatti e che fa apprezzare la propria vita è realizzare appieno se stessi. Si tratti di avere una famiglia numerosa, un lavoro all'estero, una vita da single…

Verrebbe da chiedersi allora: perché si sono creati due fronti opposti?

Interessante la riflessione del Dott. Alessandro Pedrazzi:

la realtà è che no avere figli è accettabile ma spesso malaccetto. In una società famigliocentrica come quella italiana, poi, la famiglia classica assume un valore aggiunto che implica un disvalore per tutti coloro costruiscano realtà relazionali diverse

Insomma un modello che è possibile, ma ancora mal visto.

C'è spazio per le coppie e le persone senza figli in Italia?

E voi che ne pensate del movimento no kids?

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psicologi
Scritto da

Manuela Pirrone

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Commenti 3
  • Marika

    Infatti non capisco. Cosa ci sarebbbe di male? Ci sono donne felici ad avere figli e donne felici a non averne. Perché tutti sono convinti che una donna trovi la sua realizzazione nel matrimonio+figli? Che arretratezza!

  • delia enigmamma

    Il concetto di famiglia classica, fa danni su molti fronti, e spesso viene preso come punto di partenza per discriminare chiunque non rientri in certi binari; nonostante svolga una vita sincera, onesta, piena di affetti e fruttuosa dal punto di vista sociale e lavorativo. Forse questo strascico di doveri e di importanza del "classico" non ha molto di rassicurante, piuttosto a me inquieta questa ricerca spasmodica di catalogare sempre tutto e tutti!

  • delia enigmamma

    io ho scritto un post proprio su tutto questo...se vi va leggete: è stato apprezzato..anche da tantissime mamme!

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