Come curare la sofferenza psicologica nel cancro?

La diagnosi di tumore può pertanto essere considerata un evento traumatico a causa del devastante impatto sulla vita del paziente e questo genera ulteriore sofferenza.

24 MAR 2016 · Tempo di lettura: min.
Come curare la sofferenza psicologica nel cancro?

In Italia, dopo le malattie cardiovascolari, i tumori sono al secondo posto fra le cause di morte. Ad oggi nel nostro paese si stimano 366.000 nuovi casi di tumore l'anno, circa un migliaio al giorno, ed è stato calcolato che un uomo su due e una donna su tre riceverà una diagnosi oncologica nel corso della vita.

Questi numeri sottolineano l'impatto epidemiologico della malattia e danno in parte ragione della portata traumatica che caratterizza l'evento "cancro" nell'immagine sociale e culturale dei paesi occidentali.

Il tumore da un punto di vista psicologico

A livello psicologico il tumore rappresenta una patologia che può compromettere il delicato equilibrio psico-fisico su cui si fonda l'essere umano. La diagnosi oncologica rischia di frammentare drammaticamente tutte le dimensioni costruttive del soggetto, a partire dagli aspetti della corporeità, estendendosi fino a condizioni cognitive, emotive e razionali, ed esistenziali. Per queste ragioni, tra le diverse malattie che minacciano la vita, il cancro è tra gli eventi traumatici e stressanti.

Nonostante ci siano diverse linee guida internazionali sulla gestione dello stress nel paziente oncologico, spesso la sofferenza psicologica dei pazienti non viene diagnosticata, di conseguenza i sintomi di malessere psicologico, anche quando conclamati, non ricevono un adeguato trattamento.

Accade spesso che i pazienti non prendono l'iniziativa di parlare di parlare dei disagi emotivi perché confusi, impotenti, e pervasi da sensi di colpa; il personale curante, concentrato sull'oggettività clinica della malattia, non sempre si sofferma ad indagare il vissuto personale del paziente, permettendo di fatto la nascita e l'accumulo di contenuti emotivi non detti, che con il passare del tempo diventano più indicibili e "congelati" in memorie traumatiche.

Il paziente affetto da neoplasie porta con sé una serie di bisogni che non si limita all'area medica di controllo del dolore e di contenimento dei sintomi fisici, ci sono aspetti emotivi, relazionali, assistenziali, economici, spirituali. Intervenire su aspetti emotivi legati ad angoscia, demoralizzazione, tristezza, significa valorizzare nel paziente le potenzialità fisiche residue e tutti i fattori di resilienza psicologica così importanti per affrontare adeguatamente la malattia.

EMDR per elaborare le emozioni

Questo fa capire quanto sia importante ad intervenire su un piano psicologico. Uno degli interventi favoriti è l'elaborazione tramite EMDR il quale permette di stimolare efficacemente il cambiamento nella percezione delle emozioni e delle sensazioni fisiche legate a queste memorie "congelate", favorendo il processo di integrazione e riconsiderazione degli elementi più disturbanti, legati alla malattia oncologica.

L'utilizzo dell'EMDR in questi contesti aiuta il paziente a riattivare le capacità innate e naturali di rielaborazione dell'informazione, permettendogli di attenuare la carica emotiva associata all'evento traumatico e ad integrare tale esperienza all'interno del proprio vissuto, della propria narrativa personale.

L'obiettivo di un trattamento con EMDR in questo campo non è cambiare il passato e la condizione di malattia che sta vivendo il paziente, ma attraverso l'elaborazione delle esperienze traumatiche legate alla malattia si può portare notevole sollievo al paziente stesso, aiutandolo a risolvere aspetti disfunzionali e promuovendo quella che viene definita dalla letteratura scientifica "crescita post traumatica".

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Scritto da

Dott.ssa Manuela Mori

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