Convivenze forzate e contrasti: la negoziazione cooperativa e il baratto

Le convivenze forzate, effetto della quarantena, possono mettere alla prova le relazioni. Qui di seguito qualche riflessione e spunto per prevenire i contrasti.

6 MAG 2020 · Tempo di lettura: min.
Convivenze forzate e contrasti: la negoziazione cooperativa e il baratto

"L'egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell'esigere che gli altri vivano come pare a noi" – Oscar Wilde

La logica fallimentare della ragione e del torto

In un mondo ideale, regolato dalla razionalità e dalla logica, basterebbe una buona capacità argomentativa per dimostrare a un familiare, un convivente, un coinquilino, un collega che abbiamo ragione in un certo discorso o nel dire all'altro di comportarci come vorremmo. Ci sono però almeno due problemi. Uno è l'avere troppa fiducia nella razionalità umana, e ignorare che l'essere umano è influenzato nelle azioni e nelle reazioni all'interlocutore dalle sue emozioni. Un altro problema è l'avere fiducia in una verità assoluta indipendente dall'osservatore.

La scienza e le discipline che la analizzano (ad es. l'epistemologia), e gli studi sugli effetti pratici della comunicazione umana, sottolineano che al di là delle convenzioni all'interno di una data materia la realtà là fuori è "confezionata", descritta in un certo modo dall'osservatore, ed ogni osservatore dal suo punto di vista si rappresenta un'idea della realtà diversa. Il suo punto di vista è quindi relativo, non esiste una verità assoluta, ma un'opinione su di essa, una descrizione parziale. Credere in una realtà assoluta aumenta la probabilità di mantenere un pensiero rigido in cui la verità è chiara ed è come la vedo io, e se l'altro non la vede altrettanto chiaramente ha torto.

Se "io vinco e tu perdi" a breve termine, perdiamo tutti a medio-lungo termine nella relazione

Potremmo insistere sulla nostra posizione e alla lunga convincere l'altro per sfinimento a darci ragione o darcela vinta su una richiesta che tiene conto solo delle nostre esigenze. Tale richiesta potrebbe riguardare l'organizzazione degli spazi solo secondo le nostre esigenze magari, ponendole al di sopra come importanza rispetto a quelle del convivente. Dopo qualche tempo, però, la gestione mal tollerata dall'altro potrebbe far emergere la reazione emotiva, e l'accordo in cui non era motivato più di tanto può venire meno, e dare adito a discussioni accese. William Ury e Roger Fisher hanno trattato e sviluppato molto la negoziazione cooperativa, un modo di accordarsi efficace che ha al cuore la soddisfazione delle esigenze reciproche. Se mi curassi solo delle mie ragioni e dei miei interessi potrei "saltare" questa fase, ma a medio-lungo termine potrei rischiare di rovinare la relazione, quindi tenere conto degli interessi e delle esigenze dell'altro diventa la parte più importante dell'obiettivo di "vincere insieme per vincere tutti".

Analizzare i bisogni dell'altro e i propri ed elaborare soluzioni creative

Non è necessariamente vero che la soddisfazione dei nostri desideri oppure quelli dell'altro si escludano a vicenda. Se mettiamo su un pezzo di carta le esigenze dell'altro e le nostre, e pensiamo a diverse opzioni per soddisfare le une e le altre, potremmo scoprire che diverse opzioni finora ignorate esistono, solo che non ci eravamo curati di portare avanti il pensiero per produrre queste idee. Una delle abilità che servono di più per un negoziatore, ci insegna William Ury nel libro Negoziare in situazioni difficili, è la creatività, usata nel momento iniziale in cui si hanno chiare le esigenze reciproche, e si elaborano diverse soluzioni per soddisfare entrambe. Il pensare che le persone comuni non siano creative è molto diffuso. Si crede che la creatività sia una dote di pochi intellettuali o geni fortunati. Ma da decenni i più famosi esperti sulla pratica della creatività, come ad esempio Alex Osborn (creatore del brain storming, un metodo per generare idee in gruppo e non solo) ed Edward De Bono ci dicono il contrario. La creatività è una dote dell'essere umano. Va solo allenata e sviluppata con la pratica.

Il baratto come soluzione creativa per prevenire i conflitti nelle convivenze a casa o al lavoro

Se teniamo conto degli orari in cui all'altro servono con priorità certi spazi, continuando sullo stesso esempio, potremmo costruire uno schema di opzioni in cui fissare i nostri impegni in agenda che aiuti a soddisfare i nostri obiettivi facendo in modo che anche quelli dell'altro lo siano. A volte per alcuni però è più facile fissare un proprio impegno e mettere l'altro davanti a un fatto compiuto, rendendogli disagevole il portare avanti una certa attività. Se parlassimo o mettessimo su carta le nostre esigenze reciproche prima potremmo trovare più opzioni per soddisfarle. E usare anche il baratto, un atto di scambio di origini antiche, nel quale posso cedere ad esempio uno spazio o un orario in cambio di un altro spazio o orario, o un favore con l'altro. In questo modo porteremmo avanti entrambi i nostri obiettivi.

All'interno di un rapporto interpersonale, che contiene gli elementi più variegati, e in cui ci sono dei contrasti, ognuno potrebbe pensare alle cose che l'altro gradirebbe da noi, e decidere di lavorare su un cambio di abitudine o compiere una certa azione gradita.

Un classico esempio derivante dall'osservazione e dallo studio della comunicazione in atto tra persone (La pragmatica della comunicazione umana, Paul Watzlawick e colleghi), è quello in cui una moglie interpreta il comportamento del marito nel modo "lui si isola", e il marito quello della moglie nel modo "lei brontola". Lui potrebbe spiegare le cose così: mi isolo perché lei brontola. La spiegazione possibile di lei: brontolo perché lui si isola. Queste spiegazioni sono però rigide, e deresponsabilizzano ognuno nel contrasto con l'altro. Nei termini del baratto riguardo non solo ad oggetti materiali, ma anche ad azioni, ognuno dei due potrebbe riprendersi la responsabilità e cedere qualcosa all'altro. Sarebbe possibile parlarne esplicitamente e pacificamente e comunicare ognuno all'altro le sue esigenze nella relazione. Il passo seguente potrebbe essere concordare ognuno uno sforzo nella direzione dell'altro come concessione o scambio reciproco.

Sarebbe pure possibile pensarci ognuno per conto suo. Lui potrebbe valutare modi di porsi per essere più comunicativo con lei, e lei pensare a mettere in atto azioni comunicative più "morbide". Un passo di uno renderebbe più probabile il cambio del comportamento dell'altro. Senza pensare di perderci, perché tutto darebbe valore alla relazione.

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Scritto da

Dott. Giovanni Iacoviello

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