Che cos'è l'amore?
Chiedetelo ai bambini, agli autori romantici, agli studiosi e infinine chiedetelo a voi stessi.
Lo psicologo Zick Rubin sostiene che l'amore è composto dai seguenti tre elementi di base: l'attaccamento [vedi nota], il prendersi cura e l'intimità. Per attaccamento si intende il bisogno di ricevere cure, approvazione e contatto fisico con un'altra persona. Il prendersi cura invece si riferisce ad un'azione attiva tramite cui ci si prende cura di chi si ama, valutandone i bisogni nello stesso modo con cui si valutano i propri; con il termine intimità ci si riferisce alla propensione di condividere pensieri, desideri e sentimenti con un'altra persona.
Oltre a questo modello dell'amore è possibile annoverare quello della psicologa Elaine Hatfield, la quale rintraccia due tipi di amore di base: l'amore compassionevole e l'amore appassionato. L'amore compassionevole è caratterizzato da rispetto reciproco, attaccamento, affetto e fiducia. L'amore appassionato invece si distingue per emozioni intense, attrazione sessuale, affettività e bisogno di vicinanza.
Tutto questo non è solo cuore (e qui mi dispiace sfatare le vostre rappresentazioni romantiche). Il nostro sistema nervoso centrale gioca un ruolo fondamentale, essendo un circuito a feedback che riceve stabilità ed è regolato da relazioni d'amore.
In una relazione amorosa, attraverso lo scambio sincronico delle emozioni, ognuno regola la fisiologia dell'altro e modifica la struttura interna del sistema nervoso centrale. Il legame di coppia rimodella l'architettura del cervello: negli innamorati, ad esempio, i neuroni diventano più grandi così da consentire una maggior comprensione degli stati emotivi dell'altro; così come quando si è innamorati si attivano neuroni specchio di fronte alle emozioni del partner in aree del cervello simili a quelle in cui si attivano i neuroni delle madri di fronte alle emozioni dei figli. Dunque, siamo macchine perfette pensate per amare e avere relazioni sociali.
Che cos'è l'amore?
Per capire cosa accade, bisogna comprendere che quel che genericamente definiamo col termine di "amore" è in realtà il frutto di differenti fasi che un rapporto attraversa prima di giungere a quello stadio, a partire dal corteggiamento. Gli studi neurofisiologici hanno confermato che nelle prime fasi del processo amoroso, vi sono esperienze uniche riconducibili a particolari neurotrasmettitori.
Ecco dunque che mentre chiacchieriamo e sorridiamo durante il nostro primo incontro con il nostro corteggiatore, se lui ci piace il nostro mesencefalo (l'area cerebrale che controlla i riflessi visivi e uditivi) inizia a rilasciare dopamina, un neurotrasmettitore che produce piacere ed euforia. E così, mentre iniziamo a sentire quella piacevole sensazione di appagamento, l'ipotalamo comanda al nostro corpo di inviare segnali di attrazione e di piacere.
E dopo il primo incontro, che succede?
Col proseguire del rapporto il desiderio e l'eccitazione aumentano così come i livelli di dopamina. L'effetto è quello di voler passare più tempo possibile insieme alla persona, nella quale si cerca di individuare quelle caratteristiche che possono farla diventare "il partner della vita".
Se la persona è quella giusta, incontro dopo incontro, si passa all'innamoramento. In questa fase si ha l'innalzamento dell'eccitazione mediato dall'aumento di altri due neurotrasmettitori legati alla dopamina, come la noradrenalina e la feniletilamina, che provocano insonnia, riduzione dell'appetito, quel senso di energia sconfinata che fa sentire invincibili.
Vi siete spaventati?
Tranquilli, l'amore non è solo un insieme di emozioni, di sensazioni, di percezioni, di impulsi come appare dagli studi neurofisiologici, ma un complesso processo in cui due individui entrano in relazione, si trasformano e creano un nuovo progetto di vita.
La relazione è il fulcro dell'amore. Entrambi i componenti della coppia, devono darsi da fare perché tutto proceda per il meglio e per capire cosa si deve fare potremmo utilizzare la teoria triangolare dell'amore di Robert Sternberg
Una volta individuati i tre componenti dell'amore (intimità, passione e dedizione), questi elementi possono essere combinati tra loro dando origine a differenti tipi di amore.
- La componente intimità si riferisce ai sentimenti di confidenza, affinità, condivisione: determina nella coppia la tendenza a prendersi cura dell'altro, ad aprire all'altro i propri sentimenti.
