Autoinganno e psicoterapia

L'autoinganno è il meccanismo di difesa che ci impedisce di vedere le cose come sono nella realtà. Ma una coscienza disseminata di vuoti ci distanzia dalla nostra autenticità e realizzazione

12 MAG 2017 · Ultima modifica: 11 LUG 2017 · Tempo di lettura: min.
Autoinganno e psicoterapia

Vocazione: deriva dal latino vocatio – da vocare, chiamare – e viene definita come una chiamata, un'inclinazione innata. Questa parola evoca in noi suggestive immagini e ha il potere di guidare la nostra mente verso succulenti approdi realizzativi.

Ma percepire la chiamata, nel costante frastuono in cui siamo immersi fin dagli albori, è molto più difficile di quanto immaginiamo. Il mondo intero è pronto a indicarci la via che dovremmo percorrere. Ogni familiare o amico si esprime come se sapesse cosa è più giusto per noi. I mass media ci spronano a diventare gli esemplari di una civiltà programmata per vivere alla moda, gettandoci in un calderone in cui imperano confusione, sbandamento e fallaci forme di autorealizzazione.

Sentire la chiamata è assai difficile perché siamo un condensato di autoinganni.

L'autoinganno è il meccanismo di difesa regio, sotto la cui cupola si ammucchiano vari tipi di meccanismi di difesa, ed è universale, poiché tutti ne facciamo uso, in qualche maniera e in qualche misura. Può essere definito come un pezzo mancante nella consapevolezza, un buco nell'attenzione che forma un parte cieca e ci rende incapaci di vedere le cose come sono nella realtà. Daniel Goleman definisce l'autoinganno un baratto fra ansia e consapevolezza: quando un evento provoca in noi stress o elevati stati di ansia, inconsapevolmente ci difendiamo creando un vuoto nell'attenzione.

Questo meccanismo di difesa ha una funzione adattiva, funzionale, serve infatti a difenderci dagli attacchi che subisce la nostra autostima. Diminuire l'attenzione, per evitare di vedere dei contenuti minacciosi che creano stress, è un modo per lenire il dolore e difendere la nostra autostima da questi attacchi.

Questa modalità di difesa ha però delle conseguenze negative. Infatti, da utile e funzionale, se utilizzata in maniera eccessiva può trasformarsi in un meccanismo disfunzionale, che produce effetti negativi. Innanzitutto dissemina la nostra consapevolezza di vuoti, rendendoci meno lucidi e capaci di occuparci con chiarezza delle problematiche della nostra vita, portandoci quindi a ripetere sempre i soliti errori. Inoltre, può portare a sviluppare alcune malattie psichiche, fra cui il disturbo d'ansia, fobie di vario tipo, oppure malattie psicosomatiche. Come faceva notare Roberto Assagioli: lo scacciare certi fatti dalla nostra psiche spesso non fa che renderli più liberi di scorrazzare, di insidiare l'inconscio, come delinquenti che tanto più operano indisturbati, quanto più se ne nega l'esistenza.

Per di più, una coscienza disseminata di vuoti e di contenuti distorti è una coscienza che inevitabilmente spinge l'individuo lontano dalle sponde della propria autenticità e quindi lo distanzia dalla propria forma realizzativa, condannandolo a vivere una vita non sua, in balia dei condizionamenti ricevuti. Il percorso di autoconoscenza mira a rendere l'individuo capace di ravvisare, in mezzo al bailamme di voci fasulle o contraffatte, la propria vera voce – la chiamata che indicherà l'autentica via da percorrere.

Uno degli obiettivi della psicoterapia è - o dovrebbe essere - quello di mettere in contatto la persona con il proprio vero Sé - la parte più profonda e autentica di se stessi - per renderlo meno vulnerabile ai desideri ingannevoli, spesso frutto di condizionamenti esterni e quindi in disaccordo con la propria vera natura.

Il filosofo Plotino diceva: se si vuole conoscere l'essenza di una cosa, occorre esaminarla considerandola allo stato puro, poiché ogni aggiunta a una cosa è un ostacolo alla conoscenza di questa cosa. Togliti le tue macchie ed esaminati. Se non vedi ancora la tua propria bellezza, fai come lo scultore di una statua che deve diventare bella: toglie questo, raschia quello, rende liscio un certo posto, ne pulisce un altro, fino a fare apparire il bel volto nella statua. Allo stesso modo anche tu togli tutto ciò che è superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purificando tutto ciò che è tenebroso per renderlo brillante, e non cessare di scolpire la tua propria statua finché non brilli in te la chiarezza divina della virtù.

Il percorso psicoterapico deve indirizzare l'individuo verso l'auto-miglioramento e la realizzazione di se stesso, attraverso un'approfondita analisi della propria personalità e un lavoro costante e programmato, in grado di avviare una trasformazione degli elementi della psiche attraverso un lavoro di sintesi, in modo che l'uomo possa trovare dentro di sé la propria statua, modellando la propria personalità fino a ottenere la figura interna che più lo rappresenta.

Credo che la tendenza all'autorealizzazione sia universale - una brace spenta, fievole o fiammeggiante nel cuore psichico di ogni essere umano. Allenarsi a ricercare con metodicità la parte più profonda di noi stessi ci spinge ineluttabilmente verso lo smascheramento delle nostre illusioni, delle nostre personali forme di autoinganno. Ma per raggiungere la nostra parte più autentica e mostrare a noi stessi il nostro vero volto, dobbiamo essere in grado di spogliarci dai condizionamenti, almeno per quanto ci è possibile, dalle paure che ci attanagliano e ci tengono legati a false illusioni, mantenendoci distanti da ciò che potremmo diventare, impossibilitati a sentire la voce.

Rinunciare alle nostre illusioni è difficile, ma non impossibile. L'autoinganno ha un significato molto profondo: da sempre l'uomo è incline a usare questo meccanismo in modo perfino eccessivo, perché serve a difenderci dagli attacchi che la realtà sferra contro la nostra autostima, rendendoci un po' meno fragili di fronte alla cruda realtà. Ma è bene tenere a mente che ogni volta che riusciamo a disvelare un autoinganno disposto dalla nostra mente, dal nostro comprensibile bisogno di difenderci dalla realtà, effettuiamo un ulteriore passo verso l'autorealizzazione.

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Scritto da

Dottor Alessio Focardi

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