Come trasformare le paure in desideri?

E se a volte bastasse cambiare punto di vista!?

18 GIU 2019 · Tempo di lettura: min.
Come trasformare le paure in desideri?

Da freno a trampolino di lancio, le nostre paure possono aiutarci a vivere meglio!

Quando sentiamo o leggiamo il termine “paura” proviamo una sensazione particolare e un timore quasi reverenziale per questo termine, difficilmente scorgiamo il legame tra questa parola ed un'altra che ne è invece affine: desiderio. Per desiderio si possono intendere molte cose: ciò che vorremmo per noi nel presente, nel futuro, magari un obiettivo da raggiungere, qualcosa che ci potrebbe far stare bene o che ci appagherebbe da diversi punti di vista: lavorativo, affettivo, sociale.

Che cos'è la paura?

Tornando alla paura, come potremmo definirla? La paura è una sensazione più o meno intensa che può portare timore e preoccupazione a una persona sfociando anche in panico o terrore. Un’emozione paurosa può produrre una forte e continua ansia durante la giornata, un’ansia che in molte occasioni può espandersi a diversi ambiti della nostra vita, rendendoci difficile anche solamente fare le cose più semplici, ad esempio uscire di casa, guidare, avvicinarsi a un cane o prendere un treno.

Paura sana e malsana

Di per sé la paura ha il compito di segnalare una condizione di allarme, permettendo al nostro corpo di mettere in atto una reazione. La comparsa della cosiddetta paura malsana o eccessiva si differenzia da una paura più funzionale e consueta. Nella prima avviene un’attivazione del sistema nervoso autonomo parasimpatico, questa porta ad un abbassamento della pressione sanguigna e della temperatura corporea, ad un aumento della sudorazione, alla dilatazione delle pupille, ad una variazione del battito cardiaco e della tensione muscolare. Queste modificazioni fisiologiche provocano talvolta una sorta di paralisi, si ha la sensazione di essere incapaci di reagire di fronte al pericolo.

La paura funzionale, al contrario, è un’emozione che attiva il sistema nervoso simpatico portando un maggior afflusso di sangue nei muscoli come conseguenza dell’aumento del battito cardiaco, permettendo così al nostro corpo di essere pronto all’attacco o alla fuga. Questa attivazione ha permesso alla specie umana di sopravvivere, di affrontare ed evitare pericoli che si sono presentati nel corso della sua evoluzione. Il problema è quando la paura si presenta in assenza di uno stimolo oggettivamente pericoloso, limitandoci o paralizzandoci.

Paura e psicologia

Spesso le persone hanno la cosiddetta “paura della paura”, ovvero una forte avversione riguardante la possibilità di riprovare una paura già sperimentata in passato. Questo avviene ad esempio in seguito ad un attacco di panico o un forte trauma, che fa provare sensazioni così spiacevoli alla persona che il solo pensiero di ritrovarsi in quella situazione lo paralizza. Da qui nasce il fenomeno dell’evitamento: fuggire da determinate situazioni dove si è provato panico e terrore in passato. Questo comportamento va trattato in terapia con pazienza, aiutando le persone ad affrontare la situazione temuta, con i propri tempi, per permettergli finalmente di ritornare a vivere con serenità. Un discorso analogo possiamo farlo per chi presenta invece fobie specifiche verso animali, oggetti e situazioni. La paura eccessiva e l’evitamento possono portare sia a conseguenze psicopatologiche, sia influenzare negativamente i nostri obiettivi, i nostri desideri.

Se riflettiamo con attenzione paura e desiderio sono legati tra di loro, sono molto vicini. Una persona può desiderare fortemente qualcosa e allo stesso tempo avere una grande paura di perderla, ad esempio in una relazione amorosa. Un’altra potrebbe avere un obiettivo importante da raggiungere nella propria vita, magari lavorativa, ma per senso di inadeguatezza e paura di fallire non provare mai a raggiungerlo, scegliendo altre strade più “sicure” ma meno soddisfacenti, spesso ci si accontenta tenendosi anche dentro un forte senso di frustrazione e rammarico per non averci mai provato.

Paure e desideri

La psicologia cognitivo - comportamentale ci insegna a provare a ristrutturare i nostri pensieri, per esempio: immaginiamo una persona che desidera andare in America, ma ha paura dell’aereo. Invece che pensare “Sicuramente non riuscirò mai a prendere un aereo”, potrebbe iniziare a focalizzarsi sul suo desiderio: “Desidero andare in America” e iniziare a pensare che “Potrebbe essere difficile per me prendere un aereo, potrebbe venirmi un po’ di ansia, ma non è detto che sia una cosa assolutamente impossibile per me.”. In generale, favorire una maggiore flessibilità mentale e iniziare a vedere le nostre paure per quelle che sono, e non per verità assolute, ci aiuta a vivere meglio. In un certo senso possiamo dire che per vivere meglio dobbiamo iniziare a pensare meglio!

Guardare in faccia le nostre paure, fermarsi ed accoglierle, ci può aiutare a introdurre un cambiamento nella nostra vita, in favore del raggiungimento dei nostri obiettivi e dei nostri valori! Certo, occorrono costanza e dedizione, ma continuando ad esercitarci, grazie all’aiuto di uno psicologo, potremo superare le nostre paure e far diventare l’occasione di lavorare sui nostri timori un’ottima opportunità per realizzare i nostri desideri!

Articolo scritto dal Dott. Michele Facci, iscritto all'Albo degli Psicologi della Provincia Autonoma di Trento, e dal dott. Stefano Pirrone.

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Scritto da

Dott. Michele Facci

Il dott. Michele Facci è direttore sanitario del suo studio a Trento e a Milano, dove lavorano diversi psicoterapeuti, psichiatri, logopedisti e psicomotricisti. Si occupa in particolare di psicodiagnostica, psicopatologia dell’età evolutiva, abuso delle nuove tecnologie, nuove dipendenze e cyberbullismo. Perito e Consulente Tecnico del Tribunale di Trento.

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