- La componente passione riguarda la fisicità: l'attrazione fisica, il desiderio sessuale.
- La componente decisione – impegno è distinta in due aspetti: la decisione consiste nel decidere di amare qualcuno; l'impegno consiste nel mantenere nel tempo la relazione.
Le combinazioni fra queste tre componenti definiscono 7 forme di amore che rappresentano le relazioni reali possibili:
- simpatia (solo intimità, paragonabile ad una vera e propria amicizia);
- infatuazione (solo passione): si basa sull'idealizzazione dell'altro più che sulla sua reale conoscenza, finché si scontra con la realtà;
- amore vuoto (solo decisione/impegno): è spesso tipico di rapporti in cui i partner stanno insieme solo per tener fede ad un impegno preso;
- amore romantico (intimità + passione): si tratta della forma tipica delle grandi storie d'amore letterarie e cinematografiche (rassegnatevi, nella realtà, l'amore solo romantico è un amore immaturo);
- amore – amicizia (intimità + decisione/impegno): è il caso di quei rapporti consolidati sotto il profilo dell'intimità, in cui la coppia funziona, ma la passione è lentamente sfumata (es. matrimoni bianchi);
- amore fatuo (passione + decisione/impegno): l'impegno è frutto solo della passione senza il sostegno dell'intimità e della conoscenza reciproca;
- amore "perfetto" (intimità + passione + decisione/impegno): è l'amore completo che tutti sognano, difficile da raggiungere, ma non impossibile.
Dite la verità, ognuno di voi sta cercando di capire a che combinazione appartiene immaginando nel contempo il tango dei neurotrasmettitori della coppia, ma state tranquilli e guardate qua un magnifico resoconto di tutta questa teoria:
Ciascuno di noi ha un suo concetto personale di amore e di coppia, così come un suo modo per esprimere questo sentimento. Personalmente sono d'accordo con la bambina dai capelli rossi che dice che "l'amore è una cosa super carina". Non esiste un modo giusto e uno sbagliato, così come non esiste un'unica teoria in grado di spiegare quello che si può, e si deve, "provare".
Oggi giorno c'è una gran frenesia di provare, di fare quello che fanno gli altri per non sentirsi fuori dal gruppo. Se ascoltiamo i ragazzini che parlano d'amore, scopriamo che loro non parlano del sentimento, ma di sesso, e i sentimenti? Dove sono finiti?
Se un tempo si aspettava con trepidazione il primo bacio, oggi alla stessa età si consuma il primo rapporto e se questo può spaventare, l'unica cosa da fare è non perdere tempo e iniziare a insegnare ai figli cos'è l'amore.
Sembra un argomento così banale che quasi non merita parole, e invece nel momento in cui pensiamo che è l'unica arma per evitare che il sesso diventi volgarità forse la voglia di parlarne la troviamo. E se vi chiedete da cosa poter cominciare, potreste ad esempio insegnare ai vostri figli che l'imperfezione è amabile.
Pensate ai colori: come possono due colori, come ad esempio il rosso e il blu così differenti, incontrarsi, trovare un equilibrio e convivere? L'amore è la risposta.
John Lee paragona gli stili amorosi ai colori dello spettro cromatico in una teoria chiamata "i colori dell'amore". Egli suggerisce la presenza di tre stili primari di amore: eros con cui s'intende amare una persona ideale, ludos amare come un gioco ed infine l'amore amicale. Lee sottolinea che, come i colori primari possono essere combinati per creare quelli secondari, così gli stili di amore primario possono essere combinati tra loro per creare nuovi tipi di amore secondari.
Per amarsi non è necessario essere uguali. Quel che conta è incontrarsi nelle proprie differenze. Rispettandole e rispettandosi.
I bambini imparano ciò che vedono, ciò che sentono, sono lo specchio di quello che noi gli trasmettiamo, il riflesso del nostro pregiudizio, il riverbero della nostra voce e le ripercussioni delle nostre azioni. Per fortuna, senza gli adulti, un bambino è sempre un bambino: è la semplicità, e la purezza è privata di qualsiasi preconcetto.
«Gli adulti non capiscono mai niente da soli, ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose»: lasciamo che i bambini ci insegnino qualcosa, almeno per una volta. «È solo con il cuore che si può vedere nel modo giusto: l'essenziale è invisibile agli occhi»
Saint- Exupery
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